“Il giardino dei Finzi-Contini” (1962) è un romanzo dello scrittore italiano Giorgio Bassani. Ambientato a Ferrara negli anni precedenti e durante la Seconda Guerra Mondiale, il romanzo esplora le vite di una famiglia ebrea italiana, i Finzi-Contini, e la loro cerchia di amici, concentrandosi in particolare sui temi dell’antisemitismo, dell’isolamento e della memoria.
La storia è narrata da un protagonista senza nome, che riflette sugli eventi del suo passato e in particolare sulla sua amicizia con la famiglia Finzi-Contini. La famiglia è composta da Alberto, il fratello maggiore, e Micol, la sorella minore, insieme ai loro genitori. I Finzi-Contini sono una famiglia ricca e aristocratica, conosciuta per la loro splendida villa con un grande giardino, che diventa un simbolo di isolamento e rifugio dal mondo esterno.
Con l’ascesa del fascismo in Italia e l’adozione delle leggi razziali del 1938, che discriminano gli ebrei, i Finzi-Contini e altre famiglie ebree di Ferrara subiscono un crescente isolamento sociale. I Finzi-Contini aprono il loro giardino agli amici ebrei espulsi dai circoli sociali e dai club sportivi locali, creando un rifugio sicuro per questi giovani.
Il narratore sviluppa una profonda attrazione per Micol, la bella e intelligente figlia dei Finzi-Contini. Tuttavia, nonostante le sue speranze e il loro crescente legame, Micol lo respinge, preferendo una vita di solitudine e introspezione. La storia d’amore non corrisposta diventa un simbolo del distacco e dell’incomunicabilità che permeano il romanzo.
Man mano che la guerra si intensifica e le leggi antisemite diventano più severe, l’atmosfera di sicurezza e protezione offerta dal giardino dei Finzi-Contini inizia a svanire. Alla fine, i membri della famiglia, insieme a molti altri ebrei di Ferrara, vengono arrestati e deportati nei campi di concentramento nazisti.
Il romanzo affronta temi come l’antisemitismo, la persecuzione, la perdita e la memoria. Il giardino dei Finzi-Contini rappresenta un luogo di bellezza e isolamento che, però, non può proteggere i suoi abitanti dal mondo esterno e dalla realtà brutale della storia. La narrazione riflette anche sulla fragilità delle relazioni umane e sulla difficoltà di comprendere veramente l’altro.
“Il giardino dei Finzi-Contini” è stato adattato in un film diretto da Vittorio De Sica nel 1970, che ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero.
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