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Ecco chi erano gli esploratori del Titan morti in un’implosione istantanea

Chi erano i cinque passeggeri del Titan, morti nell’implosione del sottomarino, durante l’esplorazione del Titanic?

Dichiarati morti per una catastrofica perdita di pressione, dopo che la Marina degli Stati Uniti ha rilevato “un’anomalia acustica coerente con un’implosione” poco dopo che il Titan ha perso il contatto con la superficie, a circa 3.800 metri dalla superficie, dopo che sul fondo del mare, a poche centinaia di metri circa dal transatlantico, sono stati trovati i detriti, i cinque uomini i cui corpi non verranno mai più ritrovati, avevano ciascuno una loro storia.

C’era l’uomo d’affari britannico Shahzada Dawood, appartenente a una delle famiglie più ricche del Pakistan, e il figlio Suleman, uno studente di 19 anni. Secondo la zia, il giovane era terrorizzato, ma aveva accettato di prendere parte alla spedizione, soltanto per compiacere il padre Shahzada, che era vicepresidente del conglomerato pakistano Engro Corporation, una grande azienda di fertilizzanti. La famiglia di Suleman stava trascorrendo una vacanza in Canada, quando padre e figlio hanno deciso di imbarcarsi nel Titan.

Suliman col padre, da una foto postata sui social.

C’era il miliardario britannico di 58 anni Hamish Harding, a capo della Action Aviation, società legata all’aviazione con sede negli Emirati Arabi. Harding, appassionato di spazio e avventure, era stato tra i primi a scendere nel punto più profondo della Fossa delle Marianne, il Challenger Deep, nell’Oceano Pacifico.

C’era Paul-Henri Nargeolet, 76 anni, uno dei maggiori esperti al mondo del Titanic, ex membro della marina francese per 25 anni, aveva guidato il Nautilus, il piccolo sottomarino che nel 1987 dopo le prime scoperte confermò la presenza della nave e permise dopo 34 diverse immersioni di recuperare più di 1.800 oggetti del Titanic. Soltanto nel 1985 una spedizione guidata dal National Geographic Explorer-at-Large Robert Ballard e dall’oceanografo francese Jean-Louis Michel aveva scoperto il luogo dove precisamente era affondato il Titanic. Poi, nel 1987, la grande scoperta di colui che, ora, giace accanto al relitto stesso.

C’era il ceo della Ocean Gate Expedition, l’ingegnere aerospaziale Stockton Rush, che non aveva potuto andare nello spazio per problemi alla vista e, così, aveva deciso di esplorare gli abissi. Era stato lui ad aprire al turismo di profondità per permettere a persone facoltose di essere “uno dei pochi a vedere con i tuoi occhi il Titanic”, come scrive il sito della Bbc. Proprio Rush aveva aumentato la capacità dei sottomarini da due a cinque persone e li aveva dotati di vetri lisci per poter osservare i segreti delle navi affondate, prima tra tutte, il Titanic.

Relatore

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