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Campione d’Italia “Fate il vostro gioco” – di Diego Zanoni

Torna a Ticinolive Diego Zanoni, con il suo tipico stile, pittoresco, graffiante, fantasioso e sarcastico. Niente aeroporto oggi: solo la triste vicenda dei nostri vicini di Campione d’Italia.

* * *

foto Pixabay

In questo psico sanitario mondo giunto all’alba di un nuovo medioevo, equità e democrazia le troviamo raramente e uno dei posti dove meglio si palesano è nei casinò, proprio così. Nel democratico mondo dei ludopati se vinci ti pagano e se perdi paghi tu, se sei bravo ti premiano e se fai il mariuolo ti cacciano, semplice. In Italia il casinò, da luogo di depravazione diventa quindi tempio di democrazia liberale mentre fuori, nella vita reale il processo è stravolto, avviene tutto al contrario, se perdi non paghi e se vinci forse ti pagano, sempre che tu non sia morto prima di vecchiaia. Chiudiamo tutto, poi riapriamo tutto, poi forse no, riapriamo a giorni alterni e decidiamo oggi per ieri, comunque sia voi imprenditori, commercianti e sciatte partite iva non beccate un Euro anzi, vi diamo una mancetta e se saltate in aria poco male affari vostri, l’importante è tutelare i fans che ci votano, usare il denaro pubblico per tenerseli fedeli ed essi in cambio ci garantiscono la poltrona, un ottimo stipendio e pensioni da re, tutto qui.

Insomma, siamo una Nazione in autogestione, ridotta ad essere un gigantesco ufficio di collocamento, un parcheggio multipiano per disoccupati cronici che hanno trovato rifugio nelle accoglienti stanze dei bottoni che si divertono a pigiare come fossero in un luna park, cercando di vincere il pesciolino usando le nostre esistenze come palline. Campione di cotanta ignavia ne è sommo esempio: dopo 2 anni di stillicidio in cui il più importante casinò d’Europa è stato chiuso, dichiarato fallito e seppellito come fosse il diavolo, la Cassazione ultimo baluardo della infinita scala della giustizia Italiana ha sentenziato giorni or sono che esso non poteva fallire anzi forse, comunque non poteva chiudere in quel modo. La suprema corte ha in sostanza sentenziato che malgrado i peccatori fossero palesi, il diavolo era altrove ed ha rinviato al Tribunale i dovuti riscontri. In sostanza la vita di 1500 anime che da anni campavano con la vacca sacra, una florida economia ed un indotto generato da 600 mila turisti l’anno sono tutti andati in malora forse per nulla, negando ai cittadini anche la soddisfazione della certezza.

La Cassazione ha quindi rinviato al Tribunale Ordinario il riesame delle procedure il quale, con una velocità senza precedenti al mondo, ha fissato udienza per la presentazione di un nuovo piano industriale in una settimana, ma non finisce qui perché Campione, pur avendo un nuovo Sindaco, rischia di finire di nuovo commissariata se non si riesce ad approvare il bilancio Comunale, un bilancio appesantito e condizionato dalle cause di liquidazione dei vari ex dipendenti e non solo loro.

Se in Italia vigevano le leggi dei casinò di sicuro qualcuno pagava e pagava anche i risarcimenti danni, ma poiché siamo nel paese di pulcinella nessuno pagherà nessuno state certi, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato come si dice a Napoli. Nella migliore tradizione popolare di questa gloriosa Nazione oggi diventata patetica, chi ha sbagliato non pagherà una mazza, chi ha ragione se la prenderà esattamente in quel posto e se poi qualcuno ci rimette poco male, oggi a me domani a te.

Il “sarcofago” dell’Archistar Botta da Casinò è diventato insomma un gran Casino, sepolto dall’infamia e dalla malversazione come fosse Chernobyl ed ora forse rivalutato per cercare di rilanciarlo e salvare capre e cavoli anzi, solo i cavoli visto che le capre senza di essi non mangiano. Per fare ciò chiedono al Sindaco un piano di sviluppo in 7 giorni e la approvazione del devastato bilancio Comunale le cui entrate sono annientate e le uscite monopolizzate dalle liquidazioni d’oro degli ex golden boy della precedente giunta oggi indagata insieme ad un nutrito stuolo di compagni di merenda.

Eppure sarebbe tutto molto semplice, basterebbe affiancare all’attuale giunta un commissario del Ministero dello Sviluppo Economico che coadiuvi il nuovo Comune in tutti i necessari passaggi finalizzati al rilancio economico e sociale della ex enclave d’oro, sostenendo la attuale amministrazione con un prestito garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti che possa dare un minimo di respiro alle depredate casse Comunali. Sceriffi, banditi e delinquenti se ci sono o ci sono stati è affare che riguarda la Procura non la nuova giunta insediatasi ieri e obbligata tra le tante faccende anche a subire col cappio al collo le conseguenze di una perdurata e sistematica malagestione che era oltretutto affare del Commissario Giudiziario definire, proprio per consentire alle nuove amministrazioni di potersi insediare in un contesto ripulito da anni di spregiudicati approcci.

In sostanza quindi: il Casinò poteva non fallire ma forse sì anzi, un po’. I dipendenti assunti a iosa per contare le anatre ora devono essere liquidati con soldi che non ci sono più, un piano di rilancio per il Casinò che una mega società come la Deloitte potrebbe redigere in 6 mesi deve essere sviluppato nella settimana di Natale, le depredate casse del Comune devono essere riempite in 3 mesi con metà della popolazione in cassa integrazione e l’altra metà in pensione, senza aiuti di Stato e senza che ancora non siano stati definiti i colpevoli e consentire al Comune di costituirsi parte civile e tutto ciò in pieno lockdown, in piena pandemia mondiale e nella più grave crisi finanziaria della storia.

Però, non tutti i mali vengono per nuocere, quanto accaduto e quanto sta accadendo è in realtà il miglior biglietto da visita per l’invito a bordo sulla nave Italia. Da provincia di Lugano oggi Campione è diventata provincia di Como e non saranno certo le targhe delle auto o particolari agevolazioni a schermare questa bella enclave dal mortale virus della politica e burocrazia italiana dalla quale, bene o male, siete stati lontani per decenni e che ora si palesa in tutta la sua magnificenza.

Ora però il virus Italia è giunto a voi e non esiste vaccino, la unica possibilità di sopravvivenza è acquistare monopattini ed iniziare rapidamente a sviluppare l’immunità di gregge, la stessa valida per il covid 19, con la differenza che quest’ultimo si potrà debellare con una puntura mentre per le lacrime, la disperazione, la ignavia e la protervia del migliore made in Italy non ci sarà mai cura o meglio, non saranno certo questi pirati che nel 2021 vi lasciano ancora con la spazzatura in casa che la troveranno.

Ad maiora
Diego Zanoni

Relatore

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  • Questo articolo di Diego Zanoni mi sembra un minestrone superficiale che mette dentro tutto e il contrario di tutto senza approfondire niente. Inoltre lo scrivente (oppure chi ha pubblicato l'articolo) ignora che "comunale" è un aggettivo e quindi si scrive con la minuscola.

    • mi pare davvero un commento superficiale il Suo piuttosto che l'articolo. L'autore ha molto probabilmente scelto di mettere in maiuscolo le parole che ritiene di maggiore rispetto.
      E' proprio vero che alcuni guardano il dito ...

      • Mettere in maiuscolo un aggettivo (come quando scrive "casse Comunali" - sostantivo in minuscolo e aggettivo in maiuscolo) per maggiore rispetto? Ma che cosa sta dicendo?? Qui parliamo di un aggettivo e non di un sostantivo e quindi a scuola le avranno insegnato che, eccezion fatta per gli acronimi di enti, organizzazioni e istituzioni, per gli aggettivi non è prevista la maiuscola. A parte questo, che comunque è un dettaglio (probabilmente nemmeno imputabile allo scrivente), l'articolo è molto confuso, impreciso, mette troppa carne al fuoco e propone soluzioni semplicistiche, tipico di chi queste vicende non le ha vissute sulla propria pelle. Mi sembra che nel testo si tenda a confondere gli effetti con le cause: il disastro accaduto a Campione non è riconducibile a quello che lo scrivente definisce "virus Italia" o alla burocrazia italiana, ma è il prodotto di una serie di scelte sbagliate e di malamministrazioni che si sono succedute nell'enclave nell'arco di decenni.

        • 1) Riguardo alle maiuscole (una questione di importanza forse non planetaria) si esprimerà l'autore dell'articolo.

          2) Immagino che Ticinolive, che è un portale molto aperto, sarebbe lieto di concedere ospitalità anche a pareri di tutt'altro tenore.

          3) L'immagine "popolare" del disastro è ben definita (ma evt contestabile): un'amministrazione dissennata, clientelare ed approfittatrice al tempo (lungo) delle "vacche grasse", un tempo che oggi è finito. È un'immagine realistica? O caricaturale? Zanoni ha espresso il suo giudizio. Può essere contraddetto? Ma sì, se uno si dà la pena di farlo..

          • Forse lei ha letto frettolosamente il mio commento. Infatti ho scritto:"Il disastro accaduto a Campione non è riconducibile a quello che lo scrivente definisce "virus Italia" o alla burocrazia italiana, ma è il prodotto di una serie di scelte sbagliate e di malamministrazioni che si sono succedute nell'enclave nell'arco di decenni". Quindi sono perfettamente d'accordo con ciò che lei scrive nel punto 3, cioè che le cause del disastro sono interne e non esterne, locali e non nazionali. Però nell'articolo ci sono tante superficialità come quelle che riguardano la descrizione (banale e ridicolizzante) dell'iter giudiziario: per l'esattezza si è fatto ricorso contro il fallimento del casinò e la magistratura ha stabilito in secondo e terzo grado che c'erano dei vizi formali nella procedura di fallimento (che quindi andrà rifatta), ma ha negato che il casinò non potesse fallire, come pretendeva il creditore che ha fatto ricorso in Cassazione, ossia la Banca Popolare di Sondrio (in questo caso l'aggettivo in maiuscolo ci sta). Inoltre lo scrivente da dove ha dedotto che la Cassazione "ha sentenziato che malgrado i peccatori fossero palesi, il diavolo era altrove"? Cosa vuol dire questa frase che sembra scritta solo per il gusto di farlo senza spiegarne il senso? La Cassazione doveva, come ha fatto, pronunciarsi semplicemente sul fallimento del casinò. Nel frattempo ci sono stati dei rinvii a giudizio sul crac del casinò e il processo inizierà a febbraio a Como. Ma poi le inesattezze si susseguono nell'articolo, come quando si scrive che il Tribunale di Como ha richiesto "la presentazione di un nuovo piano industriale in una settimana", non è vero: son 15 giorni... pochi? Comunque non sono 7. Poi scrive che " le depredate casse del comune devono essere riempite in 3 mesi con metà della popolazione in cassa integrazione e l’altra metà in pensione ". Per quanto riguarda i tre mesi è la legge italiana che stabilisce che se un'amministrazione comunale non riesce a redigere un bilancio entro il primo trimestre dalla sua nomina decade e in ogni caso il comune di Campione ha chiesto una proroga e un anticipo di liquidità al governo che poi restituirà a rate. Poi non è vero che la metà della popolazione è in pensione e l'altra metà in cassa integrazione. La cassa integrazione non c'è mai stata per i dipendenti del casinò: c'è stata la disoccupazione italiana (scaduta a novembre) per gli ex lavoratori residenti a Campione e in Italia e la disoccupazione svizzera per gli AIRE, anche questa vicino alla scadenza o forse già scaduta. Per quanto riguarda gli impiegati comunali anche in questo caso non c'è cassa integrazione: 86 dei 102 dipendenti comunali di Campione d'Italia sono stati messi in mobilità a seguito del dissesto finanziario del comune, alcuni di essi si sono successivamente licenziati per poter usufruire della disoccupazione. Inoltre il debito che ha il comune nei confronti dei suoi ex impiegati non è dovuto tanto a cause di liquidazione, come fa intendere l'articolo, ma per degli arretrati nei pagamenti degli stipendi di parecchie mensilità (circa un anno). Potrei continuare ancora a lungo, citando altre inesattezze e analisi superficiali, ma facciamo notte. Mi limito a evidenziare un'ultima frase dell'articolo "se in Italia vigevano le leggi dei casinò di sicuro qualcuno pagava", dando a intendere che le quattro case da gioco italiane si siano mosse in una sorta di far west o terra di nessuno, quando in Italia le leggi che regolamentano il gioco d'azzardo, soprattutto per ciò che riguarda i casinò, sono normative molto stringendi, che per esempio, alla stato attuale, impediscono ad un privato di essere socio dell'ente pubblico che gestisce una casa da gioco. In sostanza si fa prima a dire le cose esatte presenti nell'articolo che ad elencare quelle errate o imprecise.

          • Vedo che lei è MOLTO informato. Tenga presente che il portale ha pubblicato Diego Zanoni come "ospite". Non si tratta di un pezzo redazionale.

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