Il tradimento di Marin Faliero, doge di Venezia, è uno degli episodi più controversi e drammatici della storia veneziana. Marin Faliero, doge dal 1354 al 1355, è noto per essere l’unico doge della Serenissima giustiziato per tradimento. Ecco i dettagli dell’evento:
Nel XIV secolo, Venezia era una repubblica aristocratica con un governo saldamente in mano alla nobiltà. Tuttavia, le tensioni sociali tra i patrizi, che monopolizzavano il potere, e i ceti popolari erano forti. Marin Faliero, un uomo ambizioso e orgoglioso, venne eletto doge all’età di 76 anni, forse sperando di mediare tra queste fazioni.
Secondo le cronache, Faliero si scontrò con i nobili veneziani a causa di una serie di offese personali e umiliazioni. Una leggenda narra che durante una festa in Piazza San Marco, un giovane patrizio insultò la moglie del doge, Aluica Gradenigo, facendo commenti oltraggiosi sulla sua bellezza. Offeso e senza ottenere giustizia dal Consiglio dei Dieci, Faliero iniziò a nutrire un rancore crescente verso l’aristocrazia.
Faliero pianificò una congiura con alcuni rappresentanti dei ceti popolari e mercantili per abbattere il governo aristocratico e instaurare una sorta di regime autocratico, con se stesso al comando. L’obiettivo era sovvertire le istituzioni della Repubblica, ma il complotto venne scoperto.
Quando il Consiglio dei Dieci venne a conoscenza del tradimento, agì rapidamente. Marin Faliero fu arrestato, processato e condannato a morte. Il 17 aprile 1355, venne decapitato sulle scale del Palazzo Ducale. Il suo ritratto, nell’elenco dei dogi nella Sala del Maggior Consiglio, fu coperto da un drappo nero, con la scritta: “Hic est locus Marini Faletri, decapitati pro criminibus” (“Questo è il luogo di Marin Faliero, decapitato per i suoi crimini”).
La vicenda di Marin Faliero è stata fonte d’ispirazione per opere letterarie e teatrali. Tra queste spicca il dramma romantico “Marino Faliero, Doge di Venezia” di Lord Byron, che enfatizza i sentimenti di vendetta e la tragedia personale del doge.
L’episodio è un simbolo del rigore delle istituzioni veneziane, che non tolleravano nemmeno l’idea di una dittatura, mantenendo il sistema oligarchico della Repubblica saldo per secoli.
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