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Altro che femminismo: la prima donna a conseguire un dottorato in informatica era una suora.

Il 7 giugno 1965, Suor Mary Kenneth Keller divenne la prima donna negli Stati Uniti a conseguire un dottorato in informatica, presso l’Università del Wisconsin-Madison. La sua tesi si concentrava sulla costruzione di algoritmi per la differenziazione simbolica al calcolatore, un’area pionieristica all’epoca. Keller contribuì in modo importantissimo allo sviluppo di linguaggi di programmazione, collaborando alla creazione di BASIC, un linguaggio che rese la programmazione più accessibile agli studenti e ai principianti.

Nata nel 1913 a Cleveland, Ohio, Suor Mary Kenneth Keller si unì alle Suore della Carità della Beata Vergine Maria nel 1932. Dopo aver preso i voti, intraprese un percorso accademico straordinario, che la portò a conseguire una laurea in matematica e un master in matematica e fisica.

Per Suor Keller, l’amore di Dio non era solo un richiamo spirituale, ma anche un incoraggiamento a comprendere e a esplorare il mondo creato. Credeva fermamente che la ricerca del sapere fosse un modo per avvicinarsi a Dio, poiché la scienza e la tecnologia potevano migliorare la vita umana e rispecchiare la bellezza e l’ordine della creazione divina. Il suo lavoro nel campo dell’informatica è un esempio di come la fede possa ispirare un impegno profondo nello studio delle cose del mondo, riconoscendo che la conoscenza scientifica non è in contraddizione con la fede, ma può anzi arricchirla.

Questa idea di armonia tra fede e scienza è stata centrale anche nel pensiero di Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger). Ratzinger ha sottolineato ripetutamente che la fede e la ragione sono complementari. Nel suo discorso a Ratisbona nel 2006, egli parlò dell’importanza di un dialogo tra la fede cristiana e la ragione, affermando che la scienza senza la fede può diventare cieca e che la fede senza la ragione può diventare superstizione. Secondo Ratzinger, entrambe devono collaborare per illuminare la verità: la fede fornisce il contesto e il senso ultimo della vita umana, mentre la scienza offre strumenti per esplorare il mondo e migliorare la condizione umana.

Ratzinger sosteneva che la fede cristiana, con la sua concezione razionale di Dio come Logos, cioè Ragione, ha permesso lo sviluppo della scienza moderna. Egli vedeva la ricerca scientifica come un modo per partecipare al processo creativo di Dio, esplorando e comprendendo l’ordine della creazione. Per Ratzinger, l’unione tra fede e scienza non è solo possibile, ma necessaria, poiché entrambe perseguono la verità e, quando lavorano insieme, offrono una visione più completa e integrata della realtà.

figure come Suor Mary Kenneth Keller e Papa Benedetto XVI dimostrano che fede e scienza non sono in conflitto, ma possono cooperare armoniosamente. Keller ha mostrato che l’amore per Dio può ispirare una profonda passione per lo studio scientifico, mentre Ratzinger ha elaborato una visione in cui fede e ragione si completano a vicenda, portando a una comprensione più profonda e arricchente del mondo e della nostra esistenza.

Liliane Tami

Relatore

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