Economia

La deriva medievale di Milano

Francesco Pontelli – economista – “Il Patto Sociale” – 20 dicembre 2022

In un periodo di grande crisi come quello contemporaneo causato dalla malefica sintesi tra i devastanti  effetti causati dalla pandemia e il conflitto ucraino anche in Germania si è voluto affrontare le conseguenze dell’inflazione la quale segna un tasso al +10%.

Già durante il 2021 si è deciso di ridurre le aliquote Iva con l’obiettivo di ridurre l’escalation dei prezzi a cominciare da quello dei carburanti, vero e proprio volano inflattivo in particolare nel settore alimentare. Successivamente, proprio per tutelare le fasce di reddito meno elevato, si è introdotto l’abbonamento mensile a NOVE euro che permettesse l’utilizzo di tutti i mezzi pubblici senza limitazioni in considerazione della maggiore onerosità dei mezzi privati. Questo ha contemporaneamente permesso di ridurre le emissioni di Co2 di 1,3 milioni di tonnellate in soli tre mesi. Più recentemente sono stati inseriti a bilancio 200 miliardi di finanza pubblica straordinaria come ulteriore sostegno diretto alle imprese ed alle famiglie e ridurre così l’impatto della esplosione dei costi energetici.

Nel nostro Paese, invece, si attende ancora, dopo DIECI mesi, una decisione relativa ad un salvifico “price cap” del gas mentre Francia, Spagna e Portogallo lo hanno imposto per legge già nei mesi addietro.

Ecco, quindi che non si possa più considerare un caso se la Spagna e il Portogallo abbiano ora un tasso di inflazione inferiore del 50% rispetto al nostro (*) il quale viaggia al +11,8%, ma nel settore alimentare ha già raggiunto il +12,2% e le proiezioni parlano di un +13% .

Questi drammatici differenziali dell’inflazione esprimono la deleteria strategia del governo Draghi adottata ciecamente anche dal governo Meloni, il quale pensa a dei bonus per gli animali domestici e nel frattempo aumenta il carico fiscale sui carburanti.

In questo problematico contesto il sindaco di Milano ha chiuso ai meno abbienti, intesi come i proprietari di auto fino ad euro 5, l’ingresso alla città e quindi rendendo il lavoro più problematico ed oneroso. Non pago di rendere la vita lavorativa sempre più difficile alle fasce di reddito più basse aumenterà il biglietto urbano a 2,2 euro. L’effetto combinato delle due “decime medioevali” rende già ora la vita lavorativa delle fasce deboli della popolazione ancora più problematica.

Questa medioevale politica adottata senza un minimo di considerazione per il difficile periodo economico e sociale si dimostra in cristallino contrasto con la politica tedesca la quale invece ha reso più conveniente l’accesso al mezzo pubblico.

Le risultanti di questa politica nazionale e locale non possono che dimostrarsi insostenibili per la cittadinanza italiana ed in particolare per quella meno abbiente. In più rappresentano l’espressione di una volontà chiara di un “nuovo ambientalismo ideologico” che ha molto in comune con la politica medievale delle decime e che è l’espressione ed il mezzo per schiavizzare nuovamente il popolo e contemporaneamente ghettizzarlo.

(*) Spagna 6,8%, Portogallo 7,2%

Relatore

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