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Chiedo a Lugano di realizzare l’ “Atelier dei venti”

L’«Atelier dei venti» rinfresca le idee (titolo originale)

Discorso del professor Luca Gambardella pronunciato al Palazzo dei congressi in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno 2020

Buongiorno e Buon Capodanno Lugano. Per me è un piacere, un onore e un gran privilegio essere qui con voi a festeggiare l’inizio del nuovo anno.

Saluto il Signor Sindaco, le Autorità civili e religiose, l’Egregio Signor König, le Cittadine e i Cittadini, le Colleghe e i Colleghi, le Amiche e gli Amici insieme a tutte le persone che hanno a cuore il presente e il futuro di una città unica, bella e viva.

Sono un informatico con la passione per la scrittura e per l’arte e trovo che il 2020 sia un anno molto speciale. Un anno tutto tondo, fatto di numeri pari, 20 20, numeri pari che si ripetono e si rincorrono. E se socchiudo gli occhi e lo sussurro, venti venti, sento aleggiare su Lugano un vento carico di idee, di idee in movimento che si inseguono e si rinfrescano. E non dobbiamo chiudere le finestre, no, non dobbiamo chiudere le finestre. Dobbiamo lasciarle aperte soprattutto nella mente e nel cuore. E dobbiamo saper ascoltare questi venti e li dobbiamo aiutare a crescere e a diventare sempre più forti.

E sentiamo il vento della cultura. Il LAC, il MASI che nel 2020 festeggiano cinque anni di attività. Sono usciti dalla culla, hanno imparato a camminare e a comunicare. Risuona la musica, volteggiano i ballerini, si susseguono le mostre in un vortice di passioni e di cultura che inonda noi e il resto del mondo.

E sentiamo il vento dell’università e dell’innovazione. USI e SUPSI hanno passato i primi vent’anni. Ancora venti, venti, come i venti che portano studentesse e studenti, congressi scientifici di livello internazionale, ricerca e innovazione che arricchiscono il mercato e le nostre vite.

E sentiamo il vento dell’energia ma soprattutto l’energia dei venti. La città dell’energia è una città che s’impegna in modo continuativo a favore dell’utilizzo efficiente dell’energia, della protezione del clima, delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile. Un vento fresco soffia su Lugano, non da oggi, ma oggi il vento ha un nome, “Lugano città dell’energia”, un vento che aiuterà a disegnare nuovi quartieri e a riqualificare il lungolago.

E sentiamo i venti che vengono da nord e da sud. Attraverso l’AlpTransit e il traforo del Ceneri ci avvicinano alla Svizzera e all’Europa, con nuove idee, nuovi progetti, con lavoratori e studenti che si spostano e si mischiano ai tanti turisti che, oltre alla brezza del lago, potranno alzare gli sguardi e festeggiare con noi i 130 anni della Funicolare del San Salvatore.

E sentiamo il vento del divertimento. È partito questa estate da Lugano Marittima, ci ha accarezzato nei concerti estivi e lo sentiamo soffiare durante il Natale. Devo proprio confessarlo, il Natale di Lugano mi piace, vivo di gente, col suo splendido albero, le bocce luminose, gli chalet, il vino, le chiacchiere, la musica, il ghiaccio, la neve, ma anche droni e proiezioni digitali, … e soprattutto giovani che si confrontano e si divertono.

E sentiamo il vento delle idee in movimento. Lugano Living Lab idee in movimento, sì proprio questo è il sottotitolo di questa iniziativa, idee in movimento. Un laboratorio voluto dalla Città che

facilita l’interazione tra cittadini, pubblica amministrazione, mondo accademico, culturale, aziendale e i centri di ricerca. Un laboratorio che ha favorito il connubio tra arte visiva e intelligenza artificiale con l’installazione “NeuralRope#1, Inside an Artificial Brain” nel tunnel perdonale di Besso.

E questi venti che portano con sé cultura, materia, digitale, cittadini e ricerca mi aiutano a riflettere sul mondo di oggi e sul mondo che verrà. Un mondo che è e che diventerà sempre di più ibrido, un mondo dove donne/uomini, ma anche macchine e intelligenze artificiali, dovranno trovare il giusto equilibrio e la giusta armonia. Lo sappiamo, viviamo già in un mondo ibrido, abbiamo addosso uno smartphone, siamo eternamente connessi e interagiamo continuamente con intelligenze artificiali sempre più sofisticate. Leggiamo, sperimentiamo e soprattutto sappiamo che i futuri team nel mondo del lavoro e nella vita in generale, saranno composti non solo da esseri umani, ma sempre di più da macchine e da intelligenze artificiali.

In questo nuovo mondo ibrido dobbiamo cogliere, ascoltare e incanalare i venti del progresso e del cambiamento. Anch’io sono cresciuto nell’era delle figurine, delle cartoline, della televisione in bianco e nero e delle cabine del telefono. Da analfabeta digitale mi sto abituando a questo nuovo mondo ibrido, con qualche fatica ma mi sto abituando. E capisco che quando guardo indietro i venti si fermano e il tempo mi sorpassa inesorabile. Allora, teniamoci stretti l’etica e i valori ma ascoltiamo questi venti che portano con sé grandi cambiamenti a livello tecnologico, economico e sociale, inclusi la trasformazione delle relazioni e della comunicazione.

Questo è valido per noi adulti ma soprattutto per le nuove generazioni. In questo mondo ibrido per i giovani diventa cruciale la capacità e la possibilità di esprimere la propria individualità e la propria socialità, di agire in maniera responsabile, di divertirsi, di protestare, sì anche di protestare e di crescere in maniera armoniosa. Nel recente studio internazionale PISA sulle capacità di lettura, di comprensione e sintesi degli studenti di 15 anni ho trovato molto interessante che i test non vengano più eseguiti leggendo solo testi tradizionali ma anche blog, dati e informazioni che provengono da internet e dal web.

E quindi abbiamo bisogno del vento della consapevolezza digitale. I ragazzi hanno bisogno sì di sviluppare competenze digitali e il pensiero computazionale, ma anche di sviluppare senso critico perché interagiranno sempre di più con macchine intelligenti e non solo con colleghi e amici. Per questo, dobbiamo incoraggiare lo studio delle materie umanistiche, storia, filosofia, italiano, arte perché le nuove generazioni non siano pigre di fronte alla tecnologia ma la sappiano utilizzare, valutare e criticare adeguatamente.

Cito qui il sig. Angelo Dalle Molle (1908-2002), filantropo e visionario illuminato, fondatore trentadue anni fa dell’istituto di ricerca IDSIA USI-SUPSI che porta il suo nome. Istituto che si occupa non solo di intelligenza artificiale, di robotica, di intelligenze capaci di imparare ma anche di formare studenti e di trasferimento tecnologico. Istituto nato proprio in questa città, a Lugano nel palazzo Rezzonico e che a Lugano tornerà nel campus comune USI-SUPSI di Viganello a settembre. “I progressi della scienza in generale e quelli dell’informatica, ai suoi inizi in particolare, non dovevano asservire l’uomo ma piuttosto essere al suo servizio”.

E allora mi piacerebbe nell’anno 2020, l’anno dei venti, l’anno dei vent’anni per i nati nel 2000, di sentire un vento nuovo, un vento che unisca digitale e cultura, scienza e arte, etica e tecnologia, un vento dei giovani e per i giovani, che nasca nella città di Lugano e qui si possa rafforzare e contribuire al loro e al nostro futuro.

E allora chiedo alla Città di Lugano di realizzare l’Atelier dei venti, uno luogo fisico, un luogo di incontro, con begli spazi, spazi attrezzati con strumenti e laboratori, dove artisti, scienziati, scrittori e giovani di diverse estrazioni, discipline e culture possano confrontarsi, realizzare nuove idee, crescere e anche sognare. Sì, questo spazio manca e ne sentiamo la necessità: l’Atelier dei venti, un luogo fisico dove i venti della scienza, dell’arte, della cultura e della consapevolezza digitale possano diventare vortice, rinfrescare le idee e generarne di nuove.

Luca Maria Gambardella

Direttore, Istituto Dalle Molle di studi sull’Intelligenza Artificiale USI-SUPSI

 

Relatore

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