Cultura

ROBERTH SARAH: UN SILENZIO CHE GRIDA VERITÁ

Daniele Trabucco  | 

Nel cuore della Chiesa cattolica si avverte oggi un anelito profondo verso una restaurazione dell’ordine ontologico e spirituale, un ritorno all’essenziale, al silenzio sacro in cui parla Dio. In questo scenario inquieto e frammentato, la figura del cardinale Robert Sarah, nato il 15 giugno 1945, si staglia con una dignità quasi profetica.

Africano di nascita, romano di spirito, contemplativo d’anima e combattente della verità, Sarah ha saputo custodire, come un antico monaco del deserto, il fuoco della Tradizione in un’epoca che tende a spegnere ogni fiamma dottrinale nel nome di una pastoralità fluida e spesso disincarnata. Lungi dall’essere oppositivo o ribelle, il pensiero del cardinale Sarah si è sempre radicato nell’obbedienza filiale al Magistero autentico della Chiesa, sorretto da una visione tomista della realtà, in cui l’ordine naturale e soprannaturale non si contrappongono, ma si compenetrano. Non si è mai posto fuori dalla comunione ecclesiale, ma ha sofferto, come chi ama profondamente la Sposa di Cristo, le derive di una certa ecclesiologia sociologica, incline ad appiattire la dimensione sacra della liturgia, a relativizzare le esigenze evangeliche, a ridurre la misericordia a strumento di conformismo culturale. Sarah ha sempre mantenuto l’umiltà dell’ascolto e la fedeltà all’autorità di Pietro, ma in lui si è rivelata una voce lucida e coraggiosa, capace di parlare “sì, sì; no, no”, in un mondo ecclesiale troppo spesso segnato dal compromesso. Un eventuale pontificato di Robert Sarah non rappresenterebbe un semplice ritorno al passato, né un atto di nostalgia reazionaria, ma l’inizio di una riforma autentica, secondo il senso proprio del termine: una re-formatio, una ricomposizione dell’essere ecclesiale alla sua forma originaria, che è Cristo stesso. In lui si intravede la possibilità di una Chiesa non adattata al mondo, ma convertita a Dio; una Chiesa che non rincorre lo spirito del tempo, ma che custodisce lo Spirito di verità; una Chiesa che non teme di proclamare il Vangelo “in tempore et in importune”, anche quando il mondo, o una parte di essa, la guarda con sospetto o ostilità.

Con Sarah sul soglio di Pietro, si assisterebbe probabilmente a una restaurazione della centralità del sacro nella liturgia, nel segno della “lex orandi come lex credendi”. La messa tornerebbe a essere percepita come il Sacrificio redentore di Cristo (aspetto non negato, ma “diluito” nel Novus Ordo Missae) e non come semplice assemblea fraterna; il silenzio e l’adorazione verrebbero ricollocati al centro della vita cristiana. Il pontificato si caratterizzerebbe anche per una chiara riaffermazione delle verità morali e antropologiche, oggi oscurate dal relativismo: la differenza sessuale, la famiglia come cellula naturale e sacramentale della società, la vita umana dal concepimento alla morte naturale, la vocazione del sacerdote come uomo di Dio e non come funzionario comunitario.

Sul piano canonico, Sarah riporterebbe disciplina e chiarezza nei processi di discernimento pastorale, purificando la prassi da ogni ambiguità interpretativa. La sinodalità non verrebbe abolita, ma integrata in una visione più gerarchica e mistica della Chiesa, ove la voce del Vescovo della Diocesi di Roma, come successore di Pietro, sia principio di unità e di stabilità, non di confusione o sperimentalismo. Anche il dialogo ecumenico ed interreligioso, pur mantenuto, troverebbe in lui un nuovo equilibrio: non compromesso, ma testimonianza, nel nome della verità che non esclude, bensí chiama alla conversione.

Un Papa Sarah sarebbe per molti una sorpresa, per altri una speranza, per alcuni forse uno scandalo. Ma è nella logica della croce, non del consenso, che si misura la fedeltà della Chiesa al suo Signore. E in questo, più che in ogni altro aspetto, si rivelerebbe la grandezza spirituale e teologica di un pontificato capace di dire al mondo, con voce ferma ma mite: “Non noi, Signore, non noi, ma al tuo nome dà gloria” (Sal 113).

Daniele Trabucco

(Professore strutturato in Diritto Costituzionale e Diritto Pubblico Comparato presso la SSML/Istituto di grado universitario “san Domenico” di Roma. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico). 

Relatore

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