Francesco Pontelli – Economista – 22 Gennaio 2025
Si confonde spesso la conoscenza e la sua disponibilità, garantita sempre più dai supporti digitali, con la cultura. Allo stesso tempo si cerca di alimentare nella società contemporanea un ipotetico scontro tra due schieramenti che esprimono posizioni contrapposte anche nell’ambito della stessa formazione.
Una prima posizione molto più incline alla innovazione tecnologica, e quindi all’insegnamento di materie tecniche, e una seconda più favorevole ad una istruzione umanistica, e quindi favorevole allo studio del latino anche alle scuole medie.
Viceversa andrebbe sottolineato come un progresso culturale, figlio a sua volta di un processo di arricchimento cognitivo che comincia in famiglia per poi diventare nelle scuole una crescita formativa, prevede un percorso continuo e senza un limite in quanto si alimenta anche con i contenuti offerti con le proprie esperienze professionali le quali non devono essere considerate culturalmente inferiori.
Proprio a causa di questa sua stessa definizione il progresso, specialmente se culturale, tende ad accrescere e moltiplicare le fonti di conoscenza, e con loro la stessa natura piuttosto che a selezionarle diminuendole.
In altre parole, la polemica relativa alla possibile reintroduzione del latino alle scuole medie, se viene considerata come l’espressione di visione antiquata di una società sempre più digitalizzata e tecnologica, dimostra essenzialmente come ancora ad oggi non si sia compresa la vera essenza della crescita e di un progresso culturale.
La conoscenza tecnica come quella umanistica dovrebbero convergere verso una o più sintesi formative all’interno delle quali molto probabilmente una delle due potrebbe anche avere un ruolo predominante. Di certo, tuttavia, nessuna di queste dovrebbe escludere l’altra, in quanto l’accrescimento culturale si alimenta con la somma e mai attraverso una sottrazione di fonti e forme culturali.
Questa contrapposizione tra la formazione tecnica e quella umanistica dimostra essenzialmente come il progresso culturale nel nostro Paese sia fermo ormai da decenni, tanto da diventare sempre più una banale polemica ideologica e politica.
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