Due anni dopo il massacro: ricordiamo, vegliamo, speriamo nella pace
Due anni dopo il 7 ottobre, ci fermiamo nel silenzio della memoria e nell’umiltà della preghiera.
Ricordiamo i bambini, le donne e gli uomini assassinati e rapiti da Hamas: vite spezzate perché israeliane ed ebree, famiglie lacerate, comunità ferite in modo indelebile. Quella giornata non fu soltanto un attacco a Israele: fu un colpo portato alla dignità umana e alla civiltà.
Da allora, una guerra terribile ha travolto il Medio Oriente e il nostro sguardo. E in Europa abbiamo visto riemergere un antisemitismo inquietante, spesso mascherato da militanza politica o da solidarietà selettiva. Giustificare o minimizzare il terrorismo non è difesa dei diritti: è nutrimento dell’odio.
Oggi scegliamo un’altra strada: verità, pietà e civiltà. La memoria non è rancore: è custodia del vero, rifiuto della menzogna, difesa della vita. È dire che ogni vittima innocente ci riguarda, sempre.
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