Generico

Bulgaria, cade il governo Zhelyazkov: proteste di massa e sfiducia popolare aprono una nuova fase politica

La Bulgaria è entrata in una fase di profonda incertezza politica dopo l’annuncio delle dimissioni del primo ministro Rosen Zhelyazkov, che hanno posto fine a un governo ormai logorato da settimane di proteste popolari diffuse e partecipate. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza nelle principali città del Paese, esprimendo un malcontento che va ben oltre le singole misure economiche e tocca il cuore del rapporto tra potere politico e società civile.

Le manifestazioni, iniziate come risposta a un controverso piano di bilancio, si sono rapidamente trasformate in una contestazione più ampia del sistema di governo. Il provvedimento che ha fatto esplodere la rabbia popolare prevedeva un aumento della pressione fiscale sul settore privato e, al contempo, un rafforzamento della spesa pubblica. Una scelta percepita come ingiusta e sbilanciata, che ha colpito in particolare la classe media e gli imprenditori, già provati da anni di instabilità economica.

Col passare dei giorni, tuttavia, la protesta ha assunto un carattere più politico e simbolico. Nelle piazze non si contestavano più soltanto le tasse, ma la mancanza di trasparenza, la corruzione sistemica e l’opacità dei rapporti tra politica e grandi interessi economici. Molti manifestanti hanno definito l’esecutivo un “governo della mafia”, denunciando una gestione del potere percepita come distante dai bisogni reali della popolazione.

A incarnare questo malessere è diventata la figura di Delyan Peevski, oligarca e politico da anni al centro di accuse di corruzione e collusione. Il suo nome è stato ripetutamente evocato durante le proteste come simbolo di un sistema che, secondo i dimostranti, continua a riprodurre se stesso senza reali meccanismi di controllo. Slogan come “La goccia ha fatto traboccare il vaso” e “Dimissioni ora” hanno scandito le manifestazioni, spesso pacifiche ma determinate, alle quali hanno partecipato cittadini di ogni età ed estrazione sociale.

Di fronte alla crescente pressione, Zhelyazkov aveva inizialmente tentato di mostrarsi aperto al dialogo, dichiarando di voler ascoltare la voce della strada e di essere pronto a sottoporsi a un voto di fiducia parlamentare. Ma il deterioramento del clima politico ha reso la sua posizione sempre più fragile. La coalizione di governo, sostenuta anche dal partito conservatore GERB, non è riuscita a garantire una maggioranza solida e compatta, mentre le tensioni interne si sommavano alla contestazione esterna.

A pesare ulteriormente è stato il ruolo dell’ex premier Boyko Borissov, figura dominante della politica bulgara negli ultimi anni, più volte accusato di nepotismo e abuso di potere. Borissov aveva giustificato la nascita del governo Zhelyazkov come una scelta necessaria per accompagnare la Bulgaria verso l’ingresso nell’eurozona. Ma per una parte crescente della popolazione questo obiettivo non è apparso sufficiente a compensare la percezione di un sistema politico chiuso e autoreferenziale.

Con le dimissioni del primo ministro, il Paese si trova ora a un bivio decisivo. Le prossime mosse istituzionali, tra elezioni anticipate e nuove alleanze parlamentari, saranno determinanti per definire il futuro politico della Bulgaria. Sullo sfondo resta il nodo dell’adozione dell’euro, prevista per il 1° gennaio, un tema che divide profondamente l’opinione pubblica. Secondo recenti sondaggi, quasi il 47% dei cittadini si dichiara contrario alla moneta unica, temendo un aumento dell’inflazione e una perdita di sovranità economica.

Il malcontento non si è fermato ai confini nazionali. Anche la diaspora bulgara ha fatto sentire la propria voce, con manifestazioni di solidarietà organizzate in città come Bruxelles, Londra e New York. Un segnale di quanto la crisi venga percepita come un passaggio cruciale non solo per il presente, ma per l’identità futura del Paese.

La vicenda bulgara appare così come l’espressione di una società che non accetta più compromessi al ribasso, né promesse di stabilità fondate su pratiche opache. La sfida che si apre ora è ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni, dando risposte concrete alle richieste di legalità, trasparenza e responsabilità. Da come verrà gestita questa transizione dipenderà non solo il prossimo governo, ma la credibilità stessa della democrazia bulgara.

Relatore

Recent Posts

Miracolo eucaristico di Savarna: un libro riapre la vicenda tra scienza, fede e silenzi scomodi

Il libro di Simone Ortolani " Davvero Sangue", edito da Fede e Cultura, analizza la…

10 ore ago

Germania, un rapper contro la guerra: il caso FiNCH e il tabù del dissenso sul riarmo europeo

Germania, un rapper contro la guerra: il caso FiNCH e il tabù del dissenso sul…

10 ore ago

L’Unione Cristiano-Sociale in Baviera: una “terza via” europea tra conservatorismo e federalismo

I partiti regionali, come la Lega dei Ticinesi in Ticino o la Lega Nord in…

10 ore ago

Newton o Leibniz : chi arrivo’ prima ?

Era la seconda metà del Seicento, e l’Europa stava cambiando volto. Dopo i secoli bui…

14 ore ago

Storia di un delitto italiano (2007 → 2025)

13 agosto 2007 – La morte di Chiara Poggi È un lunedì d’estate quando, nella…

19 ore ago

“Teologia cattolica per tutti”: una rivista per ritrovare chiarezza, fede e pensiero

TEOLOGIA CATTOLICA PER TUTTI: Si è incarnato per distruggere le opere del diavolo : Orlando,…

2 giorni ago

This website uses cookies.