Economia

Tokenizzare il Mondo: come la Blockchain sta Accelerando la Finanziarizzazione

Tiziano Boccaccini, imprenditore

“La prossima generazione dei mercati sarà basata sulla tokenizzazione.”
— Larry Fink, CEO di BlackRock

Introduzione

Nel 2025, la tokenizzazione degli asset sta davvero passando dalla teoria alla pratica. Dopo anni in cui criptovalute come Bitcoin ed Ether hanno dominato l’immaginario finanziario e mediatico, l’attenzione si concentra ora su un impiego meno vistoso ma profondamente trasformativo della blockchain: trascrivere e trasferire beni reali — materiali o immateriali — sotto forma di token digitali registrati su reti distribuite.

Questa evoluzione rappresenta una delle svolte più promettenti della finanza contemporanea. Attraverso la tokenizzazione, diritti di proprietà su immobili, obbligazioni, opere d’arte, crediti di carbonio o royalty musicali vengono formalizzati e scambiati senza i consueti servizi d’intermediazione, favorendo trasparenza, frazionabilità e accessibilità. In teoria, è un passo verso una partecipazione economica più inclusiva, dove anche piccoli risparmiatori possono accedere a mercati un tempo riservati a pochi.

Ma la promessa resta latente. La tecnologia che consente di decentralizzare la finanza può anche generare nuove forme di esclusione, se non è accompagnata da una riflessione etica sul contesto sociale, culturale e normativo in cui si inserisce. Chi ha accesso al sapere tecnico? Come vengono scritti gli smart contract? E cosa può — o non può — essere tokenizzato?

La tokenizzazione accorcia le distanze, ma può crearne di nuove, specie in termini ideologici e di linguaggio. Può facilitare la progettualità condivisa, ma anche incentivare una speculazione scollegata dai fondamentali reali. Come ogni infrastruttura potente, non è neutrale: va orientata. Per questo, oggi più che mai, occorre chiederci non solo come funziona, ma a quale fine e per chi vogliamo usarla.

Cos’è la tokenizzazione

La tokenizzazione è il processo attraverso cui un bene reale — come un immobile, un titolo di Stato o un’opera musicale — viene rappresentato da un token digitale su blockchain. Questo token può esprimere una quota di proprietà, un diritto economico (ad esempio, un flusso di reddito), o persino un potere di partecipazione a decisioni collettive, come nel caso delle DAO (Decentralized Autonomous Organization). In altre parole, non è una semplice replica digitale: è un certificato univoco autenticato, che racchiude regole, diritti e condizioni eseguibili automaticamente tramite smart contract, ovvero contratti programmabili su base informatica.

Il processo di tokenizzazione si articola in diverse fasi:

  • Creazione del token, spesso tramite un veicolo legale (come una SPV o una DAO) che collega l’asset fisico alla blockchain.
  • Implementazione degli smart contract, che gestiscono l’emissione, la distribuzione di eventuali proventi e le funzioni di governance.
  • Frazionamento e vendita, che consentono anche a piccoli investitori di acquistare quote minime di un bene di alto valore.
  • Scambio sui mercati secondari, per offrire una standardizzazione tecnica e una centralizzazione di domanda e offerta senza la quale sarebbe difficile liquidare.

Questa infrastruttura rende possibili tre innovazioni fondamentali:

  • Frazionabilità: amplia l’accesso a beni prima riservati a pochi.
  • Disintermediazione: riduce i passaggi e gli attori coinvolti, abbattendo tempi e costi.
  • Automazione: ogni funzione, dalla distribuzione di rendite alla gestione delle decisioni, può essere regolata da codice.

In sintesi, tokenizzare significa trasformare la proprietà in linguaggio computazionale. Non è solo digitalizzare un bene, ma ripensare cosa significhi possederlo, trasferirlo o gestirlo, con nuove logiche di trasparenza, liquidità e programmabilità.

Categorie di asset coinvolte nella tokenizzazione

La tokenizzazione sta ridisegnando l’accesso a numerose categorie di asset. Alcune di queste sono storicamente poco liquide, altre erano riservate quasi esclusivamente a investitori professionali. Nel 2025, le applicazioni si concentrano su queste macro-aree:

  • Titoli di debito pubblici (come i titoli di Stato): rappresentano la categoria più matura in termini di adozione istituzionale e integrazione nei mercati digitali.
  • Credito privato: include prestiti a imprese, finanziamenti strutturati e strumenti di debito alternativi.
  • Equity e azioni: copre tanto le grandi società quotate quanto le mid-cap e le partecipazioni in startup o PMI, con quote tokenizzate che abilitano nuovi modelli di governance e investimento.
  • Immobili: sia residenziali che commerciali, sono generalmente asset illiquidi molto complessi da frazionare, eppure sono adatti alla rappresentazione on-chain.
  • Beni da collezione e opere darte: includono sia asset fisici (quadri, oggetti rari) che digitali, spesso con elementi di governance comunitaria e diritti d’uso programmabili.
  • Commodities e Green assets: oro, energia, acqua, diamanti o crediti ambientali sono sempre più spesso integrati in strutture digitali per migliorarne tracciabilità e accessibilità.

Queste categorie possono essere tokenizzate sotto forma di asset fungibili (come token o criptovalute) o non fungibili (NFT), trasferibili o vincolati, fruibili dal pubblico retail o destinati esclusivamente a investitori professionali. L’approccio varia in base al contesto legale, alla struttura dell’emittente e agli obiettivi economici. Tra gli operatori attivi in questo campo, Sygnum Bank rappresenta uno degli esempi più strutturati: è autorizzata in Svizzera per offrire servizi di tokenizzazione regolamentata in campi come il Real Estate, le mid-cap (Equity aziendale), il Venture Capital e l’arte, offrendo infrastrutture istituzionali per la gestione digitale degli asset.

Real World Assets: nuove logiche distributive

Real World Assets è il termine utilizzato per indicare i token derivanti dal processo di tokenizzazione descritto nei capitoli precedenti. Si tratta di beni reali — o quote di essi — una volta trasferiti su blockchain. È comune parlare di RWA Token o Token RWA per riferirsi a questi asset digitali ancorati al mondo fisico.

Piattaforme come Polytrade stanno sperimentando modelli innovativi per la loro distribuzione e gestione:

  • Accesso in fasi: il lancio del marketplace avviene in tre stadi — Private, Whitelist e Public — per testare i meccanismi e scalare in modo progressivo e sicuro.
  • NFT come strumenti di accesso: biglietti Gold, Silver e Platinum garantiscono priorità o condizioni privilegiate, secondo una logica di gamification ispirata al mondo NFT.
  • Governance anticipata: fin dalle fasi beta vengono attivati meccanismi di staking e voto, coinvolgendo la community nella definizione delle regole del protocollo.

Attualmente, gli RWA si acquistano principalmente su mercati primari gestiti direttamente dalle startup emittenti. È un modello simile al crowdfunding: offre accesso iniziale, ma con liquidità ridotta e margini limitati di uscita. Il passo successivo sarà lo sviluppo di mercati secondari dedicati, dove i token RWA potranno essere liberamente scambiati tra investitori. In questo contesto, Polytrade sta progettando un vero e proprio exchange per RWA, paragonabile a quanto OpenSea ha già realizzato per gli NFT: una piattaforma trasparente, liquida e accessibile anche al pubblico retail. Se avrà successo, questo modello potrà offrire agli RWA non solo un brokeraggio istituzionalizzato, ma anche una liquidità e una notorietà finora difficili da immaginare per questi token ibridi, che fungono da ponte tra il mondo crypto e la finanza classica.

Sei casi emblematici di tokenizzazione

Proseguiamo con una panoramica su sei momenti chiave che raccontano la trasformazione della tokenizzazione da esperimento tecnico a infrastruttura operativa. Ogni caso rappresenta una diversa categoria di asset, con il relativo modello di business e adozione.

1) St. Regis Aspen Resort Immobiliare (2018 & 2024)
Nel 2018, Elevated Returns raccoglie 18 milioni di dollari tokenizzando una quota del resort di lusso St. Regis ad Aspen tramite una STO regolamentata sulla piattaforma tZERO, aprendo il mercato della frazionabilità immobiliare a investitori qualificati. Nel 2024, il progetto viene rilanciato sulla piattaforma HotelRSRV, che introduce la possibilità di riscattare i token per notti d’hotel a tariffa fissa, accedere a servizi VIP e esperienze esclusive. I titoli digitali sono scambiabili su tZERO e registrati sulla blockchain Tezos. È uno dei primi casi in cui investimento immobiliare, utilità concreta e liquidità secondaria convergono in un unico asset tokenizzato.

2) Audius – Musica e royalties (dal 2019)
Audius è una piattaforma di streaming musicale decentralizzata, fondata nel 2019, che consente agli artisti di monetizzare direttamente le proprie opere. Basata su blockchain pubblica, utilizza il token $AUDIO per premiare artisti, curatori e validatori. Tra i primi casi d’uso figurano Deadmau5, 3LAU e RAC, che distribuiscono musica direttamente ai fan. Audius integra smart contract per la distribuzione automatica delle royalty e un sistema di governance partecipativa. Con oltre 7 milioni di utenti mensili e il token scambiato su Binance, è uno dei modelli più avanzati di tokenizzazione della proprietà intellettuale musicale.

3) Fan Token sportivi Sport & community (dal 2020)
Il FC Barcelona lancia nel 2020 il proprio fan token su Socios.com, generando 1,2 milioni di euro in due ore. Da allora, oltre 70 club sportivi hanno adottato questo modello. I fan token permettono ai tifosi di votare in sondaggi ufficiali, ricevere vantaggi esclusivi e rafforzare il senso di appartenenza. A maggio 2025, la capitalizzazione di mercato dei fan token si attesta tra 250 e 270 milioni di dollari, secondo CoinMarketCap e FanTokens.com. È un esempio di tokenizzazione che unisce monetizzazione, coinvolgimento emotivo e partecipazione economica.

4) Beeple Arte digitale (2021)
L’11 marzo 2021, l’opera digitale Everydays di Beeple (Mike Winkelmann) viene venduta da Christie’s per 69,3 milioni di dollari, rendendolo il terzo artista vivente più quotato. È il primo NFT puramente digitale battuto da una grande casa d’aste, segnando l’ingresso del Web3 nell’arte contemporanea. Il caso Beeple ha innescato un’ondata speculativa, seguita da un crollo del 97% del volume NFT entro fine 2022 (Dune Analytics). Nonostante ciò, musei come il Centre Pompidou, LACMA e SFMOMA hanno iniziato ad acquisire NFT, consolidandone la presenza come categoria collezionabile e curata.

5) LVGA Points Economia civica (dal 2022)
Nel contesto del progetto Plan ₿ promosso dalla Città di Lugano, il token LVGA Points è stato introdotto come moneta civica digitale per incentivare l’economia locale. Integrato nell’app MyLugano, il token (ERC-20 su Polygon) è accettato da oltre 400 esercenti.
Ogni acquisto genera cashback in LVGA, da riutilizzare per futuri acquisti. Tra i benefici:


– misurazione in tempo reale dell’impatto economico locale;
– stimolo al consumo di prossimità;
– inclusione digitale attraverso strumenti gamificati.


Con oltre 15.000 transazioni mensili e 25.000 utenti registrati attivi, LVGA è uno dei primi esperimenti di token civico in Europa.

6) Circle, BlackRock’s BUIDL & Project Guardian – Stablecoin e Tesoro (2024–2025)

Circle, emittente della stablecoin USDC, collabora con BlackRock per lanciare il fondo BUIDL, basato su Treasury USA tokenizzati. È uno dei primi strumenti ad integrare stablecoin e asset pubblici in un’infrastruttura on-chain regolamentata.
A maggio 2025, Circle gestisce 61,38 miliardi di USDC in riserve, rispetto ai 149 miliardi di Tether, il principale competitor. Circle si distingue per compliance, trasparenza e partnership istituzionali. Questo caso evidenzia il ruolo delle stablecoin come infrastruttura tecnica e monetaria, abilitante per lo sviluppo di prodotti tokenizzati regolati. In parallelo, anche la Banca Centrale di Singapore (MAS) sta sperimentando la tokenizzazione di asset ad alto valore — tra cui obbligazioni e depositi — nell’ambito del progetto Project Guardian, in collaborazione con istituzioni finanziarie autorizzate.

Conclusione

Nel 2025, la tokenizzazione degli asset si è affermata come un’infrastruttura trasversale, applicabile a una varietà crescente di asset class. I casi analizzati mostrano modelli concreti, fondati su smart contract, stablecoin e nuovi mercati regolamentati.

Permangono criticità: dall’integrazione tra ledger distribuiti e sistemi legacy, alla riconoscibilità legale dei token, fino alla gestione dei rischi operativi e alla disomogeneità normativa tra giurisdizioni.

Finanziariamente, la tokenizzazione offre vantaggi tangibili: efficienza, tracciabilità e accesso frazionato. Tuttavia, la liquidità resta concentrata in forme “sperimentali” di mercato primario, mentre gli exchange secondari hanno ancora un’adozione limitata.

L’evoluzione dell’economia monetaria sarà centrale. L’avvento delle CBDC, la diffusione delle stablecoin collateralizzate in valuta fiat e l’integrazione degli asset pubblici su blockchain suggeriscono che la finanza tokenizzata non resterà ai margini. Sarà, al contrario, parte integrante dell’architettura economica futura. E proprio per questo va interrogata, prima che subìta. Non è più sufficiente chiedersi come funziona: bisogna domandarsi quali scelte incorpora, quali economie abilita o marginalizza. Sarà essenziale monitorare il ruolo dei custodian e degli auditor, garanti della trasparenza delle riserve. In gioco non c’è solo la stabilità sistemica, ma anche la tutela dei diritti economici dei cittadini — sanciti a livello nazionale — rispetto al crescente potere infrastrutturale delle banche centrali e di reti di coordinamento intercontinentali, come quella, spesso poco visibile ma influente, della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), nata nel 1930 in Svizzera

Relatore

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