Bolsonaro ha incarnato un progetto politico marcatamente conservatore e nazional-populista, fondato sulla riaffermazione dei valori tradizionali (famiglia, religione, patria), sulla difesa del diritto individuale di portare armi, su una stretta sul crimine e sull’immigrazione, nonché su un forte scetticismo rispetto alle élite internazionaliste e ai trattati globali legati a clima e diritti civili.

Tuttavia, l’arresto cautelare e l’immediato inizio della detenzione (nonostante la condanna non sia ancora definitiva) sollevano gravi interrogativi sul rispetto delle garanzie processuali e sul possibile uso dello strumento giudiziario come leva politica: l’azione – seppure comprendendo l’esigenza di tutela dello Stato di diritto – rischia di essere percepita come una delegittimazione preventiva di un ciclo politico alternativo, con potenziali conseguenze per la stabilità democratica e la libertà dei dissidenti in un contesto di crescente polarizzazione.

La Polizia federale brasiliana ha arrestato la mattina del 22 novembre l’ex presidente Jair Bolsonaro nella sua abitazione di Brasilia. Il provvedimento eseguito dagli agenti è un mandato d’arresto cautelare autorizzato dalla Corte Suprema federale, come confermato in una nota ufficiale e riportato dai principali media del Paese.

L’arresto arriva a seguito della violazione degli arresti domiciliari, cui Bolsonaro era sottoposto dal settembre scorso, quando era stato condannato a 27 anni e tre mesi di reclusione per il tentativo di golpe successivo alla sconfitta elettorale del 2022. Si tratta tuttavia di una condanna non ancora definitiva: sono infatti in corso diversi appelli, motivo per cui la detenzione odierna non riguarda l’esecuzione della pena, ma una misura preventiva volta a tutelare l’ordine pubblico.

Un arresto “senza esposizione mediatica”

La Polizia federale ha precisato che l’arresto è avvenuto senza manette e senza alcuna “esposizione mediatica”, in un clima teso ma gestito con discrezione. Secondo il quotidiano O Globo, la misura è stata ritenuta necessaria anche alla luce della veglia pubblica organizzata ieri dal figlio del leader conservatore, il senatore Flavio Bolsonaro, una manifestazione considerata dalle autorità come potenzialmente rischiosa per i partecipanti e per gli agenti.

La difesa invoca le condizioni di salute: “Rischio concreto per la vita”

Proprio nella giornata di ieri i legali di Jair Bolsonaro, 70 anni, avevano presentato una richiesta formale affinché l’ex presidente potesse scontare la pena ai domiciliari, richiamando una “grave condizione clinica”.

Secondo la difesa, Bolsonaro soffrirebbe di multiple comorbilità e le sue condizioni fisiche — aggravate dall’attentato subito durante la campagna elettorale del 2018 — renderebbero un suo trasferimento in carcere un “rischio concreto per la vita”. Le complicazioni mediche citate dai suoi avvocati includono problemi persistenti legati alle operazioni subite negli ultimi anni.

Un nuovo capitolo nella crisi politica brasiliana

L’arresto dell’ex presidente ultraconservatore aggiunge un nuovo capitolo alle tensioni che il Brasile vive dal 2022, tra polarizzazione politica, proteste di piazza e un dibattito acceso sulla fragilità delle istituzioni democratiche.

Per il momento, Bolsonaro resterà detenuto in via cautelare, in attesa delle prossime decisioni del Tribunale Supremo e dell’evolversi dei numerosi ricorsi ancora pendenti.