Riceviamo e pubblichiamo.
Di fronte alla linea smaccatamente europeista che caratterizza ormai PS e Verdi e che ha raggiunto un livello esageratamente ostile alla nostra stessa sovranità nazionale e che, schierandoci in un conflitto, mette a rischio la nostra sicurezza, si rende necessaria una candidatura alternativa che resti coerente coi valori originari della sinistra del nostro Paese che sono sempre stati quelli non solo del lavoro ma anche della neutralità, cioè della pace!
Il PS vota a favore della riesportazione di materiale bellico all’Ucraina: una scelta che non solo porta la Svizzera a perdere il suo prestigioso ruolo di mediatore ma che di fatto schiera irresponsabilmente il Paese in un conflitto armato fra la NATO e l’Eurasia che rischia di estendersi (dal Kosovo a Taiwan, fino alla Corea) e di diventare nucleare. I Verdi hanno pure completato la loro svolta globalista e sostengono le sanzioni dell’UE che hanno solo impoverito i lavoratori e danneggiato l’economia nazionale. Di fronte a queste scelte deleterie e contrarie alla stessa tradizione della sinistra svizzera e ticinese, una desistenza del Partito Comunista a favore dei candidati “rosso-verdi” sarebbe stata incoerente.
Nemmeno la destra sa però offrire una risposta ai bisogni della cittadinanza: mentre il presidente nazionale del PLR parla apertamente e irresponsabilmente della necessità di avvicinare l’esercito svizzero alla NATO; l’UDC è tanto “patriottica” da rifiutare la sovranità alimentare del nostro Paese e continua a proporre ricette ultra-liberiste ai danni dei ceti popolari.
Il Partito Comunista e il suo candidato Massimiliano Ay rappresentano l’unica sinistra che – continuando a difendere i diritti sociali e del lavoro – rifiuta l’atlantismo e si colloca a favore del multipolarismo e della cooperazione pacifica con le nazioni emergenti; che resta contraria alla forsennata corsa al riarmo e alla rottamazione della nostra neutralità e che non accetterà mai non solo l’esportazione di armi a un paese in guerra, ma anche l’integrazione alla NATO e l’adesione all’UE.
Partito Comunista
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