Categories: Economia

Top manager di Unicredit : L’euro è praticamente morto

Dopo le dichiarazioni alla BBC del trader italo-iraniano Alessio Rastani, che prevede l’arrivo di una terribile recessione che arricchirà oltre misura le grandi banche (Goldman Sachs in primis), ecco che oggi i media riportano le dichiarazioni catastrofiste di un altro analista finanziario.

A parlare è Attila Szalay-Berzeviczy, ex presidente del mercato azionario ungherese, passato a responsabile della divisione dell’azionario globale del gruppo Unicredit.
“L’euro è praticamente morto – afferma Szalay-Berzeviczy – e l’Europa sta per far fronte a un terremoto finanziario che sarà provocato dal default della Grecia.
Un default che scatenerà un terremoto immediato di magnitudo 10 attraverso tutta l’Europa. L’euro è già oltre ogni possibilità di salvataggio.
I detentori dei titoli di Stato greci dovranno svalutare i loro interi investimenti, la Grecia smetterà di pagare gli stipendi e le pensioni. I distibutori Bancomat del paese si svuoteranno nell’arco di poche ore.”

Redazione

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  • Mi sa che la magnitudo 10 del sisma è misurata per rapporto al dollaro USA piuttosto che all'euro, dove magari potrebbe limitarsi ad una magnitudo tra il 6 e il 7.
    Da mesi oramai assistiamo ad una campagna a tappeto da parte dei sostenitori del dollaro, allo scopo di indebolire l'euro. Ma l'effetto degli innumerevoli "downratings", degli articoli di economisti guru (secondo scala di valori USA), della crisi di disperazione di Obama, dei premi nobel americani e, ora, di questi geni della finanza europei è ben lontano dall'esito sperato.
    L'Europa lascerà fallire la Grecia e il dollaro ne pagherà giustamente il maggior tributo.

    • Spero che vivamente che tu abbia ragione.
      E' davvero molto strano che si continui a parlare di euro fallito e di Europa finanziariamente terremotata ma si taccia bellamente su come progrediscono i debiti pubblici dei vari Stati americani.

  • Mi sa che la magnitudo 10 del sisma è misurata per rapporto al dollaro USA piuttosto che all'euro, dove magari potrebbe limitarsi ad una magnitudo tra il 6 e il 7.
    Da mesi oramai assistiamo ad una campagna a tappeto da parte dei sostenitori del dollaro, allo scopo di indebolire l'euro. Ma l'effetto degli innumerevoli "downratings", degli articoli di economisti guru (secondo scala di valori USA), della crisi di disperazione di Obama, dei premi nobel americani e, ora, di questi geni della finanza europei è ben lontano dall'esito sperato.
    L'Europa lascerà fallire la Grecia e il dollaro ne pagherà giustamente il maggior tributo.

    • Spero che vivamente che tu abbia ragione.
      E' davvero molto strano che si continui a parlare di euro fallito e di Europa finanziariamente terremotata ma si taccia bellamente su come progrediscono i debiti pubblici dei vari Stati americani.

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