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L’Artista Attilio Azimonti fa sì che la sua Musa risplenda di Arte, Storia, Eternità

Attilio Azimonti, Dottore in Economia, è un Artista che rievoca il meglio dell’Arte, nei suoi dipinti intrisi di una scintillante mitologia unita ad un’ineffabile umanità. Autore di più di 30 mostre, ha brillato negli eventi  ART PARMA FAIR (Ottobre  2018), FIERA PAVIA ART TALENT (Dicembre 2018) e ART PARMA FAIR (Ottobre 2019), seguito da autorevolissime voci critiche, quali quelle di Livio Garbuglia di Roma,  Guido Folco di Torino e Simone Fappanni di Cremona. Conta una trentina di esposizioni, tra le quali una ventina di mostre internazionali (da Milano a Miami, da Roma a Fukoka).

P = mostra Personale, C = mostra Collettiva

2006 – P – PALAZZO DALLA ROSA PRATI – PARMA
2006 – C – GALLERIA MODIGLIANI – MILANO
2007 – P – GALLERIA LA PIGNA – ROMA
2007 – C – GALLERIA LA PIGNA – ROMA
2007 – C – GALLERIA IL CANOVACCIO – ROMA
2008 – C – AMBASCIATA REPUBBLICA ARABA D’EGITTO – ROMA
2009 – C – CASTELLO ESTENSE – FERRARA
2009 – C – MAISON OLIVIER – PARMA
2009 – C – AMBASCIATA REPUBBLICA ARABA D’EGITTO – ROMA
2009 – P – CENTRO CULTURALE ITALIANO – FUKUOKA
2010 – C – AMBASCIATA REPUBBLICA ARABA D’EGITTO – ROMA
2010 – C – VILLA GUALINO – TORINO
2011 – C – GALLERIA BREHOVA – PRAGA
2011 – C – CA’ ZANARDI – VENEZIA
2012 – C – ROCCA DEL BOIARDO – SCANDIANO
2012 – C – CONVENTION CENTER – MIAMI

Marina all’alba – perfezione impressionista
Drago – il Medioevo e il Romanticismo rivivono nelle opere di Azimonti

L’Artista, autore di quasi ottanta opere, ci rievoca il Rinascimento fiorentino, nelle sue slanciate figure femminili che variano dalla grazia di Botticelli alla possanza di Michelangelo; ci trasmette l’infinita bellezza della paesaggistica romantica (con citazioni da Delacroix a Constable), con velature di un realismo però sempre onirico, nell’estesa beltà dell’inconscio, cui solo grazie alle Muse si perviene. Azimonti coglie e padroneggia appieno, dunque, questo dono musaico, e ce lo trasmette, con un atto di gratia e di labor (alla latina, grazia e passione), di una raffinatezza estrema, che scaturisce naturalmente dalla sua straordinaria vena artistica, dal suo talento poliedrico e adamantino.

Da Botticelli (sopra)  a Michelangelo (sopra a destra)

Nella sua arte si riflette un altro, ineffabile mondo divino, lontano dal nostro, che Azimonti, con un atto di grazia per l’uomo contemporaneo, così ormai distante da quella Bellezza che il pittore invece rievoca, rende visibile come un simulacro agli occhi dello spettatore.
La sua Venere sinuosa, di antico ricordo botticelliano, è un raggio di sole trionfante nella bellezza della natura e della primavera, i Suoi cavalieri, arturiani, ariosteschi, poetici e mitologici, galoppano in un mondo che pulsa dello spirito della Storia.
Giorgionesco – richiama invece la pittura veneta, coniugata a quella romantica, questo splendido “bagno autunnale di ninfe”
Il Medioevo, infatti,  ci è giunto nella sua concezione traslata dall’arte, dalla letteratura, dall’epica; la storia, per esso è solo uno sfondo sociale. Quando pensiamo all’Orlando, per esempio, non pensiamo al guerriero carolingio contro i guerrieri baschi, ma al prode paladino contro i saraceni, così come volle la tradizione; quando pensiamo ad Artù non pensiamo al valoroso guerriero celta – romano contro i sassoni, quanto al mitico re di Britannia, perché come Hegel scrisse, lo Spirito della Storia si riflette nel mondo. Ecco io credo che i cavalieri di Attilio Azimonti riflettono questo Spirito pulsante non solo di storia ma anche di mitologia, di valori, di ideali… dell’Occidente perduto, che l’Artista rievoca e rende redivivo.
Cavaliere.
I colori e le forme di Azimonti brillano di vita, e di ultraterrena bellezza.

Prende vita non solo il mitico medioevo, ma anche la letteratura classica: ecco la Lesbia di Catullo, nella sua nuda beltà, con l’affusolato mano reggere la poesia del poeta veronese mentre col corpo statuario s’erge in una selva amena, in compagnia del suo passer. 

“Passer, deliciae mea pueallae…”
Il bellissimo drago, ardente di fuoco e fiero di beltà, rifulge d’una mitologia senza tempo, che il pittore rende encomiabilmente. Il cavaliere medieval-rinascimentale (soggetto molto amato dal pittore, alla stregua della nuda fanciulla nel bosco) cavalca verso il suo obiettivo a noi ignoto, talvolta lasciandosi alle spalle il maniero, altre volte raggiungendolo: possente sogno di pulsante epica cavalleresca e non solo: non par forse rivivere Lancillotto stesso? I personaggi di Chretièn de Troyes, Berul, Layamon? O ancora del Boiardo, dell’Ariosto, del Poliziano? Le dee che fulgide di bellezza e attorniate da doni divini donano la loro stessa divina bellezza allo spettatore, non paiono forse uscire da poemi epici dei vigorosi Esidio e Omero, dal perfetto e puro Virglio o dal passionale e vorticoso Ovidio?
Con Azimonti rivive tutta l’arte occidentale, medieval-rinascimentale e classica.
Rimirando i suoi quadri, sorge un sincero stupore di fronte a tanta bellezza in questo grigio secolo che par scevro di beltà. E invece, la Musa di Azimonti rifulge in codesta, suddetta contemporaneità, trionfante di storia e di eternità.
Chantal Fantuzzi

Relatore

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