Ecco una foto storica della Carovana della libertà, avvenuta poco dopo la fondazione della Lega dei Ticinesi nel 1991, con Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli ai vertici, promotori di un ideale politico immediatamente riconosciuto dal pubblico ticinese .
Fondazione e contesto
Il movimento politico Lega dei Ticinesi è stato ufficialmente fondato il 17 gennaio 1991 a Lugano, grazie a Giuliano Bignasca (presidente), Flavio Maspoli e Mauro Malandra lega-dei-ticinesi.chWikipedia.
Precedentemente, Bignasca e Maspoli avevano lanciato il settimanale Il Mattino della Domenica nel marzo 1990, che divenne l’organo propagandistico del movimento e veicolò con linguaggio provocatorio temi populisti e antieuropeisti Wikipedia+2Wikipedia+2.
Il partito nacque come “borghese di protesta di destra”, espressione di un malcontento verso la partitocrazia tradizionale e le élite cantonali SWI swissinfo.ch+1.
Prime fasi e risultati elettorali
Alle prime elezioni cantonali del 1991, la Lega ottenne il 12,8 % dei voti e fece ingresso nel Gran Consiglio ticinese SWI swissinfo.ch.
Nelle elezioni federali dello stesso anno, conquistò 2 seggi al Consiglio nazionale e 1 al Consiglio degli Stati, raggiungendo circa il 23,6 % dei voti in TicinoSWI swissinfo.ch+1hls-dhs-dss.ch.
In seguito, pur con alti e bassi, il partito mantenne una presenza costante: un deputato federale, alternandosi fra vittorie e sconfitte, ma sempre con un’attenzione significativa sulle tematiche regionali hls-dhs-dss.chWikipediaSWI swissinfo.ch.
Profilo politico e agenda
La Lega è definita un movimento populista, senza un’ideologia definita ma caratterizzato da posizioni antieuropeiste, regionaliste, anti-ecologiste (intesa non come negazione ambientale, ma contro “isterismi”) e antistataliste; promuove ribassi fiscali, assistenza sociale per gli anziani e contrasto all’inforestierimento hls-dhs-dss.chlega-dei-ticinesi.ch.
Nel suo decalogo, il partito si dichiara vicino alle famiglie, ai giovani e ai più deboli, sostenendo la precedenza ai ticinesi nel mercato del lavoro, la sicurezza e una pubblica amministrazione efficiente, oltre a critiche alla globalizzazione e alla burocrazia lega-dei-ticinesi.ch.
Principali risultati concreti
Tra le conquiste e iniziative della Lega segnaliamo:
Anni recenti – Politiche fiscali come abolizione di imposta di successione, riduzione imposte di circolazione, deduzioni per casse malati figli, oltre a investimenti nelle infrastrutture, mobilità e risanamento fonico delle strade lega-dei-ticinesi.ch+1.
Figure chiave
Persona
Ruolo principale
Giuliano Bignasca
Co-fondatore e “presidente a vita”; guida carismatica, consigliere federale e municipale di Lugano
Flavio Maspoli
Co-fondatore e primo deputato federale del partito (1991–2003), giornalista
Marco Borradori
Eletto consigliere di Stato nel 1995; in seguito sindaco di Lugano (dopo la morte di Giuliano)
Attilio Bignasca
Fratello di Giuliano, figura centrale nel partito; coordinatore fino al 2016; deputato nazionale (2003–2009)
Norman Gobbi
Eletto al Consiglio di Stato nel 2011; figura di rilievo attuale nella Lega
Boris e Antonella Bignasca
Nominati membri del leadership team; Boris capogruppo, Antonella editrice del Mattino
Daniele Piccaluga
Dal 2024 coordinatore del Movimento, succeduto a Gobbi
Evoluzione recente
Dopo la morte di Giuliano (2013), il partito ha eletto un coordinatore (prima Attilio, poi Gobbi) e superato il modello presidenziale introducendo un consiglio esecutivo dal 2021 Wikipedialega-dei-ticinesi.ch.
A fronte di una crisi di consenso a partire dal 2023 (perdita di seggi in Gran Consiglio e sorpasso nell’alleanza con l’UDC), la Lega ha nominato Norman Gobbi coordinatore ad interim, affiancato da vice, e successivamente (inizio 2024) Daniele Piccaluga come nuovo coordinatore, con un comitato di assistenti WikipediaTicinonews.
Conclusione
La Lega dei Ticinesi si è affermata come un potente movimento regionale, caratterizzato da un forte populismo moderato, attenzione al welfare locale, alliance occasionali con l’UDC e obiettivi pragmatici piuttosto che ideologici. Fondata nel 1991 come risposta provocatoria alla politica tradizionale, ha contribuito a dettare l’agenda cantonale e a realizzare politiche concrete, ma oggi affronta sfide legate alla leadership e al ritrovare slancio tra i cittadini ticinesi.
Zali??
Sì, certo 🙂. Claudio Zali è una delle figure di spicco della Lega dei Ticinesi negli ultimi anni.
Nato nel 1959, è avvocato di formazione.
È stato giudice presso il Tribunale cantonale amministrativo, prima di entrare direttamente in politica.
Nel 2013, dopo la morte di Marco Borradori (trasferitosi al municipio di Lugano), la Lega lo ha candidato al Consiglio di Stato ticinese: venne eletto con un ottimo risultato.
All’interno del governo cantonale guida il Dipartimento del Territorio, occupandosi quindi di pianificazione, ambiente, mobilità e infrastrutture.
È conosciuto per il suo approccio pragmatico e giuridico, con uno stile meno “populista” rispetto a Giuliano Bignasca o ad altri storici esponenti della Lega.
La sua figura ha contribuito a rafforzare la credibilità istituzionale del movimento, dando un’immagine di competenza tecnica oltre che di protesta.
👉 Oggi Zali è considerato, insieme a Norman Gobbi, uno dei due volti principali della Lega al governo cantonale.