Nuova Delhi – Dopo l’ondata di dazi statunitensi che hanno colpito l’export indiano, il governo di Narendra Modi ha scelto di ridefinire i propri equilibri geopolitici. La risposta non è stata uno scontro frontale con Washington, ma un graduale avvicinamento a Mosca e una distensione con Pechino: una strategia che riflette la nuova logica del mondo multipolare.
La decisione di rafforzare i rapporti con la Russia non sorprende: Mosca resta uno dei principali fornitori di armamenti e di energia per l’India, un partner strategico con cui i legami risalgono all’epoca sovietica. Negli ultimi mesi, New Delhi ha ampliato gli acquisti di petrolio russo a prezzi scontati e intensificato le consultazioni diplomatiche, presentandosi come un attore pragmatico in cerca di stabilità.
Ancora più significativa è la distensione con la Cina. Dopo anni di tensioni lungo i confini himalayani, segnati da scontri e morti tra i rispettivi eserciti, India e Cina hanno avviato nuovi canali di dialogo. Non si tratta di un’alleanza, ma di una tregua funzionale a ridurre il rischio di conflitti e a rafforzare il ruolo di entrambi i Paesi nei forum internazionali come i BRICS e l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
Il caso indiano mostra con chiarezza come l’ordine globale stia cambiando: non più una divisione netta tra Occidente e resto del mondo, ma un mosaico di alleanze flessibili e pragmatiche. New Delhi non intende rinunciare ai rapporti con gli Stati Uniti, fondamentali in termini di tecnologia e investimenti, ma al tempo stesso non accetta più di essere vincolata a un unico polo di influenza.
Questa postura, che alcuni analisti definiscono di “non allineamento 2.0”, consente all’India di massimizzare i propri margini di manovra, scegliendo di volta in volta con chi cooperare sulla base degli interessi nazionali.
Il messaggio è chiaro: l’India non vuole essere pedina di nessuno, ma protagonista autonoma del nuovo equilibrio internazionale. I dazi americani, anziché isolare Nuova Delhi, hanno accelerato il processo di diversificazione delle sue alleanze. E il riavvicinamento a Russia e Cina dimostra che la multipolarità non è più solo una teoria accademica, ma una realtà che si dispiega sotto gli occhi del mondo.
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