Il volto sereno di un giovane sacerdote, don Matteo Balzano, 35 anni, oggi ci parla con il silenzio più duro da accettare: quello della morte volontaria. La notizia del suo gesto ha sconvolto non solo la comunità di Cannobio, dove era vice parroco, ma anche tutti noi che, pur da lontano, ne riconosciamo la testimonianza semplice e preziosa. Don Matteo era uno di quei preti che amano il loro ministero nella concretezza della vita quotidiana: l’oratorio, la tombola, il Grest, i giovani, la Messa. Non un uomo chiuso in sacrestia, ma una guida presente, gentile, capace di far sentire tutti accolti.
Eppure, proprio tra le mura familiari dell’oratorio che animava con entusiasmo, ha consumato in solitudine un dolore che nessuno aveva intuito. Le sue sofferenze interiori sono rimaste nascoste, forse per pudore, forse per paura, forse perché nessuno, nemmeno lui, riusciva a nominarle con chiarezza.
In questo momento di smarrimento, non possiamo che ripetere con umiltà le parole scelte dalla diocesi di Novara: «Solo il Signore, Colui che scruta e conosce ciascuno di noi, sa comprendere i misteri più impenetrabili dell’animo umano». È proprio così. Solo Dio, che guarda oltre le apparenze, che conosce le lacrime segrete, che non giudica ma abbraccia, può penetrare nel mistero profondo del cuore di don Matteo. Solo Dio può colmare con la sua misericordia infinita quel vuoto che la nostra ragione non sa spiegare.
Il sacerdozio è una vocazione grande, bellissima, ma non è un’immunità al dolore. Anzi, spesso è proprio chi ha un cuore spalancato a Dio e agli altri che si espone con maggiore vulnerabilità. I preti non sono supereroi: sono uomini, fragili, sensibili, feriti come tutti. Portano la speranza, ma hanno bisogno anche loro di essere sorretti, ascoltati, amati. Non dimentichiamolo.
In questi giorni di lutto e preghiera, affidiamo don Matteo a Cristo buon pastore, che conosce ogni suo passo, ogni sua notte, ogni suo desiderio di bene. E chiediamo a Dio, Padre di tenerezza, di accoglierlo nel suo Regno come un figlio stanco che finalmente può riposare. Che la sua sofferenza trovi pace, che il suo cuore trovi luce.
Alla sua famiglia, alla comunità di Cannobio, alla diocesi di Novara e a tutti i suoi confratelli nel sacerdozio, giunga la nostra vicinanza profonda. Le parole non bastano, ma la preghiera può. La preghiera silenziosa che abbraccia, consola, sostiene.
Don Matteo, riposa nella pace. E che il Signore ti dia quella serenità che forse, in questo mondo, ti era mancata.
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