Primo piano

Mentre noi disperiamo, Tito Tettamanti ci esorta all’ottimismo – Pensiero del giorno

L’umanità è in progresso
Ha ottenuto risultati meravigliosi

“Il progresso eccezionale e stupefacente dell’umanità (specie negli ultimi tre secoli) ha un pesante prezzo. Le vie per le quali si è giunti alla situazione di oggi sono lastricate di sangue, sudore, sacrifici, povertà sordida, crudeltà, indegnità, oppressione dei più deboli, inclusi popoli e governi. Dalla miseria e dalla fame dei nostri lontanissimi e meno lontani antenati. (…)”

“Uno spaventoso contrasto fra tutto il male accaduto e il meraviglioso risultato delle condizioni odierne. Chi può affermare il contrario, anche se moltissimi altri progressi sono necessari?”

Tito Tettamanti  (dal Corriere odierno)

* * * ma…

Nella stretta velenosa del Covid siamo arrabbiati e depressi: a chi/che cosa dobbiamo credere? Al nostro pessimismo e al nostro fastidio oppure al Vecchio Signore (lo dice lui, noi copiamo) che ci avverte: l’umanità – tra sofferenze e peccati inenarrabili – ha conquistato “risultati meravigliosi”.

Non tutti gliela darebbero buona ma la sua ferma opinione… è degna di considerazione.

Relatore

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  • La nave è riuscita a salpare ma non è all’altezza del viaggio.
    Non possiamo abbandonarla perché annegheremmo tutti.
    Perciò la ripariamo lungo la rotta, a pezzi e bocconi,
    a volte riuscendoci meglio a volte peggio.

    Christopher J. Lebron

    Tuttavia la metafora {non narrata nell’articolo stesso comunque (mi sembra) sottintesa} secondo cui siamo tutti sulla stessa nave impegnati a ripararla/migliorarla (Otto Neurath) è (attualmente)seriamente messa in discussione. Proprio perché è nel concetto stesso di essere sulla «stessa» nave/barca che non ci ritroviamo. L’articolo sul CdT in realtà parla (anche) d’altro. Con la bontà di TL / JtR tenterò di essere più chiaro, magari in un prossimo post. Ora mi chiamano in cambusa ;-)

      • Scusatemi TL / JtR,
        che cosa aveva il mio post da essere “bannato” così freddamente?
        Troppo lungo? Troppo vero?
        Ditemi, perdiana!
        Sono un blogger ansioso…

        • Ovviamente non ho/abbiamo cancellato nulla. Avevo LETTO il tuo post e mi era piaciuto. Purtroppo non l'ho salvato.

          Non sei in grado di ripubblicarlo?

          • Ecco, l'ho ritrovato!

            OLTREGOTTARDO

            Prologo
            Il “vecchio” uomo bianco è (ancora) da ritenere un ottimo target economico?
            Come s’usa dire …spesso la risposta è nella domanda stessa.

            L’atomizzazione della società attraverso una sorta di “dittatura delle identità intime” (Dubreuil) è probabilmente un passo strategico per indebolire lo “status popolare tradizionale compatto” ed evitare ogni sua eventuale richiesta di rivendicazioni sul piano economico. Tutto si regge su un meccanismo sociale “costretto” a fragili espedienti, il classico dividere per imperare: precarietà che la crisi pandemica ha evidenziato in modo inconfutabile.

            Per tentare di camuffare alle masse le inevitabili ineguaglianze che andranno comunque a infoltire il popolo degli esclusi, si promette “la crescita” (l’identificazione del consumo di beni con la “libertà”) in contrapposizione a una “illiberale decrescita” (teoria della misura), così da dover considerare quest’ultima come la condanna alla definitiva esclusione delle frange deboli. Un’efficace promessa …azzardata.

            Fine delle premesse.

            Ed eccoci “all’uomo (maschio)-bianco-vecchio” sulla via di diventare minoranza soprattutto sul piano dei consumi: ovvero-destinato-a-perdere-il-primato-di-target-consumistico. In questa corsa contro la decrescita “bianca” stanziale, i mercati si orientano verso una gioventù multiculturale mondializzata (vari i progetti Next Generation ) che si prevede conseguire il primato anche demografico: quindi “prezioso” target dei consumi futuri.

            Tale riposizionamento economico esclude (ha sempre escluso) il dover correre in soccorso di chi non è più rilevante da un punto di vista mercantile. Il birraio di Adam Smith ha (comunque) bisogno di …bevitori. Basterebbe osservare gli spot pubblicitari esotizzanti, così come le gerarchie nei motori di ricerca che assegnano (parrebbe) ai contenuti (anche) della storia dell’arte europea una forte presenza …extra europea. Prodromi di un auspicato coinvolgimento di quel nuovo “humus” culturale con valore …economico?

            Viene così a crearsi una formidabile alleanza tra mercantilismo economico e progressismo intellettuale (liberalismo economico (mercato: destra) / liberalismo culturale (multiculturalità: sinistra) dove “l’identità/uomo/ bianco/insider” è esposta all’accelerazione di un processo sostitutivo così da poter affermare (anche culturalmente) una categoria (ora) outsider prevista tuttavia come nuova frontiera dei consumi: quindi i futuri insider.

            Ecco servita quindi la critica anche storica che partecipa alla demolizione della cosiddetta “supremazia culturale” attuale e che mette all’indice quello “spaventoso passato” fatto di sangue, miseria, fame, sudore e di popoli schiavizzati, (“risultato della supremazia bianca”) quindi da superare immediatamente con un “meraviglioso futuro” vaticinato da un liberalismo culturale (multiculturalità mondializzata: sinistra) sorretto dalla “crescita” e da un consolidamento del liberalismo economico (mercato: destra) verso una necessaria redenzione espiatrice. That’s the way!

          • COMUNICAZIONE DI SERVIZIO.

            Abbiamo trovato tra gli SPAM 2 post di oltregottardo, 4 di postrelativo e 3 di senza quorum.

            Ci piacerebbe sapere perché ma la questione supera le nostre limitate competenze tecniche.

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