Shabbat di fuoco, Shabbat di sacrificio, Shabbat di passione. Sono soldati giovanissimi, quelli che indossano la divisa, imbracciano il mitra e, con la vita negli occhi, affrontano la morte.
Ieri sera, in diretta nazionale, con traduzione simultanea, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che “i nostri soldati sono dentro Gaza” nella nuova fase dell’operazione militare scattata dopo l’attacco del 7 ottobre sferrato da Hamas.
Dopo i raid delle ultime 24 ore, mai così massicci, tank e soldati israeliani sono entrati ieri notte nella Striscia di Gaza per una nuova fase del conflitto.
Netanyahu ha poi commentato che “se Israele non vince questa guerra si diffonderà il male. Per questo la nostra sarà la vittoria del bene sul male“. Netanyahu ha poi ricordato alla nazione che Israele ha “il sostegno di tutta la comunità internazionale”. Il primo ministro ha ringraziato espressamente i leader di Gran Bretagna, Francia e Italia che sono stati in visita a Tel Aviv per sostenere Israele.
“Se perderemo” ha poi aggiunto “allora vorrà dire che il male ha vinto sul mondo”.
Contemporaneamente, però, in tutta Europa si sono tenute manifestazioni pro Palestina: in Germania, in Francia, in Italia dove, a Roma, un manifestante ha strappato la bandiera d’Israele dal palazzo della FAO, tra gli applausi dei rivoltosi.
Quel che è peggio è che in Turchia Erdogan, sfoderando ipocrisia, lui – che aveva chiesto il Cessate il Fuoco immediato – ha radunato una nutrita folla per inneggiare alla Palestina e alla distruzione di Israele, arrivando a giustificare Hamas.
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