Estero

Chi ha detto che il tennis è poco interessante? Dopo il caso Djokovic….

2022

Giacomo Puccini con la sua Turandot aveva anticipato i tempi. La principessa sarebbe stata di chi avrebbe risolto gli indovinelli, i misteri.
Una discreta tennista cinese che ha vinto molto in carriera da professionista ci propone oggigiorno il suo mistero. Avrebbe subito violenze da un gerarca del partito comunista, già membro del Politburo, massimo organo di governo nello Stato-Partito cinese: Zhang Gaoli. Difficile dare una soluzione al rebus di Peng Shuai perché, come scrive Santevecchi sul CdS, “il sistema cinese usa la strategia del buco nero ed in silenzio prepara le contromosse”.

Copertina della partitura della Turandot Suite, disegnata da Emil Orlik e pubblicata per la prima volta nel 1906


La storia è abbastanza conosciuta. Su un famoso sito social cinese, Weibo,  il 2 novembre scorso appare un post della Peng, molto pesante, infamante contro un potente politico di Pechino, ovvero Zhang Gaoli, settantacinquenne che l’avrebbe costretta a riprendere una relazione sessuale con lui. Ma Zhang non è uno qualsiasi. Ha avuto una carriera molto importante fino a diventare un membro del Politburo che con Xi Jinping compone il vertice decisionale del paese. La prima parte della storia era iniziata anni prima ed interrotta dal trasferimento di Zhang a Pechino. Sembrava finita lì,ma in realtà anni dopo, al momento del pensionamento il vecchio marpione rientrato da Pechino, la invita a giocare al tennis e poi la conduce a casa sua, in presenza della moglie. Si appartano e qui ricomincia la violenza che la tennista sperava di aver dimenticato. 

Il post della tennista fa rabbrividire “so che dato il tuo potere non hai paura di me, Vice Premier Zhang Gaoli, ma anche se sono sola come un uovo che si scontra con la roccia, come una falena verso una fiamma, dirò la verità su di te”. Non è roba da poco.

Il mistero apparente continua perché pochi minuti dopo la pubblicazione il messaggio viene ritirato, sparito, ma qualcuno è stato più veloce di un lampo e lo ha copiato e rimesso in circolazione. A questo punto scatta il buco nero, scompare tutto: il post, del politico manco l’ombra, la tennista sparisce….

La notizia non ha un seguito sulla stampa cinese, ma qualche cosa filtra su quella estera. Si mobilitano molti tennisti all’estero, messaggi di solidarietà dalla Federazione. La WTA ( la federazione mondiale tennis) nell’attesa di chiarimenti sospende i tornei in Cina facendo pressioni per chiarimenti. Dopo giorni, come se non fosse lei quella del fatto, la Peng riappare ad una cena privata. Firma qualche pallina da tennis per i bambini, quindi allora non era scomparsa.  Parla con il Presidente della WTA: tutto a posto, nessun problema.

Arrivano le Olimpiadi e riappare rilasciando un’intervista, previo ricezione delle domande scritte, al giornale francese l’Equipe. E come Turandot, scioglie il mistero.

Annuncia che si ritira dal tennis e confessa di essere stata lei a cancellare il fatidico post dai social. Nessuna censura come si pensava all’estero. Di Zhang nessuna notizia. Tutti contenti che stia bene, ma nessuno è convinto che la storia finirà così.

La differenza fra Cina ed un buon paese occidentale si vede qui. Un tale presunto abuso sessuale avrebbe scatenato i media e magistratura per mesi con infiniti talk show, dibattiti, inchieste, mentre a Pechino silenzio assoluto.

Al contrario della Turandot il mistero non è risolto perché basta un buco nero e la vita continua. Le Olimpiadi incoroneranno nuovi campioni.

V.Volpi

Relatore

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