La leggenda dell’Uccello bianco
Di Jean Olaniszyn (gennaio 2023)

L’aereo supersonico Concorde entrò ufficialmente in servizio il 21 gennaio 1976 sulle linee
Parigi-Dakar-Rio de Janeiro e Londra-Bahrein.

Il 26 novembre 2003 fece l’ultimo volo mettendo così fine all’incredibile avventura del progetto
dell’Aérospatiale-BAC Concorde, noto semplicemente come Concorde.

L’aereo leggendario, capace di raggiungere i 2368 km/h, cessò definitivamente il servizio il
24 ottobre 2003 e l’ultimo dei 20 costruiti (dei quali solo 14 utilizzati per voli commerciali)
effettuò simbolicamente l’ultimo volo – senza passeggeri – il 26 novembre 2003 da Londra
all’aeroporto Filton Airfield di Bristol, dove tuttora si trova.

Il primo volo del prototipo fu effettuato il 2 marzo 1969 con ai comandi il pilota collaudatore
francese André Turcat, ma il Concorde entrò ufficialmente in servizio solo il 21 gennaio 1976 sulle
linee Parigi-Dakar-Rio de Janeiro e Londra-Bahrain. A novembre dell’anno successivo iniziarono i
voli verso New York.

L’uccello bianco, lungo 56 metri, con 100 posti a sedere in una sola classe, chiamata
“supersonica” codificata “R”, volava ad una velocità di crociera di 2150 km/h superando la
barriera del suono e permetteva di percorrere la tratta Londra-New York in 3 ore e 30
minuti.

La progettazione degli interni del Concorde, in principio affidata a un team di ingegneri
aerospaziali, fu negli anni rivisitata da designer: il primo progetto degli interni fu disegnato
nel 1975 da Raymond Loewy, il secondo e il terzo nel 1985 e nel 1988 da Pierre Gauthier-
Delaye e il quarto nel 1995 dallo studio Ecart di Andrér Putman.

L’atto di nascita ufficiale del progetto Concorde porta la data del 29 novembre 1962. In quel giorno,
a conclusione di una serie di contatti preliminari iniziati l’anno precedente, il Ministro per l’
Aviazione inglese, Amery, e l’ Ambasciatore francese in Gran Bretagna, De Courcel,
sottoscrissero, alla ‘Lancaster House’ di Londra, l’accordo fra i due Governi per lo sviluppo e la
produzione in comune di un velivolo supersonico da trasporto commerciale.

Il generale de Gaulle lo battezzò “Concord”, termine comune ad entrambe le lingue e
riferito all’intesa tra i partner. Una controversia sulla presenza o meno della “e” finale
oppose i due paesi. Nel 1967, il ministro britannico Anthony Wedgwood Benn, finì per
dichiarare che l’aereo supersonico si sarebbe chiamato “Concorde” in entrambe le lingue,
francese e inglese, evocando la “e” finale in “Excellence”, “England”, “Europe”, “Entente”.

All’atto della firma dell’accordo preliminare era previsto lo sviluppo di due versioni di un medesimo
tipo base, uno a medio e uno a lungo raggio, ma dall’esito dei primi sondaggi di mercato presso le
aviolinee, si scelse di concentrarsi solo sul tipo intercontinentale. Senza particolari problemi fu
invece la scelta dei propulsori, in quanto una versione avanzata del turbogetto Olympus 593, già
da tempo prodotto dalla Bristol Siddeley, poi confluita nella Rolls Royce, venne unanimamente
scelta come la più adatta.

Il 30 giugno 1973 il Concorde 001 venne utilizzato per un esperimento scientifico in occasione
dell’eclisse solare, con un volo supersonico da Las Palmas (Gran Canaria) à Fort-Lamy
(N’Djamena) che permise a un folto gruppo di scienziati a bordo di osservare l’importante
fenomeno astronomico per circa 80 minuti, contro i pochi minuti di osservazione consentiti dalle
stazioni a terra. Il 18 settembre dello stesso anno il Concorde atterrò a Dallas Fort Worth in
occasione della cerimonia di apertura dell’aeroscalo e nel volo di ritorno da Washington a Orly
stabilì il nuovo record di velocità su questa rotta con un tempo di volo di 3 ore e 33 minuti, contro le
3 ore e 39 minuti del precedente primato detenuto da un bombardiere B-58 Hustler dell’USAF.
La tragedia che decretò la fine dell’aereo supersonico franco-britannico.

Il 25 luglio 2000, alle 16.42, il Concorde AF4590 di Air France decollò dalla pista 26
dell’aeroporto parigino di Roissy-Charles-de-Gaulle diretto a New York, ma il suo volo si
interruppe appena due minuti dopo schiantandosi su un hotel di Gonesse, nei pressi
dell’aeroporto di Parigi-Le Bourget dove il pilota stava dirigendo l’aereo per cercare un
atterraggio di fortuna. Morirono 113 persone, 109 tra passeggeri e personale di bordo e 4
persone nell’hotel.

A provocare il disastro era stato un frammento metallico in titanio perso da un DC-10 della
compagnia statunitense Continental, decollato pochi minuti prima del Concorde che forò
una gomma provocando un esplosione che causò l’incendio del serbatoio del velivolo.
Con l’ala sinistra a fuoco e avendo ormai raggiunto i 350 km/h, i piloti Christian Marty (53
anni) e Jean Marcot (50 anni) non riuscirono a fermare l’aereo sulla pista. Nonostante i
danni riportati l’aereo si staccò da terra, ma il carrello non rientrò. L’aereo non fu quindi in
grado né di prendere quota né di accelerare, mantenendo la velocità di 200 nodi
(370 km/h) e un’altezza di 200 piedi (60 metri) e a causa della spinta non simmetrica
l’aereo si inclinò. L’equipaggio ridusse la spinta dei motori 3 e 4 per livellare l’aereo, ma la
velocità del velivolo diminuì ulteriormente mandandolo in stallo con il subitaneo inevitabile
schianto.

Questa tragedia affrettò la fine della carriera dell’aereo supersonico.Consiglio di visitare il museo di Sinsheim, nel sud della Germania, dove oltre a salire su unConcorde si può anche salire sul TU-144 (il “Concorde”sovietico).

André Turcat, pilota collaudatore e primo comandante del Concorde
Aeroporto di Tolosa, 2 marzo 1969, il Concorde è pronto al decollo. Il comandante Turcat
è alto, magro, con la testa rasata e il naso fortemente adunco: quando sale la scala
posizionata sul muso dell’aereo sembra un condottiero rinascimentale.

Dopo 27 minuti di volo sulla valle della Garonna ad aspettare il Concorde sulla pista
dell’aeroporto di Tolosa ci sono il presidente della Sud-Aviation, Sir George Edward,
presidente della British Air Craft Corporation e Brian Trubshaw, pilota del prototipo inglese
Concorde 002.

Nella conferenza stampa, Turcat è di poche parole, dichiarando soddisfatto: “la machine
vole, et je peux ajouter qu’elle vole bien”.

Il nome di André Turcat è noto da tempo al mondo dell’aeronautica. Nato nel 1921 a
Marsiglia, sposato, tre figli, Turcat si è laureato all’Ecole Polytechnique nel 1942 e ha
ottenuto il brevetto di pilota nel luglio 1947 su un MS-315 a Châteauroux.

Dopo l’ingaggio nell’aviazione militare dove ha svolto anche le funzioni di direttore delle
operazioni francesi in Indocina, nel 1950 fu assegnato al Flight Test Center e poco tempo
dopo ne assunse la direzione. Nel 1953 entrò a far parte della Nord-Aviation, come capo
collaudatore e fu il primo in Europa nell’agosto 1954 a superare la barriera del suono sul
velivolo sperimentale Gerfaut-1. Nel 1957 stabilì altri record sul Gerfaut-2 e sul Griffon
battendo il record mondiale di velocità in circuiito chiuso.

Nel 1959 ricevette a Washington dalle mani del vicepresidente Richard Nixon il trofeo
internazionale “Harmon”, il più alto riconoscimento aeronautico assegnato ogni anno negli
Stati Uniti.

Turcat entrò a Sud-Aviation nel 1962 per la sua conoscenza dei voli supersonici e la sua
specializzazione nei motori ad alta potenza. Divenne così il capo collaudatore del
Concorde.Con cinquemila ore di volo all’attivo su 110 velivoli di diverso tipo, André Turcat, è un
ufficiale della Legione d’Onore.Incontro con André Turcat

André Turcat (1921-2016) è stato un pilota di aerei da leggenda, un pioniere dell’aviazione
moderna, sia militare che civile, detentore di molti record e il suo nome sarà per sempre
associato all’epopea del Concorde.

Personalmente ho avuto l’onore di volare diverse volte con André Turcat con il quale si è
instaurata una relazione di profonda amicizia

Dopo l’abbandono della carriera di pilota professionista, André Turcat si è laureato in
lettere e storia dell’arte e in storia delle religioni. Come scrittore ha pubblicato diversi libri
sia sull’aviazione – in particolare sul Concorde – sia su vari temi in relazione ai suoi studi
letterari e artistici, progetti sviluppati anche con il sottoscritto, in particolare un progetto
sulle chiese e i luoghi nascosti sparsi in tutta Europa dedicati all’Arcangelo Michele,
sfociato in un album dal titolo “La pesée des âmes” (Edizioni ELR, Losone 2011).

Ricordo ancora con grande emozione i nostri incontri a Beaureceuil, piccolo villaggio del sud della Francia, dove ci intrattenevamo con lunghe discussioni sulla storiadell’aviazione, sfogliando il “Dictionnaire historique du ciel” di Lucien Robineau, suo​​collega all’Accademia dell’aria e dello spazio, ascoltando “La mer” di Debussy sotto ilporticato della sua magnifica villa ai piedi del famoso Mont Saint Victoire, immortalato dal pittore Cézanne in suoi molteplici dipinti.

Immagini:

1) Hangar per la costruzione del Concorde

2) Concorde in volo

3) Alle 15h38m del 2 marzo 1969, il pilota collaudatore e comandante André Turcat fa
decollare l’aereo supersonico Concorde per il suo primo volo.

4) L’equipaggio del primo volo del Concorde (da sinistra a destra) : Michel Retif, meccanico,
André Turcat, pilota collaudatore e comandante, Henri Perrier, ingegnere di bordo, Jacques
Guignard, co-pilota (28 febbraio 1969).

5) Jean Olaniszyn con l’aviatore francese Andrè Turcat, nel 2008, nella sua villa a
Beaurecueil, piccolo villaggio del sud della Francia, situato ai piedi del famoso Mont Saint
Victoire (immortalato dal pittore Cézanne). Fotografia di Mario Dondero (1928-2015).

Relatore

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