Negli anni della cosiddetta “generazione snowflake” – giovani percepiti come fragili, ipersensibili e disabituati al confronto – la scuola italiana si trova davanti a sfide educative profonde e complesse. Un segnale emblematico di questa crisi è il crescente numero di studenti che, durante l’esame di maturità, si rifiutano di parlare, in preda all’ansia o al vuoto di senso. Non si tratta solo di timidezza, ma spesso di una desertificazione interiore, frutto di un sistema educativo che ha smarrito la sua anima formativa.
In questo contesto, l’impegno del ministro Giuseppe Valditara merita di essere riconosciuto. La sua proposta di reinserire i classici greci e latini e la Bibbia nei programmi scolastici non è un’operazione nostalgica, ma una scelta coraggiosa e necessaria. Perché non c’è futuro senza radici. I classici, con la loro profondità antropologica e la Bibbia, con la sua visione spirituale e culturale dell’uomo, sono antidoti contro il nichilismo, strumenti potenti per formare coscienze pensanti, libere e responsabili. L’educazione non può ridursi alla sola tecnica o alla gestione delle emozioni: ha bisogno di sostanza, senso, memoria e trascendenza.
In questo scenario, il volume Docenti Informati si rivela un baluardo contro la decadenza dell’istruzione. Non è un semplice manuale da concorso, ma una chiamata al risveglio culturale. Promuove un’idea di scuola che non adula i desideri dei giovani, ma li guida a diventare adulti; che non asseconda fragilità sterile, ma educa alla fortezza e al pensiero critico. Offre strumenti concreti e profondi per restaurare la dignità della professione docente e per riaccendere il desiderio di verità e bellezza negli studenti.
Nel tempo dell’algoritmo e del politicamente corretto, questo libro è un gesto controcorrente. È un atto di resistenza, un invito a credere ancora nella missione della scuola come palestra dell’anima, come spazio di incontro tra generazioni, come luogo in cui l’Occidente può ancora ritrovare sé stesso.
Docenti Informati non è solo un manuale per concorsi scolastici, ma un’autentica bussola per orientarsi nel vasto e spesso complicato mondo della scuola italiana. Con le sue 780 pagine dense di contenuti, si presenta come un’opera di riferimento, capace di unire rigore normativo, profondità pedagogica e passione educativa.
Curato con attenzione da Matteo Orlando, arricchito da una prefazione di Antonella Paniccia e da una postfazione di Francesco Bellanti, questo volume si distingue per chiarezza espositiva, completezza e autorevolezza. Dalla storia della scuola italiana ai più recenti aggiornamenti legislativi, dalla psicologia dell’apprendimento alle metodologie didattiche, ogni sezione è pensata per essere accessibile e al tempo stesso profonda.
Il libro è pensato principalmente per i docenti che si preparano ai concorsi ordinari e straordinari, ma è estremamente utile anche per studenti universitari, dirigenti scolastici, genitori, giornalisti, educatori e operatori scolastici. Ogni tema è trattato con linguaggio limpido e rigoroso, privo di tecnicismi inutili, e sempre accompagnato da esempi concreti, schemi esplicativi e riflessioni.
Il vero punto di forza dell’opera, però, è la sua dimensione culturale e valoriale. Docenti Informati non si limita a trasmettere nozioni, ma vuole restituire senso e dignità alla professione docente, troppo spesso svilita. Lo fa offrendo una visione della scuola come luogo di crescita integrale della persona, presidio di umanità e di democrazia, spazio in cui si formano coscienze critiche e libere.
Imperdibile anche l’appendice finale, che raccoglie oltre 30 contributi firmati da studiosi, insegnanti, genitori e pensatori, i quali riflettono – con stili diversi – sullo stato della scuola italiana, sulle sue sfide e sulle sue potenzialità. Temi come la libertà educativa, la bioetica a scuola, la crisi del sapere critico e il ruolo del docente nell’epoca digitale sono affrontati con coraggio e lucidità.
Estremamente interessante da leggere è l’appendice 2 (“Riflessioni utili sulla scuola italiana”) con i seguenti contributi: – Metodologia e prassi: insegnamento e istruzione verso una scuola umanista (di Sergio Caldarella); – Educare al pensiero critico (di Enrica Perucchietti); – L’educazione come introduzione alla realtà totale (di Raffaele Iannuzzi); – La scuola italiana ha appiattito il sapere, la capacità critica (di Cristina Leggio); – L’Italia è davvero il Paese più ignorante d’Europa? (di Matteo Castagna); – Il profumo della scuola (di Antonella Paniccia); – La scuola dell’autonomia come fucina di idee e di progresso. Una proposta di inserimento della bioetica personalista nel PTOF (di Maria Luisa Donatiello); – La decadenza della scuola comincia con la Rivoluzione francese (di Umberto Spiniello); – La scuola tra ideali, burocrazia e competenze (di Mauro Losapio); – Non è garantita la libertà di educazione (di Attilio Negrini); – Il disastro della “carriera alias” (di Patrizia Stella); – Gli studenti non chiedono una scuola perfetta (di Nicola Incampo); – Una barca che fa acqua da tutte le parti (di Pietro Licciardi); – Cara scuola, non ci deludere! (di Gian Piero Bonfanti); – “Non impariamo per la scuola, ma per la vita” (di Don Antonio Nuara); – Schola magistra vitae? (di Maria Chiara Nordio); – Una scuola libera non teme il pensiero divergente (di Sabina Righetti); – La scuola è il “parafulmine” di tutte le storture nazionali (di Gianmaria Spagnoletti); – La scuola italiana sta affrontando cambiamenti significativi (di Cosimo De Giorgi); – Scuola italiana tra criticità e ruolo del docente (di Claudia Di Dio); – Il fallimento della scuola moderna (di Calogero Daino); – La scuola italiana saprà essere all’altezza del suo ruolo formativo? (di Daniela Migliorini); – A cosa serve la conoscenza? (di Silvia Carrara); – La scuola come resistenza alla barbarie digitale e al dataismo (di Emiliano Fumaneri); – La scuola è massacrata dal positivismo (di Vito Comencini); – Fine delle medie… e adesso? (di Martina Orlando); – “Trova il verbo e vai a ritroso” (di Chiara Masotto); – Il mio orgoglio di mamma: tra grembiuli, quaderni e sogni realizzati (di Caterina Valenti); – La mia fatica nei campi per il futuro dei miei figli (di Pietro Orlando); – La scuola come specchio di un declino: tra fallimenti riformatori e illusioni di modernizzazione (di Daniele Trabucco).
In un panorama editoriale spesso saturo di manuali sterili o eccessivamente tecnici, questo libro rappresenta una ventata di pensiero vivo, appassionato e autorevole. È un testo da studiare, consultare, ma soprattutto da vivere, perché educare, come suggerisce l’autore, non è un semplice mestiere: è una vocazione.
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