Migrazioni sonore come corpo ed anima del Mediterraneo che ha tanti voci di donna in questo caso.La bellezza e ferite umane fuse insieme e che ha tante voci, che oscillano attraverso la musica. Un viaggio musicale che fa rotta nel cuore di ciascuno dalle porte delle imminenti festività natalizie che è una sorta di natività pagana che celebra la vita alle soglie del solstizio d’inverno. Come recita il comunicato stampa:
“Ideato e diretto da Stefano Saletti (polistrumentista e compositore, alla guida della Banda Ikona e di diversi ensemble internazionali di world music), il festival è nato nel centro di accoglienza Baobab a Roma nel 2015, alla sua chiusura si è trasferito al Teatro Villa Pamphilj dove si è svolto per cinque edizioni, poi nello storico Teatro Verde e dal 2023 al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Il Festival Popolare italiano appartiene alla Rete Italiana della World Music, un’associazione che riunisce operatori, musicisti e oltre 25 festival di tutte le regioni d’Italia.
Missione della Rete è supportare il mondo della world music italiana e contribuire alla diffusione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo per il nostro Paese in cui la musica è strumento di costruzione della propria identità culturale, ma anche di conoscenza e di contaminazione con le altre culture del Mediterraneo, e quindi fonte di innovazione. Le Conversazioni in musica sono curate in collaborazione con la rivista specializzata BlogFoolk.
Il costo del biglietto, 6 euro, comprende anche la visita al museo con ultimo ingresso alle ore 18.30.Il progetto Migrazioni Sonore, promosso da Roma Capitale, è vincitore dell’Avviso Pubblico per la realizzazione di iniziative di interesse per l’Amministrazione Capitolina in occasione del Giubileo 2025 in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Media partnership: Rai Radio Techete’.
A Roma ,in Italia, insomma durante il Giubileo alla viglia del solstizio d’inverno, questo Festival , che celebra da 12 anni con un movimento musicale “diaframmatico”, questa passione per la musica, culla e celebra la vita delle tradizioni e dei desideri umani più profondi. Come l’organo interno del corpo umano, fa da migrazione ai suoni attraverso il movimento ed il contributo della musica che, come filo infinito, spesso basta semplicemente seguire per comprendere la complessa realtà che circonda il mondo..
E’ un po’ cosi che si presenta questo bel festival anche quest’anno, dal titolo Festival Popolare Italiano sotto la direzione artistica di Stefano Saletti classe 1964 di Rieti, che propone da sempre una musica altamente simbolica attraverso anche suoni a corda o il bouzouki ecc. ma che per Il 20 dicembre , vigilia del soltistizio insomma, alle ore 19.30 animerà con il suo grande collettivo artistico e talento musicale , la ricerca di un senso della musica impermeato di realtà vera, in un viaggio di suoni e colori, di vita, che individua questa civiltà in sofferenza, spesso senza forza ma che cerca di andare avanti. Nella capitale italiana, Roma, presso il Museo Nazionale degli strumenti musicali con il suggestivo ultimo lavoro dal titolo Mediterranima ecco che avviene il piccolo miracolo celebrato da sempre dalla musica. Vivere per nominare la vita. Non per esserne schiavo. Concludendo , come si diceva, giunto alla sua dodicesima edizione , il festival conterrà anche le conversazioni in musica che avranno come ospiti Luigi Manconi e Marino Sinibaldi. L’ opera di Saletti è tra i migliori dischi al mondo per la World Music Chart Europe 2025.
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