Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si trova a Roma.
Quando è arrivato nella Capitale, la protesta della comunità israeliana lo ha accolto con una protesta, contro la riforma della giustizia, sostenendo che la “democrazia sia a rischio”.
Da settimane, infatti, il premier è travolto dalle proteste contro la riforma della giustizia voluta dal suo esecutivo, il più di destra della storia del Paese.
Itamar Danieli, imprenditore israeliano che vive in Italia, promotore della manifestazione contro la riforma giudiziaria con cui verrebbe tolta alla Corte Suprema la facoltà di bocciare provvedimenti governativi approvati dal Parlamento che risultino in contrasto con le leggi fondamentali dello Stato, ha guidato circa 200 persone radunate in piazza Santi Apostoli, per protestare contro tale riforma. “Israele sarà una democrazia per sempre, non vinceranno”, ha rivendicato Itamar.
Il movimento, che si dichiara spontaneo e apartitico, sostiene: “Qui siamo cittadini israeliani liberi, non organizzati, preoccupati. Destra e sinistra non c’entrano, siamo qui perché vogliamo salvare la democrazia, punto”.
Secondo alcuni, “Il governo italiano e gli altri europei dovrebbero isolare Netanyahu, costringerlo a trattare, anche con sanzioni economiche”. E sarebbe stato un errore accoglierlo.
A chi agli Israeliani radunati in piazza, è stato chiesto della questione palestinese, è stato risposto da Danieli: “Il nostro è un movimento eterogeneo, la nostra priorità è la democrazia in Israele“.
La paura, infatti, è che vengano tolte priorità: “Le intese tra le forze dell’esecutivo parlando di ‘diritto esclusivo’ soltanto degli ebrei israeliani ‘a tutte le aree territoriali della terra di Israele’. Questo significa estendere l’annessione nei territori de facto. E già si intravede la volontà di legalizzare in modo retroattivo alcuni insediamenti illegali, la tendenza è quella”, si denuncia.
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