articolo di Martina di Giovanni
L’Anello di Gigès è uno degli Anelli descritti nel celebre grimorio intitolato La Chiave di Salomone. Si tratta di un oggetto leggendario della mitologia greca, menzionato da Platone nel secondo libro della “Repubblica”. Secondo la leggenda, Gigès era un pastore della Lidia, famoso per aver trovato un anello magico che gli conferiva l’invisibilità quando lo indossava.
Con l’aiuto dell’anello, Gigès fu in grado di compiere una serie di azioni immorali e illegali senza essere scoperto, il che gli permise di salire al potere e diventare re della Lidia. Platone utilizzò la storia dell’anello di Gigès per esplorare il tema dell’etica e della giustizia. Nella “Repubblica”, il personaggio di Glaucone sostiene che qualsiasi persona, se data l’opportunità di agire impunemente, avrebbe comportamenti immorali come Gigès. L’anello di Gigès è diventato un esempio paradigmatico di come la conoscenza e il potere possono corrompere l’individuo e mettere in discussione i valori etici e morali.
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