Per il terzo giorno consecutivo è scorso sangue nelle manifestazioni per la democrazia in Bahrein: alle 03:00 del mattino, la polizia è intervenuta in forze e in 20 minuti ha sbaraccato con le maniere pesanti centinaia di manifestanti che si erano accampati nella centrale Piazza della Perla di Manama, la “Piazza Tahrir” del Bahrein, per reclamare riforme costituzionali.
Il bilancio è pesante: almeno tre morti, oltre ai due dei giorni scorsi, mentre i feriti e i “dispersi” si contano a decine.
Un intervento che ha preso alla sprovvista i manifestanti, ma che ha anche alimentato la loro “collera”. Davanti all’ospedale dove sono stati ricoverati i feriti, una folla inferocita questa mattina urlava: “Morte agli al Khalifa”, ovvero alla famiglia sunnita che dalla fine del 1700 regna in Bahrein, dove il 70% dei circa 600 mila cittadini sono sciiti. Ad essi si sommano poi quasi altrettanti stranieri residenti, in gran parte asiatici.
Un intervento della polizia che il governo ha giudicato “necessario” per evitare che il regno precipiti nell'”abisso della divisione settaria”, come ha dichiarato in serata il ministro degli esteri, lo sheikh Khaled bin Ahmed al Khalifa.
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