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Referendum contro la Legge CO2 – “Vedo il No in netta rimonta” – Intervista a Piero Marchesi

“Non conosco un solo elettore PLR che mi abbia detto di votare Sì”

“Il sindaco di Lugano, leghista, vota Sì, perché?” “Vorrei saperlo, interessa anche a me!”

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Il presidente dell’UDC cantonale è in prima fila nella dura battaglia. Negli ultimi giorni le prospettive sono migliorate, la vittoria del No è possibile e sarebbe una vera bomba. Lo abbiamo intervistato per voi.

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2021

Francesco De Maria Dove passa la stretta via per vincere questa scabrosa votazione?

Piero Marchesi Dalla capacità di far capire alle cittadine e cittadini svizzeri tre concetti importantissimi:

  1. La Svizzera nei tre paesi al mondo che meglio rispettano l’ambiente. Lo attesta l’EPI Index della Yale University (pag. 18) https://epi.yale.edu/downloads/epi2020report20210112.pdf

Sono fiero del contributo alla salvaguardia dell’ambiente che fornisce il nostro paese. In termini di CO2, la Svizzera produce solamente lo 0,1% delle emissioni globali, significa che il 99,9% viene prodotto fuori dal nostro paese. Appare chiaro che le affermazioni come “dobbiamo salvare il pianeta” da parte dei sostenitori alla nuova legge Co2, siano semplicemente ridicole;

2. Il notevole miglioramento della qualità di vita e nel rispetto dell’ambiente li abbiamo conquistati nel tempo con il progresso tecnologico e non con le tasse. Pensiamo ad esempio ai sistemi di trattamento dell’acqua, agli impianti di valorizzazione dei rifiuti o alla maggior efficienza delle automobili, sono stati ottenuti grazie alla tecnologia. Puntiamo dunque sul progresso tecnologico e non sulle tasse;

3. È una legge burocratica e costosissima a vantaggio dei ricchi che vivono in città, pagata dai ceti medi e bassi che vivono in periferia. Mi stupisce che colleghe e colleghi parlamentari ticinesi possano sostenere un simile autogol per il Ticino. È facile sostenere che si possa facilmente rinunciare all’automobile e al riscaldamento a olio combustibile quando si vive in centro a Zurigo, con servizi pubblici efficienti e in stabili moderni, lo è molto meno vivendo nelle valli ticinesi in case ancora riscaldate con un bruciatore a olio. La conseguenza pratica della legge sarà quella di spennare i cittadini che vivono in periferia e il risultato ambientale sarà nullo, perché il 99,9% della produzione di Co2 mondiale avviene fuori dai nostri confini.

Quali forze – politiche, economiche, sociali – sono le migliori alleate dell’UDC nella battaglia?

Il miglior alleato per vincere questa battaglia è un popolo ben informato che si rende conto di vivere in un paese all’avanguardia nel rispetto dell’ambiente.

Come valuta  1. la correttezza  2. l’efficacia della campagna condotta dai fautori del Sì?

Per quel che valgono i sondaggi, attestano che il No sia in netta rimonta e che probabilmente la quasi certa approvazione della nuova legge Co2,  è ora molto in bilico. Questo perché finché si rimane sui concetti generali di protezione dell’ambiente e del fatto che sia necessario fare di più e meglio, siamo tutti d’accordo. Il dibattito sul tema in votazione sta però per fortuna evidenziando che la nuova Legge sul Co2 è un mostro burocratico che costerà un sacco di soldi ai cittadini delle periferie, per non produrre alcun risultato tangibile in termini di riduzione delle emissioni.

Una frase che si sente in giro, tanto banale quanto gettonata, è “dobbiamo fare QUALCOSA per il clima”. Mi trovi un’efficace risposta.

Già lo facciamo e molto bene – l’EPI Index lo dimostra – possiamo fare di più e meglio, non con le tasse, semmai con il progresso tecnologico.

In certi momenti del passato pareva di vedere una possibile alleanza tra UDC e PLR. Ma adesso i due partiti appaiono lontanissimi…

La famosa maggioranza borghese (UDC, PLR e anche qualche PPD) non esiste oramai più. Il PLR vota più sovente con la sinistra che con il mio partito. Purtroppo, il PLR da partito di centrodestra negli anni si è spostato nel centrosinistra, assieme al PPD. Le cittadine e i cittadini che vogliono una maggiore attenzione alla salvaguardia della libertà individuale, un’attenzione al ceto medio e alle PMI, una politica migratoria restrittiva e la salvaguardia dei valori e delle tradizioni del nostro paese, allora non possono che votare UDC.

immagine Pixabay

La cosiddetta “svolta verde” del PLR è stata voluta da una chiara maggioranza della base liberale?

Sarà anche così, ma il recente sondaggio dimostra che due elettori su tre del PLR votano No alla legge sul Co2. Non conosco un solo elettore PLR che mi abbia detto di votare Sì alla Legge Co2.  

Tra i “borghesi” che votano Sì e i rossoverdi ci sarà pure una differenza. Me la dica, per favore.

I borghesi del PLR non sono più borghesi, ma politici che pensano di arrestare l’emorragia dei voti di partito dicendo cose di sinistra. Ma gli elettori votano sempre l’originale, in questo caso i Verdi, perché nella loro incoerenza sono più credibili.

Io sono per natura una persona ottimista. Ma il voto parlamentare su questa legge nella sua cruda entità numerica mi ha impressionato: 135 Sì contro 59 No. Che cos’è  (o che cos’è diventato) il parlamento svizzero?

A parte l’UDC è diventato un Parlamento di partiti di sinistra.

Come mai l’UDC, il primo partito del paese, si è fatta mettere nell’angolo? Come mai non trova alleati? C’è un errore di strategia?

Il presidente dei Verdi, Balthasar Glättli, ha recentemente dichiarato che vorrebbe una grande alleanza di partiti – tutti a parte l’UDC – per portare avanti questi temi. Sa benissimo che con il centro e con il PLR ha buonissime possibilità di approvare nuove tasse ecologiche – il Mobility Pricing sarà la prossima tappa – di firmare l’accordo quadro, di aprire ulteriormente le porte dell’immigrazione incontrollata e di smontare i concetti legati alla famiglia tradizionale. Il nostro unico alleato è il popolo, che è certamente più saggio e lungimirante dei partiti della “grande sinistra”.

L’UDC crede nel cambiamento climatico causato dall’uomo? Questa è una domanda fondamentale! Se sì, come vuole combatterlo?

L’uomo è una concausa ai cambiamenti climatici, non la causa principale. Questo non vuol dire che non si debba avere un’attenzione a ciò che ci circonda, ma bisogna farlo con strumenti efficaci, non con le tasse. E poi bisogna farlo a livello globale, altrimenti non serve a nulla. La Cina produce in poco meno di una giornata le emissioni che la Svizzera produce in un anno intero. Questo dato rende consapevoli che sia necessario ponderare le misure e non farsi prendere dalle emotività.

I leghisti sono i vostri alleati, nevvero? Su molti punti c’è una convergenza evidente. Ma come mai il sindaco di Lugano vota Sì?

Bisognerebbe chiederlo al diretto interessato, la risposta interessa molto anche a me.  

Dove – in quali regioni, in quali ambienti – il No troverà i suoi voti? E ancora: dove invece il Sì è vincente?

Per vincere questa battaglia le periferie dovranno votare in massa No. Le grandi città sono purtroppo in mano a una sinistra completamente scollegata dalla realtà, che però vogliono decidere come bisogna vivere in periferia dove le comodità dei centri sono assenti.

Una vittoria del No quanto gioverebbe all’UDC? Una vittoria del No potrebbe buttare all’aria la “dottrina Gössi” nel PLR?

Una vittoria del No gioverebbe soprattutto alle periferie, ai ceti medi e bassi, al progresso tecnologico e metterebbe finalmente un freno a nuovi progetti di tasse e divieti. Questo è ciò che conta.

Esclusiva di Ticinolive

Relatore

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  • Borradori è un uregiatt, chi dopo tutti questi anni non l'ha ancora capito è un po' fesso.
    E poi si è (giustamente) parlato di fossato tra grandi città e periferie. In una Lugano che si vuole sempre più grande città aperta sul mondo (io non sono del Luganese ma sono stato recentemente alla stazione di Lugano e 3/4 delle persone parlava inglese!) e quindi sempre più "in", una posizione del genere è facilmente spendibile e può far comodo.

  • Qualcuno ha guardato il dibattito rsi di ieri? A sentire Farinelli e Gysin, sembra che se approveremo questa legge non ci saranno più frane in montagna!

    • Non l'ho visto, ma se è come lo descrivi posso solo definirlo "isolazionismo in salsa climatica". È tragicomico, ma mentre rossoverdi & co. continuano a dire (per gli accordi con l'UE, per l'immigrazione, l'economia e che altro) che non dobbiamo chiuderci e pensare di poter fare da soli, in uno degli unici ambiti in cui NON possiamo effettivamente risolvere nulla con le nostre azioni hanno un'opinione totalmente invertita.
      Anche ad approvare leggi dieci volte più severe, anche ad azzerare le nostre emissioni, anche a smettere di respirare per non emettere CO2, i nostri ghiacciai continueranno a sciogliersi, le frane a cadere nelle nostre valli e tutto quanto il resto. Semplicemente noi tutti staremo peggio di prima, senza aver risolto nulla.

      • Commento pertinente e azzeccato, ma bisogna tenere presente che i loro motivi sono di tutt'altro genere.

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