Bibbia

PAPA LEONE XIV E L’ECUMENISMO CRISTOCENTRICO DI NICEA

Daniele Trabucco

Aldo Rocco Vitale

Nel discorso del 19 maggio 2025 rivolto ai rappresentanti delle religioni, Papa Leone XIV, eletto in data 08 maggio 2025, ha evocato, con equilibrio teoretico e con intenzione profondamente teologica, l’enciclica “Fratelli tutti” del 03 ottobre 2020 e la Dichiarazione di Abu Dhabi del febbraio 2019, documenti chiave del pontificato di Papa Francesco (2013-2025). Tuttavia, tale richiamo non si colloca in continuità lineare o acritica, né si presenta come gesto diplomatico di mera consonanza pastorale. Esso avviene all’interno di un contesto strutturalmente diverso, segnato dal riferimento esplicito al Concilio di Nicea del 325 d.C. (quest’anno cade il 1700 anniversario) e alla comunione delle Chiese, segni inequivocabili di una rifondazione cristocentrica dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso.

Qui, l’unità non è più evocata in termini genericamente umani o antropocentrici, bensì radicata nella comune confessione trinitaria e cristologica, fondata sul “homoousios” del Figlio col Padre, principio ontologico della vera fraternità. Il riferimento al Concilio di Nicea non è di circostanza, ma denso di significato teologico: esso stabilisce che ogni forma di comunione ecclesiale e ogni apertura al dialogo trovano il loro fondamento nella fede condivisa nel Verbo incarnato, vero Dio da vero Dio. In tal modo, Papa Leone XIV rilegge e riordina le istanze contenute in “Fratelli tutti” e nella “Dichiarazione di Abu Dhabi”, subordinandole a un principio superiore e normativo: non la fraternità come dato naturale o sociologico, quanto la comunione come evento teologico, generata dalla partecipazione all’essere trinitario. L’ecumenismo e il dialogo, dunque, sono da intendersi non come fine in sé, ma come strumenti che, illuminati dalla luce della verità rivelata, possono condurre al compimento dell’unità voluta da Cristo per la sua Chiesa: “ut unum sint”. In questa luce, la fraternità proposta da Papa Francesco, che aveva sollevato perplessità per la sua apparente neutralità rispetto al contenuto rivelato, viene da Papa Leone XIV ricondotta alla sua radice più profonda e veritativa: la figliolanza adottiva in Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Il pluralismo religioso, che nella “Dichiarazione di Abu Dhabi” del 2019 era descritto come “voluto da Dio nella sua sapienza”, viene ora interpretato in chiave provvidenziale: non voluto per se, bensì “per accidens”, come effetto della libertà creata e della storia redentiva.

Lungi dal rinnegare il valore degli elementi di verità presenti nelle altre religioni, Leone XIV li riconosce nella misura in cui partecipano analogicamente alla Verità piena, che si è fatta carne. Il richiamo al Concilio di Nicea funge, quindi, da criterio ermeneutico: ciò che fonda la comunione non è l’appartenenza alla medesima umanità, ma l’adesione, anche implicita, alla verità del Verbo, consustanziale al Padre. La Chiesa non è madre in quanto istituzione solidale con il mondo, ma in quanto custode del mistero pasquale del Figlio di Dio. In tale prospettiva, il dialogo tra le religioni non è più terreno neutro, bensí è giudicato e illuminato dalla verità rivelata e trova la sua misura nel grado in cui prepara, dispone e orienta alla “communio” ecclesiale. Anche l’ecumenismo viene rifondato in chiave ontologica: non più come semplice riconoscimento reciproco tra confessioni cristiane. Esso diviene cammino verso la piena unità nella fede, nei sacramenti e nella successione apostolica. La comunione tra le Chiese, evocata nel discorso di Papa Leone XIV, è sempre comunione “in veritate”, ossia nella medesima fede definita dal simbolo niceno-costantinopolitano e non può prescindere dalla verità oggettiva della Rivelazione. Non a caso, il Papa fa appello non solo all’unità delle Chiese nella carità, ma anche alla loro unità nel culto del Dio uno e trino, richiamando l’antica “lex orandi” che esprime la “lex credendi”. Il gesto di richiamarsi ai documenti di Papa Francesco, allora, non equivale a una legittimazione globale del paradigma interpretativo precedente, bensì a una sua purificazione e assunzione in un ordine superiore. Papa Leone XIV non sconfessa frontalmente, ma ricolloca, giudica, orienta. È il principio classico della “subalternatio scientiarum” applicato al piano ecclesiale: le intuizioni pastorali e umane di “Fratelli tutti” e della “Dichiarazione di Abu Dhabi” sono accettabili solo se subordinate alla teologia, e questa alla cristologia e questa ancora alla verità dell’essere trinitario quale principio e fine di ogni cosa. Non è, allora, l’universalismo orizzontale a dominare il pensiero di Papa Leone XIV, ma un’architettura teologica verticale, in cui ogni elemento trova il suo posto in un ordine finalistico.

La comunione tra le religioni è possibile solo in quanto figura provvisoria della chiamata universale alla Chiesa, corpo di Cristo. E la fraternità tra gli uomini è reale solo se fondata sull’essere figli nel Figlio. In questo senso, l’ermeneutica del Papa attuale si mostra profondamente fedele alla Tradizione, perché non nega, ma compie, perché non accetta passivamente, ma giudica e ordina secondo verità. Alla luce di Nicea, ogni unità che prescinda da Cristo è fragile; ogni pace che eluda la Croce è illusoria; ogni fraternità che dimentichi la figliolanza divina è ideologica. L’atto di Leone XIV si iscrive, così, non in una continuità retorica, quanto in una riformulazione dottrinale.

Egli richiama, ma per rifondare; cita, ma per convertire il senso; riprende, ma in ordine al principio superiore della “communio ecclesiarum” nella verità del Verbo incarnato. In ciò consiste la vera fedeltà alla Tradizione: non nel ripetere, ma nel custodire la forma e l’ordine del vero, anche quando ciò comporta una rettifica silenziosa.

Daniele Trabucco (SSML/Istituto di grado universitario “san Domenico” di Roma)

Aldo Rocco Vitale (Universitá Europea di Roma).

Relatore

Recent Posts

Israele colpisce l’Iran in modo mirato per toglierli la bomba atomica. L’Iran con l’atomica è un rischio per l’intero mondo.

L'Iran con la bomba atomica rappresenterebbe una seria minaccia per la stabilità del Medio Oriente…

12 ore ago

Rerum Digitalium. Linee per una enciclica in difesa dell’antropologia cristiana nella civiltà dell’algoritmo. #300denari

Roberto Manzi https://blog.messainlatino.it/2025/06/rerum-digitalium-linee-per-una.html?m=1 «L’intelligenza artificiale [IA] è come una tigre. Da cucciola sembra innocua, addirittura affascinante. Ma…

12 ore ago

“Il Masi e il Lac per me sono una magnifica sfida!” – Intervista al direttor Tobia Bezzola

Ho incontrato il dottor Tobia Bezzola, per la prima volta, alla conferenza stampa di presentazione…

18 ore ago

I numeri che passione! – Miniquiz matematico

Il pensiero del giorno oggi è un facile "indovinello" matematico. Le scritture seguenti rappresentano tutte…

1 giorno ago

Come muore un re? Eugène Ionesco ve lo dice

Il re Bérenger I è un grande sovrano e ha due regine: la prima, Marguerite,…

1 giorno ago