Il duca d’Enghien a cui ti riferisci è Louis Antoine Henri de Bourbon-Condé (1772-1804), ultimo discendente maschio della linea dei Borbone-Condé.
Era figlio di Louis Henri de Bourbon-Condé, duca di Borbone, e di Bathilde d’Orléans, quindi imparentato con la casa reale francese e con i duchi d’Orléans. Il titolo di duca d’Enghien era tradizionalmente assegnato all’erede del principe di Condé, suo nonno, e aveva forti legami con la nobiltà francese.
Durante la Rivoluzione francese, il giovane duca si schierò con gli emigrati realisti e combatté contro la Repubblica nelle guerre della Prima Coalizione. Servì nell’esercito dei principi (forze controrivoluzionarie in esilio) e si distinse nell’esercito austriaco contro i francesi.
Dopo il Trattato di Lunéville (1801), che segnò il predominio napoleonico in Europa, si rifugiò nel Granducato di Baden, a Ettenheim, vicino alla frontiera francese.
Napoleone, ormai Primo Console, temeva complotti monarchici per restaurare i Borbone sul trono di Francia. Nel 1804, la polizia bonapartista, guidata da Fouché e Talleyrand, convinse Napoleone che il duca d’Enghien fosse coinvolto in un complotto per ucciderlo (probabilmente una falsa accusa).
La notte tra il 14 e il 15 marzo 1804, Enghien fu rapito dalle truppe francesi in territorio tedesco, violando la sovranità del Baden. Condotto alla fortezza di Vincennes, fu sottoposto a un processo sommario il 20 marzo e fucilato nella notte tra il 20 e il 21 marzo 1804, su ordine diretto di Napoleone.
L’esecuzione del duca d’Enghien suscitò indignazione in tutta Europa, poiché mostrò la spietatezza di Napoleone e la sua determinazione a eliminare ogni opposizione. Il fatto raffreddò i rapporti con molte monarchie europee, specialmente con l’imperatore Alessandro I di Russia.
L’episodio rimase una delle macchie più oscure sulla carriera di Napoleone e fu spesso citato come un crimine politico spietato. Talleyrand, che aveva avuto un ruolo nella vicenda, commentò più tardi con cinismo: “C’est pire qu’un crime, c’est une faute” (non è solo un crimine, è un errore).
Nel 1816, con la Restaurazione borbonica, il re Luigi XVIII fece traslare i resti del duca nella basilica di Saint-Denis, luogo di sepoltura dei re di Francia.
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