Cultura

Lavrentij Berija, sei finito!

Chi era Berija?

Lavrentij Berija fu il capo dell’NKVD, la polizia segreta sovietica, dal 1938 fino alla morte di Stalin nel 1953. Era uno degli uomini più potenti e temuti dell’URSS, coinvolto direttamente nelle Grandi purghe, nelle deportazioni di massa, nelle repressioni politiche, e nella gestione del Gulag. Era anche un abile manipolatore e politico, capace di sopravvivere a un sistema in cui molti dei suoi predecessori erano stati eliminati.


La sua caduta: cosa successe?

La caduta di Berija fu rapida e violenta, avvenuta pochi mesi dopo la morte di Stalin, nel giugno del 1953.

  1. Dopo la morte di Stalin (5 marzo 1953), Berija sembrava in una posizione di forza: entrò nel nuovo governo come vice primo ministro e ministro dell’Interno, accumulando molto potere.
  2. Riforme e ambiguità: cercò di presentarsi come un riformatore, proponendo il rilascio di alcuni prigionieri politici e una maggiore apertura verso l’Est europeo. Ma i suoi colleghi (in particolare Nikita Krusciov) temevano che stesse solo cercando di consolidare il potere assoluto.
  3. Colpo di mano: nel giugno del 1953, Krusciov, insieme ad altri membri del Presidium (come Malenkov e Žukov), organizzò un colpo di palazzo. Durante una riunione del governo, Beria fu arrestato da Žukov stesso, con l’aiuto dell’esercito.
  4. Processo segreto e fucilazione: fu accusato di tradimento, spionaggio e altri crimini. A dicembre dello stesso anno, fu processato in segreto e giustiziato.

Perché fu eliminato?

  • Paura del suo potere: era troppo potente e sapeva troppo.
  • Ostilità del partito: nessuno si fidava di lui, e molti lo odiavano per il suo ruolo nella repressione.
  • Krusciov voleva emergere: eliminando Berija, Krusciov spianò la strada per diventare il leader incontrastato.

Epilogo

La caduta di Berija segnò la fine del terrore staliniano più brutale. Fu anche il primo passo verso un parziale “disgelo” sotto Krusciov, che culminò nel famoso discorso segreto del 1956, in cui Stalin venne pubblicamente criticato.

Evoca la drammatica seduta del 26 (credo) giugno… Chi c’era? Secondo alcune fonti Berja mori’ subito…

Evocare la drammatica seduta del 26 giugno 1953 — quella in cui Lavrentij Berija fu arrestato — significa immergersi in uno dei momenti più tesi e cupi della storia sovietica post-staliniana. È un vero colpo di scena politico, che sembra uscito da una tragedia teatrale, solo che era tutto vero.


📅 Seduta del 26 giugno 1953: il colpo di mano

🏛 Luogo:

Il Kremlino, sala delle riunioni del Presidium del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (il massimo organo dirigente).

👥 Chi c’era (i principali protagonisti):

  • Lavrentij Berija – Ministro degli Interni, membro del Presidium, il bersaglio.
  • Nikita Krusciov – Segretario del Comitato Centrale, l’ideatore del complotto.
  • Georgij Malenkov – Primo ministro, apparentemente alleato di Berija, ma in realtà complice del colpo.
  • Nikolaj Bulganin – Membro del Presidium, parte del complotto.
  • Vjačeslav Molotov – Ex ministro degli Esteri, inizialmente in bilico, ma alla fine sostenitore del golpe.
  • Lazar Kaganovič – Vecchio bolševico, parte del gruppo anti-Berija.
  • Kliment Vorošilov – Un altro vecchio della guardia.
  • Marešal Georgij Žukov – Comandante dell’esercito, entrò nella sala con uomini armati per eseguire l’arresto.

⚡ Cosa successe

La riunione fu convocata come se fosse una normale seduta del Presidium. Berija non sospettava nulla. Secondo le testimonianze successive (soprattutto quelle di Krusciov), durante la riunione:

  • Krusciov iniziò ad accusare Berija di tradimento, spionaggio per conto britannico (!), abuso di potere, e sabotaggio delle politiche sovietiche.
  • Berija, colto di sorpresa, provò a difendersi, ma presto si rese conto che tutti gli altri presenti si erano messi d’accordo contro di lui.
  • Malenkov premette un bottone nascosto sulla scrivania: Žukov e i suoi uomini fecero irruzione nella sala, armati.
  • Berija, dicono le fonti, impallidì, tremava, gridava “Compagni! Compagni! Che state facendo?”
  • Fu disarmato e portato via, immediatamente incarcerato nella prigione di Lefortovo.

🤔 È vero che morì subito?

Ci sono versioni contrastanti.

Secondo la versione ufficiale (quella di Krusciov e degli atti sovietici successivi):

  • Berija fu giudicato da un tribunale militare segreto (presieduto da Maršal Konev) e fucilato il 23 dicembre 1953 a Mosca.
  • I suoi coimputati (ministri e agenti dell’NKVD a lui fedeli) furono giustiziati insieme a lui o poco dopo.

Ma alcune fonti alternative (compresi ex agenti e storici revisionisti) sostengono:

  • Che Beria fu ucciso immediatamente dopo l’arresto, o comunque entro pochi giorni, per ordine diretto di Žukov o Krusciov, per evitare che parlasse.
  • Che il “processo” fu una messinscena postuma per giustificare l’eliminazione.

Non esistono prove inconfutabili, ma alcuni documenti interni e memorie sovietiche non escludono che sia stato ucciso senza un vero processo legale.


🎭 Una scena da tragedia

Il dramma del 26 giugno non fu solo politico, ma anche psicologico: il persecutore supremo, l’uomo che aveva mandato migliaia di persone a morire con un cenno, fu colto dal panico e supplicò pietà. Fu vittima del meccanismo di potere che lui stesso aveva perfezionato.

Un giorno al vertice. Il giorno dopo, un morto che camminava.

Relatore

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