Nel documentario televisivo “Caravaggio: il corpo ritrovato” si ricostruiscono le ricerche condotte per stabilire se i resti a suo tempo rinvenuti a Porto Ercole ed esaminati all’università di Ravenna appartengano a Michelangelo Merisi da Caravaggio, il grande pittore morto in circostanze misteriose nel luglio del 1610.
Per secoli il suo corpo non è mai stato trovato, né si è mai saputo con esattezza in che modo fosse morto. Nel marzo del 2010 il Wall Street Journal e il New York Times avevano pubblicato due articoli nei quali si cercava di rispondere alla domanda “Chi ha ucciso il Caravaggio?”
Vinceti, snobbato dal mondo scientifico italiano e guardato con scetticismo dai critici dell’arte, ha già fatto esumare i resti di Dante Alighieri e di Pico della Miradola. Il suo prossimo obiettivo sono i resti di Leonardo da Vinci, sepolto in Francia. Il New York Times scriveva che “dopo essere stato per 500 anni in cima alla classifica ufficiosa dell’arte italiana Michelangelo è stato spodestato da Caravaggio, un pittore che in qualche modo trovava anche il tempo di dipingere, quando non era ubriaco o impegnato in una rissa, o a dare scandalo, a inseguire le donne (e gli uomini), ad ammazzare qualche avversario, a fuggire dagli sbirri o a farsi mutilare la faccia da uno dei suoi numerosi nemici.
Per provare definitivamente che le ossa appartengono al Caravaggio serve il test del Dna. Siccome il pittore non aveva lasciato eredi il suo Dna è stato confrontato con quello dei Merisi che vivono nella zona di Caravaggio. Le compatibilità trovate hanno fatto pensare agli studiosi di aver finalmente trovato la salma di Michelangelo Merisi da Caravaggio.
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