Arte

Drammatica nudità femminile nell’opera di Yuval Avital – Da Israele alla valle di Blenio

NOTA BENE. Questo articolo è stato modificato rispetto all’originale. L’Editore non intendeva urtare la sensibilità di chicchessia. Se lo ha fatto, lo ha fatto involontariamente e se ne dichiara dispiaciuto.

Lo stabilimento industriale Cima Norma di Dangio-Torre, che ha chiuso la sua attività nel lontano 1968, si è trasformato in questi ultimi anni ne La Fabbrica del Cioccolato, un complesso dedicato all’Arte, dotato di loft, atelier, foresteria, grandi spazi espositivi.

Ieri alla Fabbrica c’è stato un vernissage importante. L’artista israeliano Yuval Avital ha presentato, davanti a un folto pubblico, “Three grades of foreignness”, un’opera il cui elemento centrale è la video-istallazione “Foreign Bodies”, girata in vari siti della Val di Blenio nello scorso ottobre.

Erano presenti all’inaugurazione la Sindaca del comune di Blenio Claudia Boschetti Straub, il presidente dell’Associazione Svizzera-Israele (sponsor dell’evento) dottor Adrian Weiss, il presidente e direttore artistico della Fondazione Franco Marinotti, il vicepresidente (ma in effetti il pioniere di questa nuova splendida realtà) Giovanni Casella e la sorella di Giovanni Maria Pia Hartpence-Casella.

Con la mostra personale “Three Grades of Foreignness”, frutto di un’accurata attività di ricerca sul territorio svolta da Yuval Avital nel corso della sua permanenza in Valle di Blenio, l’artista presenta tre opere in dialogo con gli spazi espositivi della Fondazione La Fabbrica del Cioccolato, realizzate con lo scopo di esplorare la complessa relazione che intercorre tra uomo e natura. Il percorso si snoda attraverso un mosaico di suoni, immagini e luci, nel quale il pubblico si muove alla scoperta di tre istallazioni interconnesse rappresentanti tre differenti fasi di questo rapporto: alienazione, conflitto e ricongiungimento.

Le tre istallazioni hanno nome “Foreign Bodies”, “Lands” e “Re’hem” (grembo). Presentiamo qui la prima, di gran lunga la più spettacolare, dove i corpi totalmente nudi delle modelle (“ballerine” che in realtà non ballano affatto ma entrano drammaticamente in contatto con la natura) hanno – tutto sommato – poco di erotico ma assumono una valenza di profonda umanità. Come ha detto lo stesso artista, una di queste “ballerine” ha eseguito la sua performance durante 10 minuti alla temperatura di -10°. Eroica, un’altra parola non c’è. Tre di loro erano presenti in sala.

Ticinolive, che ha mostrato vivo interesse sia per la Mostra che per la Fabbrica, sta meditando di intervistare Giovanni Casella, un suo vecchio amico*** che non ha incontrato per decenni, sulla struttura e sull’attività artistica della Fondazione, e spera che Giovanni accetterà la sua proposta.

*** Negli anni Ottanta Casella era direttore di “Gazzetta Ticinese”, quotidiano del quale ero collaboratore e membro del Comitato politico, presieduto, ricordo, da Tullio Righinetti. In redazione c’era il giovane Fabio Pontiggia, oggi direttore del Corriere. Che anni fantastici! Come potranno tornare?

* * *

Nato a Gerusalemme nel 1977 e residente a Milano, il compositore, artista multimediale e chitarrista Yuval Avital sviluppa le sue opere in una varietà di luoghi tra cui spazi pubblici, siti di archeologia industriale, teatri e musei, sfidando le tradizionali categorie cristallizzate che separano le arti. La sua carriera multiforme comprende la realizzazione di installazioni sonore e visive, performance collettive che coinvolgono masse sonore nella creazione di rituali contemporanei, opere icono-sonore, quadri multimediali complessi e progetti tecnologici con il coinvolgimento di scienziati e l’apporto di intelligenza artificiale.



La Sindaca di Blenio Claudia Boschetti Straub
Giovanni Casella
Franco Marinotti con Maria Pia Hartpence-Casella
Il presidente Adrian Weiss
Maria Pia Hartpence-Casella con Yuval Avital
Relatore

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