Poi l’imperatore d’Asburgo Massimiliano I aveva fermato l’esercito francese in Svizzera. Forse temeva veramente che il papa potesse ferirsi. Moralmente, s’intende.
Comunque, tornando all’Ariosto, doveva essere proprio un crudele gioco del destino, quello del poeta. Scampato ai pesci del pontefice fu costretto a trattare di nuovo con lui. Due anni dopo, al seguito del duca Alfonso d’Este, tornò al cospetto di Giulio II per chiedere che si riconciliasse con gli Estensi, dopo che questi si erano alleati coi Francesi. Ancora una volta il Papa non volle sentire ragioni, né pensò a placare le sue ire. Duca e poeta furono costretti a fuggire di corsa per i corridoi Vaticani, per sottrarsi alle furie di sua Santità.
Di sicuro meglio fu, per Ariosto, sottrarsi al rischioso ruolo di politicante e ritornare nella più tranquilla Ferrara dall’amata Alessandra Benucci, musa ispiratrice dell’Orlando Furioso, che avrebbe, più tardi sposata in segreto, per poi vivere con lei, per sempre.
Eredità del tempo che fu, saranno certamente le Arti, la Cultura, la Scienza. Irrilevante ed assente, la diplomazia.
Chantal Fantuzzi
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