Don Rolando Leo: condanna con pena sospesa, accuse ridimensionate
Il processo a carico di don Rolando Leo, sacerdote ticinese accusato di reati sessuali, si è concluso con una scarcerazione immediata abbassando la condanna a 18 mesi di detenzione, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.
Considerato il periodo già trascorso in carcere – don Rolando era stato arrestato il 7 agosto 2024 ed era in espiazione anticipata dal 15 novembre dello stesso anno – il sacerdote è stato immediatamente scarcerato.
Durante il dibattimento, è emerso che le accuse mosse inizialmente erano state enfatizzate dai mass media e che la realtà dei fatti, pur restando oggetto di condanna, si presentava in forma meno grave rispetto alle ricostruzioni circolate. In particolare, è stato chiarito che il reato di pornografia non era configurabile nel caso in esame.
Lo stesso giudice Pagnamenta ha sottolineato in aula di aver visionato, nel corso della sua carriera, atti ben più gravi di quelli attribuiti a don Rolando. Ciò non ha escluso la responsabilità penale, ma ha contribuito a contenere la portata delle imputazioni e a determinare una pena più mite, interamente sospesa.
Nei prossimi giorni proporremo un approfondimento sul caso, analizzando sia gli aspetti giuridici sia il ruolo dei media nella percezione pubblica di vicende delicate come questa.
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