Primo piano

Pace, sicurezza, diplomazia e analisi. Intervista al Prof. Mario Scaramella
Esperto di sicurezza e intelligence, docente al Capri Campus. di Liliane Tami

In un tempo in cui la sicurezza globale si intreccia sempre più con le sfide della tecnologia, della diplomazia e della cultura strategica, comprendere i meccanismi profondi dell’intelligence internazionale è fondamentale per orientarsi nel presente. Oggi abbiamo il privilegio di dialogare con l’avvocato Mario Scaramella, esperto di sicurezza e intelligence, con una lunga esperienza in ambito internazionale, oggi attivo presso il Capri Campus, prestigiosa istituzione inter-universitaria specializzata in studi diplomatici, intelligence e strategie per la pace.


Il Capri Campus si è recentemente distinto per la partecipazione a importanti progetti nel settore della difesa e della produzione di droni e missili suborbitali intelligenti per impiego difesa civile e sicurezza ambientale, confermandosi come polo d’eccellenza nella formazione di figure ad alta responsabilità nel campo della sicurezza e relazioni internazionali.

Educare alla pace. Diplomazia, strategia, politica e filosofia.


In questa intervista affronteremo con il prof. Scaramella alcuni temi cruciali: il ruolo e l’evoluzione del MI6, il servizio segreto britannico per l’estero, la recente nomina della prima direttrice donna con un background umanistico e antropologico, e le nuove frontiere della strategia contemporanea, sempre più legata alla diplomazia preventiva, alla gestione delle crisi e alla proiezione intelligente del potere.
Una conversazione che vuole gettare luce non solo sui meccanismi dell’intelligence, ma anche su come pensiero umanistico, etica e cultura possano – e debbano – dialogare con il mondo della sicurezza globale.
 
Gentile Mario Scaramella, per iniziare ci parli di lei: quale è la sua formazione in campo giuridico e politico? Come mai questi temi la appassionano?

Mi e’ stato insegnato che diritto, democrazia, tutela dei beni comuni, sopratutto ambiente e cultura, e’ il perimetro all’interno del quale vi e’ pace e sicurezza, per coerenza mi sono sempre impegnato su questi temi anche a tutela degli interessi miei e dei miei cari, per un sano egoismo direi, che coincide con un interesse generale, ho visto sempre in un incendio boschivo o in un traffico illegale o in un attentato una minaccia diretta alla mia sfera personalissima e mi son sempre comportato di conseguenza. Senza mai arretrare per quanto grande e spaventoso fosse il profilo della minaccia o l’aggressore.
 
DI cosa si occupa il Capri-Campus?
 Portiamo l’intelligence nelle università e nei tribunali formando studenti di universita americane come la CUNY e SJSU e poi gli avvocati ed i magistrati, i diplomatici.


Viviamo in tempi geopolitici complessi, e bisogna sempre ricordarsi che la pace è il bene ultimo da perseguire per tutte le nazioni. Quale è il ruolo della diplomazia nella grande scacchiera internazionale di oggi? Quali sono le aree in cui il dialogo tra nazioni sembra più difficile?


 Non esiste la sicurezza internazionale ma solo stati sovrani che si confrontano con ogni mezzo, se vi e’ una piattaforma diplomatica a livello bilaterale ed anche multilaterale si possono mantenere pacifiche relazioni internazionali, questo in tutti gli ambiti del confronto, dal commercio all’ambiente, ai confini nazionali, spazio, mare, poli, migrazioni…quando si ferma la diplomazia iniziano le insicurezze e le guerre.

Ci parli del SIS, che  è l’agenzia di spionaggio per l’estero inglese con la quale lei ha collaborato: quale è il loro ruolo oggi?

Quali sono le principali minacce che l’occidente è chiamato a sorvegliare? Il Presidente Francesco Cossiga sostenne in una intervista con Sabelli Fioretti e poi in una interrogazione parlamentare da senatore a vita che io fossi una “spia inglese” da qui la mia fama di agente di Sua Maesta’, in realtà l’equivoco nacque dal fatto che sia in Inghilterra dove risiedo da molti anni sia in altri teatri come Colombia, Russia, Somalia ed in Italia mi dono trovato a collaborare con l’ MI6 o come lo ha correttamente indicato il SIS, diversi dossier mi hanno portato a interagire, a Bogota’ lavorammo sugli attentati agli oleodotti, sulle coltivazioni di droghe narcotiche ed altre questioni, in Somalia sul terrorismo di Al Shabab e in Italia sullo spionaggio russo, ma non sono una spia inglese, solo collaborazioni accademiche.

In Italia il servizio collegato cioe’ il SISMI non si capacitava che io collaborassi con i capi di stanza presso l’Ambasciata a Roma che all’epoca erano Mc Guinnes e Whiteside questo perche notoriamente il SIS parla solo con l’omologo servizio locale o con i propri agenti, da qui il fraintendimento ripreso da Cossiga, non essendo SISMI dovevo essere per forza inglese per il loro protocollo di sicurezza… comunque visto dall’interno il servizio e’ molto efficiente e anche snello, cost-effective potrei dire, generalmente non servono i macchinoni alla James Bond ma basta uno scooter per essere operativi e le fonti non son modelle ed attrici straniere ma interpreti e giovani fisici, capaci di comprendere le complessità della intelligence, credo il SIS sia ancora il miglior servizio del mondo perche’ rappresenta efficientemente una bandiera di grandi valori democratici.

Mario Scaramella in una conversazione. L’arte del dialogo e della diplomazia per ottenere la pace



Cosa pensa di Blaise Metreweli, prima donna a capo dell’MI6?

Ecco anche in questo caso il SIS e’ portatore di valori, in un ambiente molto misogino che preclude alle dinne i servizi speciali, sopratutto operativi, un direttore donna e’ un gran bel messaggio ed ancora una volta e’ anche scelta di efficienza, io non ho avuto fortuna in ambito SIS, la signora che sostitui Andrew Whiteside in “BRE”, questo il nome in codice del SIS a Roma, non fu capace di gestire l’immensa crisi innescata dall’avvelenamento di Alexander Litvinienko che io gestivo proprio da Roma ed in colleganza con gli inglesi, diciamo che quella signora rappresenta una soluzione di continuità rispetto alla eccellenza di donne in servizio attivo per il MI6
 
Blaise Metreweli, oltre che essere un’esperta di nuove tecnologie, è laureata anche in antropologia.  Pensando anche a Machiavelli, che era un letterato e filosofo, quali sono i benefici che possono apportare alla sicurezza internazionale le conoscenze in campo umanistico, come appunto la filosofia, l’antropologia o la storia delle religioni?

Come ho detto un buon agente inglese ha una laurea in fisica, l’approccio alla intelligence militare estera e’ molto diverso che in Italia dove un maresciallo dei carabinieri o un poliziotto vengono prestati al servizio segreto, a Londra invece sono richieste lauree apri-cervello per poter entrare nello spy-game.. filosofia ad esempio.

Per organizzazioni come l’ FBI, conoscere la storia delle religioni, soprattutto nel campo dell’anti-terrorismo di tipo religioso, è fondamentale. Il Medioriente, dove vi sono ebrei, islamici e in Iran, con ancora molte persone affezionate all’antica religione zoroastriana e che non vedono di buon occhio la teocrazia islamica, è un esempio di terra contesa anche per motivi spirituali. Cosa ne pensa? Quanto è importante il dialogo interreligioso per mantenere la pace? Con quali fazioni estremistiche invece il dialogo è impossibile?


Queste competenze sia il SiS che agenzie piu grandi come NSA o CIA americane le trovano nei consulenti esterni, una rete di contatti portera sempre al giusto tavolo di analisi il miglior esperto di ogni specifica disciplina, storia delle religioni inclusa, un funzionario ed un operativo ufficiali invece devono essere capaci di interdisciplinare analisi a livelli molto alti e di doti morali superiori, e’ pur sempre un “lavoro da banditi che solo gentiluomini possono svolgere”, e meglio di loro solo una nobildonna come la Signora Metreweli.

Blaise Metreweli, prima donna a capo dell’MI6

Relatore

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