L’ombra lunga delle compensazioni bancarie e il caso Schiraldi
La denuncia è arrivata come un fulmine nel cuore della finanza europea.
Dario Schiraldi, ex top manager di Deutsche Bank e figura di lunga esperienza nei mercati internazionali, sostiene che la più grande banca tedesca avrebbe nascosto fino a 200 miliardi di euro di debiti attraverso una gestione definita “aggressiva” del netting, quel meccanismo tecnico che permette alle banche di compensare crediti e debiti per ridurre l’impatto sul bilancio.
L’accusa è stata indirizzata direttamente alla Banca Centrale Europea, e il fatto che la BCE abbia chiesto immediatamente spiegazioni dà la misura della potenziale gravità della situazione. È un gesto raro, un intervento che di solito arriva solo quando il sospetto di irregolarità è considerato degno della massima attenzione.
Deutsche Bank, dal canto suo, respinge tutto: parla di “accuse infondate”, “ricostruzioni fantasiose” e persino di una possibile “vendetta personale”. Ma l’onda mediatica è partita, e domande inquietanti cominciano a rimbalzare da un continente all’altro.
Perché il caso tocca un punto delicatissimo: quanto possiamo fidarci dei bilanci delle grandi banche europee?
Il netting, per sua natura, permette margini interpretativi. Usato correttamente è uno strumento legittimo, ma se spinto oltre può trasformarsi in un velo contabile capace di nascondere rischi enormi dietro una facciata ordinata.
Se la cifra evocata da Schiraldi — quei 200 miliardi — avesse anche solo un fondamento, ci troveremmo davanti a uno degli scandali più significativi degli ultimi anni: un buco contabile capace di scuotere la fiducia degli investitori, destabilizzare i mercati e riaccendere il timore che sotto la superficie del sistema bancario europeo esista una fragilità ancora non raccontata.
Ed è proprio questo il punto: quanti buchi invisibili potrebbero celarsi nei bilanci degli istituti più solidi?
Quanto è realmente trasparente il sistema?
E quanti meccanismi tecnici — legali sulla carta — possono di fatto oscurare la reale esposizione ai rischi?
Le prossime settimane saranno decisive. La BCE dovrà valutare le informazioni ricevute, Deutsche Bank dovrà dimostrare la piena correttezza delle sue procedure, e i mercati osserveranno ogni parola, ogni documento, ogni segnale.
Per ora resta una certezza: la finanza europea ha appena aperto un nuovo capitolo, e il caso Schiraldi potrebbe rivelarsi solo il primo tassello di una storia molto più gran
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