Estero

Il Capolavoro di Dante diventa il capolavoro cinematografico di Pupi Avati

Era un’impresa difficilissima e ardua, tradurre Dante sugli schermi cinematografici. Tutto lo sapevano.

Pupi Avanti ci è riuscito magistralmente. Non tutti capiranno.

Non si trattava solo di rendere la scrittura (cioè le parole del Sommo Poeta) in immagini, ma di traslare l’estrema potenza (intraducibile a parole) della Commedia nella più mediatica, dinamica e fruibile delle muse, la decima, il Cinema.

Pupi Avati si è rivolto al veicolo più popolare, il Cinema, per trasmettere l’opera più famosa (ma più difficile) in volgare. Cinematografare un capolavoro implica molti rischi, in questo caso è nato un altro capolavoro.

Il film Dante di Pupi Avanti non è il primo sul Sommo Poeta o sulla Divina Commedia (ve ne sono di datati 1921, 1965 – anniversari rispettivamente della morte e della nascita, uno del 2014 e persino uno muto del 1911), ma è sicuramente il primo che riesce a fondere vita e opere in una traduzione ineffabile e allo stesso tempo pregna di significato, commovente e destabilizzante, aulica e realistica.

Inizia in flashback, con un Dante esule e morente a Ravenna, per poi proseguire attraverso la cornice narrativa di un Boccaccio malato di scabbia (Sergio Castellitto, classe 1953) che da Firenze parte per raggiungere la figlia dell’Alighieri, Suor Beatrice, oblata a Ravenna.

Un viaggio, dunque, come cornice (e non v’è riferimento migliore che quello a Boccaccio, inventore, nel Decameron, dell’artifizio della cornice letteraria), che tuttavia è solo lo spunto per presentare la vita di Dante. E così si assiste a un Dante fanciullo, riflessivo e taciturno, segnato dalla morte della madre, che a nove anni incontra Beatrice Portinari. Quindi, un giovane Dante (Alessandro Sperduti, n1987) che si innamora di Beatrice diciottenne (Carlotta Gamba, classe 1997). E la sogna, avvolta in un drappo purpureo, stretta tra le braccia del diavolo, mentre si pasce di un cuore. È la Vita Nova che viene trasmessa al pubblico, è la poesia che penetra violentemente nel cinema, che scuote i cuori e le menti dello spettatore.

Il film diviene un potente connubio tra poesia e storia (con una potente colonna sonora portante) poiché il Dante (futuro) poeta, che sussurra il Tanto gentil e tanto onesta pare, a 24 anni scende in guerra a Campaldino. La notte prima dello scontro, sul campo di battaglia, parla con il fratello di Francesca da Rimini (vittima del più celebre uxoricidio medioevale) e abbraccia l’amico Guido Cavalcanti. Un’amicizia che verrà tradita dalla ragion di stato, con il reciproco esilio dei due poeti e l’inizio, per Dante, di un supplizio morale ad opera della Chiesa, dell’invidia, dell’ingratitudine.

Nel film, le “cose note” (la morte di Beatrice, il matrimonio con Gemma Donati) vengono espresse con commovente grazia, precisa storicità ed inaspettato coinvolgimento, al punto da toccare l’animo dello spettatore, trasmettendogli l’intensa psicologia dei personaggi.  

Dante, la cui mente geniale era un tempio, viene omaggiato da Avati in modo sottile e acuto (come le tre cantiche della Commedia si chiudono con un rimando alle stelle, così anche il film ricorda la conoscenza del poeta di ogni singola stella), il regista riesce così nel suo intento presentando così sia l’uomo, sia il poeta.

Notevole, è infatti il continuo contrasto tra spirito e carnalità, come il vento, di sottofondo, che incessantemente soffia – tempestoso ogni qualvolta avviene un’unione – malvoluta. Quasi che lo spirito tentasse, invano, di librarsi libero dalla carne di cui è prigioniero. Quasi ad intendere che, forse, soltanto l’elevazione spirituale attraverso la poesia, può rendere l’anima libera. Un messaggio, questo, potente e disperato, in un mondo che ha fatto dell’immagine (finta, veicolata e falsa) il suo futile commercio.  Un mondo che, troppo spesso, dimentica la storia e la poesia, lo studio delle nostre origini e della nostra anima.

Dante è un film complesso, a tratti simbolista, che sarà di difficile comprensione per i più inesperti, ma è un gesto di gratitudine nei confronti di studiosi, appassionati e conoscitori della Commedia, al punto che costoro potranno, in coro, gridare “finalmente un film che ci si addice”.

Eravamo stanchi, infatti, di languire per la troppo lunga assenza di pellicole colte (ad esempio, Il Tormento e l’estasi su Michelangelo è datato 1965), ed eravamo anche stanchi (ed arrabbiati) di orribili messinscene (come Il peccato – il furore di Michelangelo, datato 2019) che, in nome del realismo storico, si basavano unicamente su particolari beceri e cruenti; eravamo anche stanchi di pellicole anacronistiche e politically correct (come la Maria Regina di Scozia del 2018) o di freudiane elucubrazioni hollywoodiane psicotiche (come La Favorita del 2018). Finalmente – possiamo dirlo – un film colto, storico, intenso, filosofico, che fonde felicemente il realismo storico (guerra, prostituzione, peste – ma senza volgarità) con l’amore spirituale e irraggiungibile, con la sofferenza dell’animo, con la redenzione e la ricerca di Dio, che, come dice Dante sul letto di morte E’ là, alla fine di tutti i disegni.

Chantal Fantuzzi

Beatrice (Carlotta Gamba) nela celebre scena del “saluto” della Vita Nova
Relatore

Recent Posts

Così Hitler e la Braun divennero cenere – lo dichiarò nel 2007 la polizia sovietica del Fsb (ex Kgb)

Nel 2007 nove documenti inediti emersero dal Dipartimento Registri e Archivi del Fsb (ex Kgb)…

2 ore ago

La notte di Valpurga, la più terribile dell’anno

È la notte, magica, fantastica e atroce, tra il 30 aprile e il 1° maggio immagine…

4 ore ago

Pardo d’oro – “L’umanità è una. Il film Mrs. Fang ne è una bellissima dimostrazione” – di Desio Rivera

2017 Wang Bing. Immagino che sia il discorso globale di questo regista che si vuole…

21 ore ago

La bellezza di un capolavoro: “Nanà” di Émile Zola

Straordinaria e atroce nel libro la figura del conte Muffat, ricchissimo, debole, ingenuo, perdutamente innamorato della puttana,…

21 ore ago

Parisina e Ugo, la testa è il prezzo di un colpevole amore

Una fosca storia del Quattrocento. Il marchese di Ferrara Niccolò III era uomo tirannico e…

21 ore ago

Rivoluzione Russa Rosso Sangue: Così morirono lo Zar, la Zarina, il piccolo erede e le sue 4 sorelle

Rivoluzione d’ottobre- atrocità e leggende. dossier Rivoluzione d'Ottobre 1917-2017 Gli artefici della Rivoluzione Russa si…

22 ore ago

This website uses cookies.