“La tentazione non è un male; lo è solo l’acconsentirvi”
Quando una persona è tentata di fare il male non deve credere che in lei vi sia qualche cosa di anormale. Un uomo è tentato non perché sia intrinsecamente malvagio ma perché è un uomo caduto. Nessun individuo ha il monopolio della tentazione: tutti vengono tentati. I santi non hanno trovato facile il cammino della santità, e i demoni non sono felici di essere demoni.
Non tutti subiscono le stesse tentazioni: alcuni sono tentati di pervertire il sano istinto di conservazione in egoismo; altri di pervertire il sano istinto di procreazione in lussuria; altri ancora di pervertire in avarizia il sano istinto di autoestensione mediante la proprietà privata. E se uno è tentato in uno qualunque di questi tre modi o nel modo dell’intemperanza, o dell’invidia, o della gelosia, o dell’ira, o della gola, non è perché sia ammalato, ma perché dopo la caduta del peccato originale la bontà non “viene naturalmente”, ma con difficoltà, ed è raggiunta solo grazie al Soprannaturale, alla Grazia di Dio.
La gente sarebbe meno infelice se comprendesse che conflitti, lotte, e sforzi sono inevitabili alla stirpe di Adamo. La tentazione non è un male; lo è solo l’acconsentirvi; e poiché noi siamo quali siamo perché abbiamo respinto l’Aiuto di Dio, solo accettandolo possiamo ridiventare felici.
(Fulton J. Sheen, da “La Pace dell’Anima” edizioni Fede e Cultura)
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