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Alla ricerca dell’ Attimo Fuggente: questa volta in teatro di Cristina T. Chiochia

Capitano, mio Capitano!» è sicuramente la frase più celebre di un film della Disney che ha segnato un’epoca e messo d’accordo critica e pubblico per oltre 30 anni.

Per celebrare quel 2 giugno 1989 data in cui usciva negli Stati Uniti , torna in Italia  a Milano, una nuova versione del film cult del regista Peter Weir. 

Anche questa volta, cast tutto al maschile, con i ruoli femminili rilegati all’idea angelicata dell’essere donna , ma questa volta, in teatro e non al cinema.

Complice sicuramente quel modo rassicurante di narrare la storia , spingendola poi fino alla tragedia finale il capolavoro della gioia e della speranza del vivere la propria vita, diventa appunto uno spettacolo teatrale.

Torna insomma il Professor Keating e parte dei suoi allievi più celebri. Lo spettacolo, dal tiolo appunto L’Attimo Fuggente con la regia di Marco Iacomelli farà tappa a  Milano al Teatro Franco Parenti dal 3 al 7 maggio (e a Roma alla Sala Umberto dal 9 al 14 maggio 2023).

Come recita il comunicato stampa:” Marco Iacomelli porta in scena, in uno spettacolo intenso, commovente e corale, la versione italiana dello straordinario testo di Tom Schulman, vincitore del premio Oscar come migliore sceneggiatura originale.Il racconto di una storia d’amore: per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Quell’amore che ci fa aiutare il prossimo ad eccellere, non secondo i dettami sociali strutturati e imposti ma seguendo le proprie passioni, pulsioni, slanci magnifici e talvolta irrazionali.L’attimo fuggente rappresenta ancora oggi, a trentacinque anni dal debutto cinematografico, una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo”. E cosi, con la fisicità di Luca Bastianello, volto noto della TV italiana, ecco che il professore che offriva lunga vita ai sogni dei sui studenti, torna in questa epoca di post covid un modo per riscoprire il futuro che ci attende, con entusiasmo ma anche drammatica visione della realta’.

Grazie anche alla presenza di attori diplomati alla scuola del teatro musicale di Novara, lo spettacolo teatrale di Iacomelli offre una riflessione a chi, in quegli anni, era giovane quanto gli attori in scena: si puà credere ancora ai sogni a 50 anni? Convinti di poter cambiare il mondo? O meglio lasciarsi alle spalle tutto, pandemia compresa, e lasciare ai giovani, la voglia pura di sognare?

In un mondo insomma che ha abituato a tutto, in particolare dopo la pandemia, una produzione sincera come questa incuriosice. E , forse, produce anche la piacevole sensazione di riappropriarsi dei propri 20 anni e sogni, insieme ai propri figli , questa volta al grido “O Capitano, mio capitano!”, insieme: alla ricerca nuovamente dell’attimo fuggente, questa volta, in teatro.

Relatore

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