Cultura

“E molto è follia, e ancor più peccato / e orrore è l’anima della trama”

Nello stupendo racconto “Ligeia”, che Poe giudicava fosse il suo capolavoro – mentre la critica è incline a incoronare “La caduta della casa Usher” – troviamo questa poesia: “The conqueror Worm”. Leggiamola insieme nell’originale.
Lo! ’t is a gala night
Within the lonesome latter years!
An angel throng, bewinged, bedight
In veils, and drowned in tears,
Sit in a theatre, to see
A play of hopes and fears,
While the orchestra breathes fitfully
The music of the spheres.
Mimes, in the form of God on high,
Mutter and mumble low,
And hither and thither fly—
Mere puppets they, who come and go
At bidding of vast formless things
That shift the scenery to and fro,
Flapping from out their Condor wings
Invisible Wo!
That motley drama—oh, be sure
It shall not be forgot!
With its Phantom chased for evermore
By a crowd that seize it not,
Through a circle that ever returneth in
To the self-same spot,
And much of Madness, and more of Sin,
And Horror the soul of the plot.
But see, amid the mimic rout,
A crawling shape intrude!
A blood-red thing that writhes from out
The scenic solitude!
It writhes!—it writhes!—with mortal pangs
The mimes become its food,
And seraphs sob at vermin fangs
In human gore imbued.
Out—out are the lights—out all!
And, over each quivering form,
The curtain, a funeral pall,
Comes down with the rush of a storm,
While the angels, all pallid and wan,
Uprising, unveiling, affirm
That the play is the tragedy, “Man,”
And its hero, the Conqueror Worm.

E molto è follia, e ancor più peccato / e orrore è l’anima della trama

Guardate! È una notte di gala dopo questi ultimi anni desolati! Una moltitudine d’angeli alati, ornati di veli, immersi nelle lacrime, è assisa in un teatro, per vedere un dramma di speranze e di timori, mentre l’orchestra sospira a intervalli la musica delle Sfere.

Alcuni mimi, fatti a imagine dell’altissimo Iddio, brontolano e borbottano a bassa voce e volteggiano da un lato all’altro; povere marionette che vanno e vengono al comando di vasti esseri senza forma, che trasportano la scena qua e là, scotendo con le loro ali di Condor l’invisibile Infelicità!

Questo dramma variopinto certamente non sarà dimenticato! Col suo fantasma inseguito eternamente da una folla che non può afferrarlo lungo un cerchio che ritorna sempre su se stesso, esattamente allo stesso punto! E molto la Follia, e ancora più il Peccato e l’Orrore sono l’anima dell’intreccio!

Ma, guardate! attraverso la calca dei mimi una forma strisciante s’avanza, una cosa rossa di sangue, che viene torcendosi dalla parte solitaria della scena! Essa si torce! Essa si torce! Con angosce mortali e mimi diventano il suo pasto; e i serafini singhiozzano vedendo i denti del verme masticare grumi di sangue umano.

Tutte le luci si spengono: tutte, tutte! E sopra ogni forma rabbrividente il sipario, vasto drappo mortuario, discende con la violenza d’una tempesta; e gli angeli, tutti pallidi e smorti, levandosi e svelandosi, affermano che questo spettacolo è una tragedia che si chiama « L’uomo » in cui il vincitore è il « Verme Conquistatore ». (trad. di Antonio Bruno)

Relatore

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