La Romania sta attraversando un periodo di grave instabilità politica. La situazione è legata alle recenti elezioni presidenziali, il cui primo turno, tenutosi il 24 novembre, è stato vinto dal candidato nazionalista Calin Georgescu. Tuttavia, è stato accusato di manipolazioni elettorali e interferenze russe, in particolare attraverso l’uso dei social media come TikTok. Questi sospetti hanno portato la Corte Costituzionale a valutare un possibile annullamento del voto.
Nel frattempo, le elezioni parlamentari si sono tenute il 1° dicembre, mentre il secondo turno delle presidenziali è previsto per l’8 dicembre. Il clima è molto teso, con dimissioni dei leader politici principali e il partito di estrema destra Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR) guadagnando terreno
Călin Georgescu è nato nel 1962, è un agronomo con un passato lavorativo in diverse organizzazioni ambientali, incluse posizioni di rilievo nelle Nazioni Unite. In politica, è stato associato all’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR), partito nazionalista e anti-UE, ma ne è uscito nel 2022 a causa di divergenze interne, pur mantenendo posizioni critiche verso l’Occidente, la NATO e l’UE. Georgescu è noto per le sue dichiarazioni filo-russe e per aver lodato figure controverse del passato romeno, suscitando polemiche.
La sua campagna presidenziale ha fatto ampio uso dei social media, specialmente TikTok, attraverso cui ha guadagnato popolarità con messaggi nazionalisti e anti-globalisti. Ha proposto una maggiore autosufficienza economica e una riduzione degli aiuti all’Ucraina, attirando il sostegno di una parte dell’elettorato deluso dalla politica tradizionale. Recentemente, ha ottenuto un sorprendente risultato nel primo turno delle elezioni presidenziali e sfiderà un candidato pro-UE nel ballottaggio previsto l’8 dicembre
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