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Le poesie di Sergej Esenin, il poeta russo trovato impiccato a soli trent’anni. Il nuovo libro curato da Corrado Facchinetti

a cura di Corrado Facchinetti, edizione L’Arca di Noè.

Poesie – Sergej A. Esenin – Libro – Edizioni L’Arca di Noè – | IBS

Quest’anno cade il centenario della morte del poeta russo Sergej Aleksandrovic Esenin, ormai abbastanza conosciuto anche in lingua italiana. Questo “poeta contadino” (capo dell’Immaginismo russo, la cui popolarità in Russia è ampissima), ebbe una vita breve e tormentata.

Naque nel villaggio di Kostantinovo, nel governatorato di Riazan nel 1895 e venne trovato impiccato in una stanza dell’hotel d’Angeterre di Leningrado il 28 dicembre 1925. Suicidio o omicidio? La questione, che ha i contorni di un giallo, è ancora aperta.

E proprio questo dicembre 2025, a commemorare i 100 anni dalla morte e i 130 dalla nascita, esce il volume “Sergej Esenin. Poesie” a cura di Corrado Facchinetti, con più di 150 poesie da lui stesso tradotte, edito dalla casa editrice “L’Arca di Noé” con la prefazione del filologo russo Alexej Derevjagin.

Con tale edizione si intende celebrare la memoria di un grande poeta, la cui popolarità in Russia è paragonabile solo al culto nazionale di Aleksandr Puškin. Infatti, dopo aver ascoltato i suoi versi nella prima infanzia, ogni russo li memorizza a scuola e li porta con sé per tutta la vita. E anche chiunque sia sordo alla poesia, non può non ascoltare e “sentire” i versi classici di Esenin.

Dunque, in un freddo dicembre di un secolo fa il destino si portò via un grande poeta al quale toccò vivere in uno dei momenti tra i più sconcertanti del secolo scorso: la rivoluzione russa. Ed è interessante leggere la poesia di Esenin accostandola proprio alla rivoluzione d’ottobre, che ebbe un carattere fortemente proletario e urbano e aveva comportato un brusco cambiamento che indirizzava il Paese allo sviluppo industriale e alla modernizzazione forzata.

Fu la nostalgia di quel mondo che stava scomparendo a condurre sempre più Sergej Esenin a rifugiarsi in un intimistico rimpianto per il passato e per la vita rurale. La sua poesia, dai toni a volte biblici a volte blasfemi, si basa sull’uso straordinariamente lirico delle immagini, che egli preleva dalla tradizione cristiana e contadina. E tali immagini vivono davvero nei suoi versi, hanno un’anima e un’identità che può essere intercambiabile. Così, la bianca betulla diviene, al tempo stesso, una bella ragazza che attende il poeta sulle rive dello stagno; oppure, la mucca dopo il parto è anche la Russia che ha figliato la Rivoluzione (non quella urbana e bolshevica, ma quella contadina e “cristiana” che voleva Esenin) ed è pure la Madre di Dio che aveva partorito il vitello-Cristo Salvatore, che le hanno appena ammazzato e la cui pelle oscilla al vento su una pertica.

In Italia uno dei primi a scoprire e tradurre le opere di Esenin fu il grande Giuseppe Ungaretti, ispirato dall’immaginario poetico del contadino di Rjazan. L’erotismo, l’amore per la natura e gli animali, gli idilli della vita contadina, caratteristici di una gran parte del repertorio poetico di Esenin, parvero a molti in sintonia con le poesie di Giovanni Pascoli; ciò rappresentò un’ulteriore motivo per gli amanti della poesia italiana a studiarne l’opera.

Renato Poggioli, importante slavista fiorentino, negli anni 30-40 del Novecento tradusse dall’esilio le poesie di Esenin. Una di queste traduzioni, “Il canto del cane”, venne musicata durante la Seconda Guerra Mondiale e divenne un canto per i partigiani che combattevano gli occupanti nazisti sulle montagne dell’Italia settentrionale. Un’altra, “La confessione di un malandrino”, venne invece musicata e cantata da Angelo Branduardi.

Il premio Nobel Salvatore Quasimodo considerava Esenin il suo poeta preferito, tanto che ebbe un ruolo chiave nell’edizione definitiva delle opere scelte di Esenin, pubblicata nel luglio 1968 e divenuta la più importante edizione eseniana in italia. Da allora seguirono altre pubblicazioni delle traduzioni in italiano di Esenin: ricordiamo quella importante di Eridano Bazzarelli “Poesie e versi di Sergej Esenin”, pubblicato da Rizzoli (BUR) nel 2000.

“Quest’ultima traduzione a cura di Corrado Facchinetti – scrive il filologo russo Alexej Derevjagin nella prefazione al volume – si incanala perfettamente nella scia delle traduzioni in italiano delle poesie di Esenin. Il colorito vocabolario dialettale e popolare – così significativo dai suoi primi testi fino alle poesie della maturità – è accuratamente preservato e tradotto col dovuto tatto. Le traduzioni trasmettono magistralmente la musicalità sillabico-tonica dell’originale. La poetica melodiosa così profondamente sentita da Esenin meritava di essere trasposta nella tradizione lirica italiana. I lettori apprezzeranno sicuramente la veste artistica, che arricchisce la percezione visiva e associativa del testo poetico”.

Novembre 2025

Quest’anno cade il centenario della morte del poeta russo Sergej Aleksandrovic Esenin, ormai

Il presso di copertina è di 20 euro (sono 400 pagine e più di 150 poesie tradotte in rima italiana e corredate da oltre 700 note esplicative per aiutare il lettore alla comprensione del testo e del contesto).

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