Tragedia delle steppe ucraine
(liberamente tratta dal romanzo di Nikolaj Gogol’)
(Una capanna di legno. Il vento ulula fuori. Entra Taras, fiero, massiccio, seguito dai due figli vestiti da studenti.)
TARAS
Ah, eccoli i miei falchi! Tornano da Kiev, con la testa piena di libri e la spada ancora pulita!
Che vi hanno insegnato laggiù? A piegare la schiena davanti ai preti?
OSTAP
Padre, abbiamo imparato a pregare…
TARAS
Pregare non basta! Serve il fuoco nel sangue!
Domani si parte.
Andremo alla Sic. Là si diventa uomini. Là si canta, si combatte, si muore liberi!
(I figli si scambiano uno sguardo misto di timore e orgoglio. Luci basse. Il vento cresce.)
(Campo cosacco. Uomini che bevono, ridono, giurano. Il Coro canta una ballata di guerra.)
CORO
Nella steppa arde il sole,
il fiume scorre rosso come vino.
Chi nasce cosacco non teme catene,
né il ferro, né il destino.
ATAMAN
Polacchi alle frontiere!
Chi cavalca con noi?
TARAS
Io, Taras Bulba, e i miei figli!
Che il Dnepr testimoni:
da oggi, vivremo e morremo per l’Ucraina!
(Le spade si alzano. Tamburi. Cala la luce sul fragore della guerra.)
(Campo devastato. Notte. Andrij incontra la Donna Polacca, affamata e disperata.)
DONNA POLACCA
Andrij… il pane è finito, mio padre morirà. Vieni con noi, ti prego…
ANDRIJ
Tu sei il mio destino, più forte del sangue, più dolce del peccato.
Se la mia patria mi chiama, tu mi chiami più forte.
Io verrò.
(Le prende la mano. Suono lontano di trombe cosacche.)
CORO (sommesso)
Il cuore del guerriero è diviso,
e l’acciaio si piega al respiro dell’amore.
(Alba. Taras scopre la fuga del figlio. I cosacchi mormorano.)
TARAS
Andrij… mio figlio, il mio sangue!
Hai disonorato il nome di Bulba!
Hai scelto una donna al posto della steppa,
un bacio invece della libertà!
(Andrij entra, confuso, con la bandiera polacca sul mantello.)
ANDRIJ
Padre, ho scelto l’amore.
(Silenzio. Lungo sguardo tra i due.)
TARAS
Ti ho generato, ti ucciderò.
(Spara. Andrij cade. Un colpo secco di tamburo. Il Coro grida come il vento.)
CORO
Padre e figlio, uniti nel sangue.
La steppa non perdona.
(Varsavia. Prigione. Ostap, incatenato. Taras è nascosto tra la folla.)
OSTAP
Non piango. Non temo.
Che vedano come muore un cosacco!
(Viene ucciso. Taras urla tra la folla.)
TARAS
Ostap! Figlio mio!
(Silenzio assoluto. Poi, tamburi di guerra lontani.)
(Steppa. Taras è catturato. Legato a un albero, le fiamme salgono.)
TARAS
Udite, fratelli!
La libertà non muore!
Verrà il giorno in cui la steppa parlerà ancora,
e i figli dei cosacchi cavalcheranno nel sole!
(Le fiamme si alzano. Il Coro canta un ultimo lamento.)
CORO
Il fuoco divora il corpo,
ma non l’anima del guerriero.
Taras Bulba non muore:
vive nel vento della steppa.
(Le luci si spengono. Rimane solo il suono del vento.)
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