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Casa Sciolli – L’intervista completa ad Arminio

0000000000Da sinistra: Comis, Gobbi, Gagnon, Arminio Sciolli, Sganzini, Dedini; davanti: Sviblova, Franciolli

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2016

È stata una giornata veramente eccezionale. Come l’hai progettata, vista e vissuta? Descrivicela!

Arminio  Prima di tutto, direi, una giornata molto faticosa. Non dimenticare che sono convalescente, pochissimi giorni fa ho affrontato un intervento al Cardiocentro. Ma sono felice di aver potuto ospitare un così gran numero di amici nella mia casa, che è persino troppo piccola (ma forse è colpa mia, conosco troppa gente…). Il primo significato di questo invito è un omaggio al LAC e al MASI, il Museo d’Arte della Svizzera italiana. La collaborazione che ho avuto con loro è stata eccellente e di questo li ho voluti ringraziare. [In effetti i Luganesi sono presenti in forze: oltre al Sindaco, la Capodicastero cultura Giovanna Masoni, il direttore del LAC Gagnon, il direttore del MASI Franciolli, il direttore del Dicastero cultura Sganzini, il curatore della mostra Comis]. 

Quanto alla vedette di queste intense giornate, Olga Sviblova…

È una personalità di primissimo piano, non per nulla è stata definita la “zarina” della cultura russa. Ci conosciamo e frequentiamo da parecchio tempo. Due anni e mezzo fa abbiamo realizzato, insieme, diverse mostre in Italia e in Russia. Questa tre-giorni luganese ha avuto un successo spettacolare! Venerdì al mattino la conferenza stampa, la sera il vernissage della mostra Rodchenko; quasi non si riusciva ad entrare, tale era la ressa…

Che cosa significa questo per te?

La cosa più semplice e più vera (o per lo meno: che dovrebbe essere vera). La cultura è di tutti. Ho letto oggi nel Blog (Facebook, ndR) una frase che mi ha fatto male: “La cultura del LAC è riservata ai ricchi”. Come si fa a scrivere una cosa del genere?

Non sarà il solito fessacchiotto? Lasciamolo perdere…

La tua attività di promozione artistica è molto intensa, lo posso affermare perché ormai la conosco da vicino. Ma tu sei (ai miei occhi è un pregio) un tipico outsider, poco o niente “ammanicato” con i palazzi del Potere. Stai cercando di gettare dei ponti?

Outsider! Mi piace la parola che usi. Sì, sono sperimentale, alternativo, provocatorio… Tipicamente non ufficiale. Capisco perfettamente che le esigenze e le condizioni in cui operano gli enti istituzionali sono diverse. Ma il fine è comune, e la collaborazione possibile! In questo momento sto festeggiando quello che è, sino ad oggi, il mio miglior successo. [Arminio è raggiante] Grazie a Olga, grazie a Giovanna, e non solo.




C’è stata guerra tra Arminio (che storicamente era un grande guerriero) e certi potentati della cultura “ufficiale”? Forse che adesso è… scoppiata la pace?

[Ridacchia] La guerra della cultura! Se non ricordo male è stato Oliver Broggini a usare questa espressione. Certo, a Locarno – dove gestiamo l’Associazione Rivellino “Leonardo da Vinci” – è sempre stato difficile.

Più per le mostre o più per il cinema?

Senz’altro più per il cinema. Alcuni concepiscono il cinema [cioè il festival, ndR] come feudo. Ho tentato più volte di proporre una collaborazione, le mie relazioni con ambienti cinematografici e culturali russi sono vaste e approfondite. Potevano apportare un autentico plusvalore. Incomincio a pensare che Lugano potrebbe offrire un ambiente più favorevole, mi sto orientando, guardando attorno.

Ma a Lugano ti servirebbe una sede, non puoi sempre invitare la gente in casa Sciolli! (per meravigliosa che sia…)

Già, ma sicuramente si potrebbe fare.

E il DECS ? C’è molta cultura – ufficiale, statale – al DECS.

Io voglio essere amico di tutti, anche del DECS. Senza dubbio si possono immaginare delle collaborazioni. La mia filosofia… ben nota… è che tutti devono aprirsi. Il DECS deve aprirsi, il MASI e il LAC devono aprirsi.

E la Russia?

Anche la Russia deve aprirsi! Secondo me, sono desiderosi di farlo. La venuta di Olga a Lugano è stato un passo importante. Abbiamo vissuto 3 grandi giornate. [Anche Ticinolive le ha vissute intensamente, con emozione]

I “nostri” li conosco bene. Ma chi è venuto dall’Italia?

Un bel po’ di gente, ti assicuro. Ad esempio Anna Bernardini, direttrice della collezione di Villa Pansa di Biumo, con la quale realizzerò una mostra; la scenografa Margherita Palli; l’architetto Italo Rota; Franco Mussida, un artista steineriano che – questa è una chicca – ha creato un’istallazione sonora della durata di 24 ore allo Splash di Rivera; Andrea del Guercio, dell’Accademia di Brera, e sicuramente dimentico qualcuno.

Per finire, Giovanna Masoni Brenni non si ricandida e il 10 aprile lascerà il Municipio di Lugano…

È una grande perdita, anche se sono certo che Giovanna rimarrà intensamente attiva in ambito culturale. Non lascerà il LAC, impegnato a crescere e ad affermarsi, in questa prima fase della sua esistenza. Ma una nuova personalità dovrà salire alla ribalta: come capo dicastero Cultura vedrei Borradori o Bertini. Il navigatissimo politico… o il più giovane del gruppo, emergente ed innovativo!

Esclusiva di Ticinolive. Riproduzione permessa con citazione della fonte.

Relatore

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