Demetrio Vittorini, figlio del celebre scrittore Elio Vittorini, autore egli stesso di varie opere e mio collega d’istituto (professore di inglese) per molti anni a Lugano 1, mi manda queste vivaci impressioni ferragostane. Il “problema” è d’attualità, e l’opinione dell’Autore abbastanza chiara.
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Ferragosto maledetto che va a cadere un sabato, due giorni festivi uno in coda all’altro; praticamente senza trasporti pubblici. Chiusi i negozi, i bar, i ristoranti, difficilissimo trovare un posto dove ti preparino un caffè che poi ti danno con sforzo, come se fosse la manna nel deserto.
Donne velate e Belfagor contro la legge che urlano a saltellanti marmocchi in una di quelle lingue o dialetti stridenti e gutturali insieme e che purtoppo diventano sempre più familiari ai nostri orecchi.
Ecco, quando si vede un Belfagor, libero per le strade o nei negozi, si dovrebbe chiamare un poliziotto perché lo arresti e lo faccia multare da un giudice, ma dove sono i poliziotti per cogliere questi diavoli in flagrante? O un esorcista? Ma pare siano tutti a Roma a esorcizzare i politici italiani tutti invasi dal demonio della cupidigia che in cambio dell’anima promette loro pensioni d’oro.
Per chi non conosce Belfagor o non è sicuro di chi sto parlando, metto in chiaro che per me si tratta della donna (che potrebbe benissimo essere un uomo) che si ricopre del burka, lasciando qualche volta aperta una feritoia per gli occhi.
Demetrio Vittorini
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