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Dirigente della Comco invita i ticinesi a fare la spesa in Italia – Interrogazione di Lorenzo Quadri

Non c’è limite al peggio: dirigente della Comco invita i ticinesi a fare la spesa in Italia, boicottando l’economia locale. Il suo stipendio è forse finanziato da Giulio Tremonti?

I prezzi alti sono un problema reale per il consumatore ticinese ma a livello federale, ancora una volta – come spesso quando c’è di mezzo il nostro Cantone – si gratta il fondo del barile, e oltre.
Così il vicedirettore della Commissione federale della concorrenza (Comco) Patrik Ducrey consiglia i ticinesi di andare a fare la spesa in Italia: una posizione del tutto inaccettabile da parte di un signore lautamente pagato con denaro pubblico, il quale si è prodotto nelle seguenti brillanti esternazioni (riportate dai media).

«I ticinesi vanno a fare la spesa in Italia? Fanno bene. Così gli importatori svizzeri saranno chiamati a riflettere finalmente. Quando c’è la possibilità di scelta, il consumatore deve scegliere. Solo così le cose cambieranno.»
E’ sconcertante che il personaggio in questione, che dovrebbe pur disporre di qualche titolo di studio, non si renda conto che, così facendo, invita i Ticinesi a boicottare l’economia locale a vantaggio di quella della vicina Penisola, danneggiando così non tanto gli importatori, ma soprattutto i piccoli e medi commerci, che creano lavoro e pagano le imposte sul territorio.
Che simili suggerimenti a danno dell’economia ticinese vengono da una persona che indossa la “maglia” della Confederazione è intollerabile e non può passare sotto silenzio.

Evitare i cartelli è compito della Comco. La quale tenta ora di mascherare la propria incapacità invitando i consumatori al boicottaggio dell’economia locale, peraltro già in difficoltà a causa dell’euro debole, che altro non fa che favorire l’Italia. E visto che l’euro ancora non bastava a danneggiare i commerci ticinesi, ci voleva anche la Comco.
Ci troviamo dunque davanti ad una persona riccamente stipendiata dall’ente pubblico, che danneggia di proposito il commercio ticinese a vantaggio di quello italiano. O forse lo stipendio del signor Ducrey viene pagato da Giulio Tremonti?

Chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato:
1. Come valuta il CdS l’invito del dirigente della Comco Patrik Ducrey ad andare a fare la spesa in Italia?
2. E’ intenzione del CdS protestare con decisione presso la Comco e il Consiglio federale per tali inaccettabili esternazioni?

Lorenzo Quadri, candidato al Consiglio Nazionale per la Lega dei ticinesi

Redazione

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  • Caro Lorenzo, al di la delle dichiarazioni scellerate del vice direttore Ducrey, in quanto stipendiato dall'amministrazione federale, ognuno fa poi i conti secondo il proprio borsello.

  • Caro Lorenzo, al di la delle dichiarazioni scellerate del vice direttore Ducrey, in quanto stipendiato dall'amministrazione federale, ognuno fa poi i conti secondo il proprio borsello.

  • Sono grato a Lorenzo perché con questa interrogazione evidenzia l'abisso che c'è tra il liberismo e la destra sociale. Ducrey è il primo (e unico) impiegato pubblico al quale salveremo il posto quando lo Stato tornerà a fare "solo" quello che era stato solennemente dichiarato nel patto del Grütli. Gli proporremo un qualche incarico nell'esercito o nell'amministrazione della giustizia.

    • ... occhio che se i pollici versi arrivammo a 5 vi ripropongo la lunghissima parabola del Signor Proibizioni :twisted:

  • Sono grato a Lorenzo perché con questa interrogazione evidenzia l'abisso che c'è tra il liberismo e la destra sociale. Ducrey è il primo (e unico) impiegato pubblico al quale salveremo il posto quando lo Stato tornerà a fare "solo" quello che era stato solennemente dichiarato nel patto del Grütli. Gli proporremo un qualche incarico nell'esercito o nell'amministrazione della giustizia.

    • ... occhio che se i pollici versi arrivammo a 5 vi ripropongo la lunghissima parabola del Signor Proibizioni :twisted:

  • PERCHÈ LE INTERROGAZIONI FILOPROTEZIONISTE DI LORENZO QUADRI SONO RIDICOLE

    PETIZIONE

    DEI FABBRICANTI DI CANDELE, CERI, LAMPADE, CANDELIERI, LAMPIONI, SMOCCOLATOI, SPEGNITOI; E DEI PRODUTTORI DI SEGO, OLIO, RESINA, ALCOOL ED IN GENERALE DI TUTTO CIÒ CHE CONCERNE L’ILLUMINAZIONE.

    (Sophisme èconomiques, I, 1845)

    Ai signori membri della Camera dei Deputati

    Signori,

    Voi siete sulla buona strada. Voi rigettate le teorie astratte; l’abbondanza, il basso prezzo vi toccano ben poco. Voi vi preoccupate soprattutto delle sorti del fabbricante. Voi volete liberarlo dalla concorrenza esterna; in una parola, voi volete riservare il mercato nazionale al lavoro nazionale.
    Noi vi offriamo una eccezionale occasione per applicare, come si potrebbe dire, la vostra... teoria? No, nulla è più ingannevole delle teorie; la vostra… dottrina? il vostro sistema? il vostro principio? Ma voi non amate le dottrine, voi avete orrore dei sistemi, e, per ciò che riguarda i principi, voi dichiarate che non ve ne sono nella economia “sociale”; noi diremo dunque la vostra prassi, la vostra pratica senza teoria e senza principi.
    Noi subiamo l’intollerabile concorrenza di un rivale straniero posto, a quanto sembra, in condizioni talmente superiori alle nostre, per la produzione della luce, che inonda il nostro mercato nazionale ad un prezzo favolosamente ridotto; perché, fintantoché si fa vedere, le nostre vendite cessano, tutti i consumatori si rivolgono a lui, e una parte di industria francese, le cui ramificazioni sono infinite, è improvvisamente colpita da una completa stagnazione. Questo rivale, che altri non è che il sole, ci fa una guerra così accanita, che noi sospettiamo che alle spalle esso abbia la perfida Albione (buona diplomazia per i tempi che corrono!), tanto più che per quella isola orgogliosa noi abbiamo dei riguardi dei quali essa si esime bene nei nostri confronti.
    Noi domandiamo che vi piaccia approvare una legge che ordini la chiusura di tutte le finestre, lucerne, tramogge, puntelli, persiane, tende, imposte, occhi di bue, tapparelle, in una parola, di tutte le aperture, buchi, crepe e fessure attraverso le quali la luce del sole ha uso di penetrare nelle case, con danno delle belle industrie delle quali noi siamo orgogliosi di aver dotato il paese, che non possono senza ingratitudine essere abbandonate oggi ad una lotta così diseguale.
    Non vogliate, signori Deputati, prendere la nostra domanda per uno scherzo, e non rigettatela senza ascoltare le ragioni che noi possiamo far valere a suo favore.
    Per primo, se voi, per quanto sarà possibile, chiuderete gli accessi alla luce naturale, creando così il bisogno della luce artificiale, quale sarà in Francia l’industria che non sarà a poco a poco incoraggiata?
    Se si consumerà più sego, saranno necessari più buoi e più pecore; di seguito, si vedranno moltiplicarsi i prati artificiali, la carne, la lana, il cuoio, e soprattutto i concimi, questa base di tutta la ricchezza agricola.
    Se si consumerà più olio, si vedrà estendersi la coltura del papavero, dell’olivo, della colza. Queste piante ricche e bisognose di nutrimento saranno a proposito per mettere a profitto questa fertilità che l’allevamento del bestiame avrà trasmesso al nostro territorio.
    Le nostre campagne si copriranno di alberi resinosi. Numerosi sciami di api raccoglieranno sulle nostre montagne dei tesori profumati che oggi evaporano senza utilità, come i fiori dai quali si alzano. Non è dunque solo una parte dell’agricoltura che prenderà un grande sviluppo.
    Lo stesso sarà per la navigazione: migliaia di navi andranno alla pesca della balena, e in poco tempo noi avremo una marina capace di sostenere l’onore della Francia e di rispondere alla sensibilità patriottica dei sottoscritti richiedenti, commercianti di candele, ecc.
    E che cosa diremo dell’articolo Parigi? Guardate le dorature, i bronzi, i cristalli, nei candelieri, nelle lampade, nei lampadari, nei candelabri, tutti brillare in magazzini spaziosi, nei cui confronti quelli di oggi non sono che negozietti.
    Non sono solo il povero raccoglitore di resina, in cima alla sua duna, né solo il triste minatore, in fondo alla sua nera galleria, che vedranno aumentare il loro salario ed il loro benessere.
    Vogliate rifletterci, signori ; e vi convincerete che non vi è forse un solo Francese, dall’opulento proprietario di Anzin fino al più umile negoziante di fiammiferi, la cui condizione non sarà migliorata dal successo della nostra petizione.
    Possiamo prevedere le vostre obiezioni, signori; ma voi non potrete impiegarne nessuna che non sia ben scritta entro i libri adottati dai partigiani della libertà dei commerci. Noi osiamo, noi vi sfidiamo ad impiegare contro di noi una sola parola che non si rigiri istantaneamente contro voi stessi e contro i principi che guidano tutta la vostra politica.
    Ci direte forse che, se noi abbiamo da guadagnare da questa protezione, la Francia non ci guadagnerà nulla, perché il consumatore ne pagherà le spese?
    E noi vi risponderemo : voi non avete più il diritto di invocare gli interessi del consumatore. Quando il consumatore si è trovato alle prese con i produttori, voi lo avete sacrificato in tutte le circostanze. Voi l’avete fatto per incoraggiare il lavoro, per allargare il lavoro. Per lo stesso motivo, dovete farlo adesso. Voi stessi siete stati di fronte all’obiezione. Quando vi si diceva: il consumatore è interessato alla libera introduzione del ferro, del carbone, del sesamo, del frumento, dei tessuti – dicevate: si, ma il produttore è interessato alla loro esclusione. Ebbene, se i consumatori sono interessati alla liberalizzazione della luce naturale, i produttori lo sono al suo divieto.
    Ma, direte ancora, il produttore ed il consumatore non sono che uno. Se il fabbricante guadagna per mezzo della protezione, farà guadagnare l’agricoltore. Se l’agricoltura prospera, aprirà degli sbocchi alle fabbriche. Ebbene, se voi ci conferite il monopolio della illuminazione durante il giorno, subito noi compreremo molto sego, molto carbone, olio, resina, cera, alcool, argento, ferro, bronzo, cristalli, per alitare la nostra industria; di più, noi ed i nostri numerosi fornitori, divenuti ricchi, noi consumeremo di più e spargeremo il benessere in tutti i campi del lavoro nazionale.
    Direte forse che la luce del sole è una cosa gratuita e che rigettare le cose gratuite sarebbe come rigettare la stessa ricchezza sotto il pretesto di incoraggiare i mezzi per acquisirla? Ma state attenti, perché conducete la morte nel cuore della vostra politica; state attenti perché fino ad oggi avete sempre respinto il prodotto straniero perché è quasi gratuito, e tanto più quanto più avvicina alla gratuità. Per soddisfare le esigenze degli altri monopolisti, voi non avevate che una mezza ragione; per accogliere la nostra domanda, voi avete una ragione completa; e respingere la nostra richiesta fondandosi proprio su questo, che essa è più fondata delle altre, sarebbe come porre l’equazione + x + = -; in altri termini, sarebbe accumulare assurdità su assurdità.
    Il lavoro e la natura concorrono in proporzioni differenti, secondo il paese ed il clima, alla creazione di un prodotto. La parte che ci mette la natura è sempre gratuita; è la parte del lavoro che la fa valere e che si paga. Se una arancia di Lisbona si vende a metà prezzo di una arancia di Parigi, ciò è dovuto ad un calore naturale, perciò gratuito, a disposizione dell’una, mentre l’altra impiega un calore artificiale, perciò costoso. Perciò, quando una arancia ci arriva dal Portogallo, si può dire che ci è data metà gratuitamente e metà onerosamente; o, in altri termini, a metà prezzo relativamente a Parigi.
    Ora, è precisamente su questa semi-gratuità (chiedo perdono per il termine) che argomentate per escludere quella arancia. Voi dite: come potrebbe il lavoro nazionale sostenere la concorrenza del lavoro straniero quando il primo deve fare tutto, ed il secondo solo la metà, perché il sole si incarica del resto? Ma se la semi-gratuità vi spinge a rigettare la concorrenza, come la gratuità intiera può spingervi ad ammettere la concorrenza? O non siete coerenti, o voi dovete, rigettando la semi-gratuità come nociva al nostro lavoro nazionale, rigettare a fortori e con doppio zelo la gratuità intiera.
    Ancora una volta, quando un prodotto, carbone, ferro, frumento o tessuto, ci viene dall’estero, dove noi possiamo acquistarlo con meno lavoro che se lo fabbricassimo noi, la differenza è un regalo che ci viene fatto. Questo dono è più o meno considerevole a seconda se la differenza è più o meno grande. E’ di un quarto, della metà, dei tre quarti del valore del prodotto, se lo straniero ci chiede i tre quarti, o la metà o un quarto del prezzo. E’ un regalo davvero totale, come quando chi lo fa, come fa il sole con la luce, non chiede nulla in cambio. La questione, noi la poniamo formalmente, è sapere se voi volete per la Francia il beneficio di un consumo gratuito o i pretesi vantaggi di una produzione costosa. Scegliete, ma siate coerenti; perché, nello stesso tempo nel quale rigettate, come fate, il carbone, il ferro, il frumento, i tessuti esteri, e li rigettate proporzionalmente a che il loro prezzo diminuisce, quale incoerenza non sarebbe quella di liberalizzare la luce del sole, il cui prezzo è zero, durante tutto il giorno?

    • ----- Tu hai BISOGNO di fare post lunghi un chilometro.
      ----- Quadri ha bisogno DI ESSERE ELETTO.

      La vedi la... divergenza?

      • Io desidero essere LETTO perché Quadri non sia ELETTO.

        E ce la sto mettendo tutta, perché il protezionismo di questo biondino dalla lunga chioma non sia premiato con il voto di tutti quei ticinesi che sono consapevoli di quale importanza rivesta il libero scambio per l'economia del Ticino e della Svizzera.

          • .... nel caso:

            PER FORTUNA CHE I FRATELLI CONFEDERATI NON HANNO MAI PRESO E MAI PRENDERANNO SUL SERIO LE SUE INSOPPORATBILI E OSSESSIVE LAGNE

          • Caro Dico, hai dimenticato di dire:

            MA CHI SI CREDE MAI DI ESSERE COSTUI CHE VUOLE IMPORRE AGLI ALTRI DI ANDARE A FARE LA SPESA DOVE VUOLE LUI?

            MA PORCA MISERIA, MA VI RENDETE CONTO IN CHE STATO DI SERVITÙ MENTALE VORREBBE CONFINARCI QUESTO COSINO?

          • senza contare che il nostro bel biondino ci inviterebbe a fare la spesa dai nostri duopolisti arancio con sede in svizzera interna o dai discounters germanici che impiegano (quasi) esclusivamente frontalieri (quelli che creano traffico quando vanno a lavorare e che fanno dumping)...

            e poi sostiene che difende i ticinesi e il ticino!! hahaha solo dei babbei possono credergli!!

          • A prescindere dal fatto che ognuno a casa propria è padrone e che perciò non ho assolutamente da dire sull'andare o meno all'estero a fare spesa.
            Le dichiarazioni del tapino sono totalmente prive di etica e serietà visto e considerato chi lo paga.
            Sono due cose ben distinte.
            Che poi tu riesca a giustificare tutto e tutti in nome del liberismo mi sembra un po' triste.

          • ma scusa, sei o non sei libero di comprare al prezzo più conveniente??

            e se gli svizzeri non aprono gli occhi e si fanno spennare dai gemelli arancio, penso si più che giusto che un funzionario federale ci apra gli occhi e ci consigli di utilizare l'economia di mercato a nostro personale beneficio.

            non capisco proprio perché scavìa si agita tanto:
            1. i gemelli aranci impiegano soprattutto frontalieri e stranieri o naturalizzati: non ho niente contro di loro, ma solo per mettere in evidenza che scavìa sta difendendo gli stranieri (non doveva difendere i ticinesi doc)
            2. ok i gemelli arancio pagano le tasse in svizzera...bene, ma scavìa e i suoi compagni di merenda si sono sempre detti contrari all'insediamento di aziende (per es italiane) in ticino che impiegano solo manodopera straniera perché considerano che l'indotto (avs, disocc, tasse, forniture, ...) non compensano i problemi di traffico causati dai frontalieri...bene è un opinione che non condivido ma che può essere sostenuta in assenza di studi specifici sul tema.

            quel che disturba è che lo scavìa ancora una volta applica due pesi e due misure: impiegati stranieri che lavorano per un'azienda italiana in ticino non vanno bene, ma gli stessi impiegati stranieri che lavorano per i gemelli arancio invece vanno benissino e devono anzi essere difesi in parlamento!! bella coerenza!! complimenti!!

            ma ormai, i babbei che lo votano, non sono in grado nemmeno di capire le sue contraddizioni anche se gli vengono sbattute in faccia!! ognuno ha i rappresentanti che si merita...

          • Ehm, ho scritto che ognuno è padrone di casa propria. Ne avresti, senza tanti sforzi, potuto dedurre che non ho assolutamente nulla contro coloro che vanno a far spesa in Italia. Ci mancherebbe altro.

            Ho scritto anche che le dichiarazioni rilasciare non sono etiche. E questo perché il tizio è pagato dallo Stato non da altri e perciò, a parte che ci prende tutti per dei rimbecilliti che abbiamo bisogno della sua approvazione per andare o non andare in Italia a fare la spesa, non sarebbe stato assolutamente male se avesse detto di sostenere l'economia locale o, meglio ancora, avesse taciuto. Ci sono cose che, anche se si è d'accordo, in determinate posizioni, è meglio non dire. Questo non lo ha fatto ed è questo che non va bene.

            I diversi cartelli degli importatori svizzeri dovrebbero per lo meno darsi una calmata e ridimensionare la percentuale di guadagno che si sono applicati ma non è sicuramente un'impiegato che glielo deve dire. Questa è l'unica "pressione" che riesce ad escogitare per far riflettere gli importatori?

            Piccolo appunto: guarda che se sei d'accordo con qualcuno non lo devi essere sempre.

          • da quando c'è la populega, credo che non ci sia più nessun limite di quello che viene detto dalle persone che occupano cariche importanti.

            potrei portarti l'esempio del nano che, come municipale di lugano, non vuole incontrare il presidente della confederazione...

          • La lega cominciò a dire, 20 anni fa, le cose che sino ad allora erano rimaste avvolte nella nebbia. Dobbiamo almeno darle atto di questo no?
            Perché continui a dire "populega"? Forse perché tutti i suoi esponenti non hanno limiti nel rivolgersi alle persone? Mi pare un atteggiamento un po' superficiale.

          • no. la populega ha iniziato 20 non per denunciare le presunte magagne della politica, ma solo perché il suo presidente-a-vita-padre-padrone non ha potuto gestire a suo favore alcuni affari : 1 gazzetta ticinese e 2 centro di calcolo scientifico di manno
            per il resto il padrone della populega si è arricchito cementificando il ticino e facendo comunella proprio con quel sistema che lui vuole fare credere che sia marcio.
            il padrone si serve del suo settimanale per fare pressione sui politici per mero vantaggio personale: vedi appalti pubblici ottenuti dalla città di lugano, università, ...

            il resto è solo fumo negl'occhi!

          • Non ho detto che non l'hai fatto.
            L'ultima frase mi ha fatto ridere però. Non vorrei che questo fumo ti fosse entrato negli occhi e che ora ti fossi perso. :wink:

          • "Che poi tu riesca a giustificare tutto e tutti in nome del liberismo mi sembra un po’ triste"

            A me sembra un po' triste che tu non abbia o non voglia capire che io guardo il mondo con il metro della libertà individuale: tutto ciò che rispetta i miei diritti di uomo LIBERO lo accetto, tutto ciò che li offende lo rigetto.

            E poiché l'esercizio della mia libertà non limita la libertà altrui né offende i pari diritti altrui, permettermi di dissentire, con il solo uso della parola o della scrittura, dunque in modo non violento, da chi usa la cosiddetta "democrazia" per farsi un baffo della mia LIBERTÀ.

            Più concretamente:

            1) ho sempre appoggiato e appoggio la LEGA e l'UDC nella decisione di non entrare nel Superstato chiamato Europa, ritenendo soffocante già questo tipo di Stato (figuriamoci gli altri e, peggio che mai, gli altri messi insieme)

            2) ho sempre avversato la Lega e l'UDC ogni volta che si sono schierate contro l'esercito e in particolare contro il rafforzamento dell'aviazione militare (ricordi la campagna del "nano" contro gli FA18?).

            3) sono sempre stato favorevole al libero scambio (senza tassi e balzelli doganali) con tutti, inclusi i paesi della UE, dissentendo apertamente in questo dalla LEGA e dall'UDC ticinese (la SVP è molto più illuminata in merito), perché bisogna essere proprio degli sprovveduti per non capire che barattare un mercato di 8-9 milione di anime con uno di qualche miliardo è conveniente per la Svizzera e per le imprese svizzere (in questo baratto non si può pretendere di non sacrificare qualche settore "non competitivo", per una e mille ragioni). Quindi: I BILATERALI SONO STATI UN AFFARE

            4) ho sempre reclamato una riforma del sistema monetario orientato verso il Gold Standard per impedire svalutazioni monetarie competitive e come base per un apitalismo "sano" (diversamente si prenderà anche le colpe che non ha).

            Tutte le mie prese di posizione sono sempre state argomentate attraverso considerazioni di tipo "pratico" e non in nome di una dottrina liberista aprioristica, come vuoi fare intendere.

            La mia esperienza imprenditoriale "sul o campo" collima con l'analisi economica della scuola austriaca e non con quella "di pancia" della scuola leghista.

          • "E ce la sto mettendo tutta, perché il protezionismo di questo biondino dalla lunga chioma non sia premiato con il voto di tutti quei ticinesi che sono consapevoli di quale importanza rivesta il libero scambio per l’economia del Ticino e della Svizzera."
            Vedi cosa intendo?

            Non entro in merito alla lunga tirata che hai postato per ultima perché dissento su una metà buona (la seconda per essere più chiari).

          • Non penserai mica che tutti i Ticinesi siano contro il libero scambio e gli accordi bilaterali? Prova a fare un indagine nel mondo delle imprese. Ma anche tra i cittadini! Non mi risulta infatti che Lega abbia la maggioranza assoluta, nonostante quei falsi liberali di Idealiberale che gli reggono la coda.

            Lo so che dissenti sul libero scambio: ma mi devi dimostrare che se io decido di far fare il parpetto di casa mia ad un carpentiere comasco attento alla tua libertà.
            Semplicemente opero una scelta di mercato: esattamente come quando decido di comprare un paio di scarpe Valleverde invece che Vögele.

          • Mai detto di essere contrario al libero scambio, a parità di condizioni però.
            E' una visione un po' più globale che intendo.
            Il carpentiere comasco non ha tutti i costi vivi (oneri sociali per fare un esempio) da pagare che ha un carpentiere svizzero.
            Ne risulta che non è possibile una concorrenza leale.
            E ne consegue che tu, abitando in Svizzera, approfitti dei servizi che altri hanno pagato anche per te che sei andato dal carpentiere comasco.

          • A parità di condizioni non scambieresti niente con nessuno:

            NON PUOI REPLICARE LA SVIZZERA IN OGNI PAESE DEL MONDO :-)

            Già la natura ha posto i popoli in condizioni di partenza diverse (hai letto il post dei venditori di candele nel quale si parla dei pomodori prodotti in Portogallo e di quelli prodotti in Francia?).

            L'unica cosa da regolamentare è l'onestà della "moneta" con cui vengono gli scambi, non il loro valore.

            Abbi fede nel mercato! Rispetterai integralmente la libertà individuale e favorirai una società libera dai regolamentatori, che fanno sempre guasti ben più gravi del mercato :-)

          • Ho seguito solo un aggiornamento delle previsioni: davano un seggio in più per la Lega e uno in più per l'UDC ticinese. Non so se ciò comporta un aumento di voti dei due schieramenti rispetto alle passate elezioni. In ogni caso non mi pare che da questo si possa dedurre che tutto il Ticino è d'accordo con le tesi di yago sul libero scambio.

            Agli Stati pare che Morisoli abbia avuto i voti totali messi insieme da Lega e UDC al nazionale.

            Di tutti gli altri pseudo liberali non radicali che avrebbero dovuto sostenere Morisoli pare non ci sia traccia da nessuna parte,

            Ciò, rebus sic stantibus, mi porta ad una conclusione:

            TUTTO IL TUO IMPEGNO È MIRATO ALLA SCOMPARSA DEI LIBERALI VERI A FAVORE DI LEGA E UDC?

            Dai Jack, ASCOLTAMI!!: dopo le elezioni dobbiamo fondare un partito liberale VEROOOOO!!

            Parlane con Madame e ... SCUOTILA!II :-D

          • Non ci riesco.
            Le ho fatto un filo pazzesco.
            NON CI RIESCO!
            NON COMBINO NIENTE.
            Forse il mio fascino... si è esaurito
            (probabilmente non è mai esistito).

          • No no, tu non hai chance.
            Lei è una tipa intellettale.
            Che ci farebbe con un buzzurro come te?

            Tornerò alla carica.

          • Buzzurro io?

            So come far ridere le donne(loro adorano ridere! :lol: ),vesto Armani,scarpe Paciotti,Porsche,un bel malloppo sotterrato...Non ti sembra che basti?Si innamorano tutte!
            Poi mi stufo ma è un'altra storia :cry: .

          • :wink: :wink: :wink:

            Se vuoi ti potrei presentare alcune mie amiche che sono stufe di me?

          • Sì, MA NON HAI CERVELLO.
            E poi, anch'io, non sono mica un pezzente.

            Sono un intellettuale. E un AVVOCATO! Come Abate.

          • Le due e 57. Caspita! Una notte d'inferno.
            Anch'io ho dormito poco: dall'una e mezza alle sette.

            Lady Ripper, come un angelo, alle dieci alle sei.

          • Allora la storia del Coniglio ladro è vera.
            Felice che il tuo campo di carote (ottimo alimento ricco di betacarotene per il tuo cavallo) sia salvo.

          • Scusa,non capisco :oops: .Sono un po' rintronato(ho giocato a carte fino ad ora e perso parecchio). :evil:

          • Dico, non era a parità di condizione lo scambio ma a parità di condizione la merce offerta.
            La mia preoccupazione non è che la Svizzera sia replicata (cosa peraltro assolutamente non negativa) ma che la Svizzera replichi Paesi messi decisamente peggio di noi.

          • Tu lascia che sia il mercato a decidere: non sbaglia mai!

            Te lo ripeto: FIDATI DEL MERCATO!

            Se provi a fare un'analisi di tutto ciò che accade di negativo e di cui si incolpa il mercato ti accorgerei che metà è invece colpa dei regolamentatori di Stato e l'altra metà dei monopolisti della moneta.

        • Tempo perso il tuo caro Dico, per il semplice motivo che Quadri sarà brillantemente eletto perché al contrario delle improponibili idee dei liberisti, su 100 argomenti ne azzecca 90 e le sue idee sono condivise dal 23% della popolazione. Quando imparerai che in una democrazia, anche se imperfetta, governa chi ha i numeri? Il libero scambio delle merci e delle persone non mi sembra funzionare tanto in Ticino e qualche paletto va pur posto.
          Nel caso specifico poi, come ho già postato, ognuno fa i conti con il proprio portamonete e la spesa la facciano dove meglio gli aggrada. I signori commercianti ticinesi e la grande distribuzione (Migros e Coop) facciano un serio esame di coscienza e restituiscano il maltolto.

          • Dico, tu non hai il potere di eleggere (rassegnati)
            e neppure quello di TROMBARE! (rassegnati)

          • Solo nell'unico senso che la tua mente di maialotto
            riesce a concepire.

            Sì, in questo senso specifico gli è concesso.

          • il problema con i tipi come scavìa e i suoi amichetti è che oggi ti chiedono di fare la spesa dai gemelli arancio, domani ti chiudono le frontiere per obbligarti a fare la spesa dai gemelli arancio e poi, ti impongono di fare le vacanze in svizzera...poi ti impongono di manifestare i piazza per sostenere il nano e infine ti prestampano le schede di voto con la crocetta sulla populega...e prima che te ne accorgi sei in corea del nord...paese idilliaco perché non ci sono frontalieri, non ci sono criminali stranieri (non ci sono stranieri), i posti di lavoro sono riservati ai locali (e chi altro li vorebbe), si fa la spesa (si fa per dire) dai distributori locali, ecc ecc...dimenticavo: hanno il muro alla frontiera...un vero paradiso da imitare!!

          • Guarda che ti stai confondendo con il PPD ed i suoi babbei (parole tue rispedite al mittente) che in schede di partito prestampate e nel fare votare anche i morti è il portabandiera.

  • PERCHÈ LE INTERROGAZIONI FILOPROTEZIONISTE DI LORENZO QUADRI SONO RIDICOLE

    PETIZIONE

    DEI FABBRICANTI DI CANDELE, CERI, LAMPADE, CANDELIERI, LAMPIONI, SMOCCOLATOI, SPEGNITOI; E DEI PRODUTTORI DI SEGO, OLIO, RESINA, ALCOOL ED IN GENERALE DI TUTTO CIÒ CHE CONCERNE L’ILLUMINAZIONE.

    (Sophisme èconomiques, I, 1845)

    Ai signori membri della Camera dei Deputati

    Signori,

    Voi siete sulla buona strada. Voi rigettate le teorie astratte; l’abbondanza, il basso prezzo vi toccano ben poco. Voi vi preoccupate soprattutto delle sorti del fabbricante. Voi volete liberarlo dalla concorrenza esterna; in una parola, voi volete riservare il mercato nazionale al lavoro nazionale.
    Noi vi offriamo una eccezionale occasione per applicare, come si potrebbe dire, la vostra... teoria? No, nulla è più ingannevole delle teorie; la vostra… dottrina? il vostro sistema? il vostro principio? Ma voi non amate le dottrine, voi avete orrore dei sistemi, e, per ciò che riguarda i principi, voi dichiarate che non ve ne sono nella economia “sociale”; noi diremo dunque la vostra prassi, la vostra pratica senza teoria e senza principi.
    Noi subiamo l’intollerabile concorrenza di un rivale straniero posto, a quanto sembra, in condizioni talmente superiori alle nostre, per la produzione della luce, che inonda il nostro mercato nazionale ad un prezzo favolosamente ridotto; perché, fintantoché si fa vedere, le nostre vendite cessano, tutti i consumatori si rivolgono a lui, e una parte di industria francese, le cui ramificazioni sono infinite, è improvvisamente colpita da una completa stagnazione. Questo rivale, che altri non è che il sole, ci fa una guerra così accanita, che noi sospettiamo che alle spalle esso abbia la perfida Albione (buona diplomazia per i tempi che corrono!), tanto più che per quella isola orgogliosa noi abbiamo dei riguardi dei quali essa si esime bene nei nostri confronti.
    Noi domandiamo che vi piaccia approvare una legge che ordini la chiusura di tutte le finestre, lucerne, tramogge, puntelli, persiane, tende, imposte, occhi di bue, tapparelle, in una parola, di tutte le aperture, buchi, crepe e fessure attraverso le quali la luce del sole ha uso di penetrare nelle case, con danno delle belle industrie delle quali noi siamo orgogliosi di aver dotato il paese, che non possono senza ingratitudine essere abbandonate oggi ad una lotta così diseguale.
    Non vogliate, signori Deputati, prendere la nostra domanda per uno scherzo, e non rigettatela senza ascoltare le ragioni che noi possiamo far valere a suo favore.
    Per primo, se voi, per quanto sarà possibile, chiuderete gli accessi alla luce naturale, creando così il bisogno della luce artificiale, quale sarà in Francia l’industria che non sarà a poco a poco incoraggiata?
    Se si consumerà più sego, saranno necessari più buoi e più pecore; di seguito, si vedranno moltiplicarsi i prati artificiali, la carne, la lana, il cuoio, e soprattutto i concimi, questa base di tutta la ricchezza agricola.
    Se si consumerà più olio, si vedrà estendersi la coltura del papavero, dell’olivo, della colza. Queste piante ricche e bisognose di nutrimento saranno a proposito per mettere a profitto questa fertilità che l’allevamento del bestiame avrà trasmesso al nostro territorio.
    Le nostre campagne si copriranno di alberi resinosi. Numerosi sciami di api raccoglieranno sulle nostre montagne dei tesori profumati che oggi evaporano senza utilità, come i fiori dai quali si alzano. Non è dunque solo una parte dell’agricoltura che prenderà un grande sviluppo.
    Lo stesso sarà per la navigazione: migliaia di navi andranno alla pesca della balena, e in poco tempo noi avremo una marina capace di sostenere l’onore della Francia e di rispondere alla sensibilità patriottica dei sottoscritti richiedenti, commercianti di candele, ecc.
    E che cosa diremo dell’articolo Parigi? Guardate le dorature, i bronzi, i cristalli, nei candelieri, nelle lampade, nei lampadari, nei candelabri, tutti brillare in magazzini spaziosi, nei cui confronti quelli di oggi non sono che negozietti.
    Non sono solo il povero raccoglitore di resina, in cima alla sua duna, né solo il triste minatore, in fondo alla sua nera galleria, che vedranno aumentare il loro salario ed il loro benessere.
    Vogliate rifletterci, signori ; e vi convincerete che non vi è forse un solo Francese, dall’opulento proprietario di Anzin fino al più umile negoziante di fiammiferi, la cui condizione non sarà migliorata dal successo della nostra petizione.
    Possiamo prevedere le vostre obiezioni, signori; ma voi non potrete impiegarne nessuna che non sia ben scritta entro i libri adottati dai partigiani della libertà dei commerci. Noi osiamo, noi vi sfidiamo ad impiegare contro di noi una sola parola che non si rigiri istantaneamente contro voi stessi e contro i principi che guidano tutta la vostra politica.
    Ci direte forse che, se noi abbiamo da guadagnare da questa protezione, la Francia non ci guadagnerà nulla, perché il consumatore ne pagherà le spese?
    E noi vi risponderemo : voi non avete più il diritto di invocare gli interessi del consumatore. Quando il consumatore si è trovato alle prese con i produttori, voi lo avete sacrificato in tutte le circostanze. Voi l’avete fatto per incoraggiare il lavoro, per allargare il lavoro. Per lo stesso motivo, dovete farlo adesso. Voi stessi siete stati di fronte all’obiezione. Quando vi si diceva: il consumatore è interessato alla libera introduzione del ferro, del carbone, del sesamo, del frumento, dei tessuti – dicevate: si, ma il produttore è interessato alla loro esclusione. Ebbene, se i consumatori sono interessati alla liberalizzazione della luce naturale, i produttori lo sono al suo divieto.
    Ma, direte ancora, il produttore ed il consumatore non sono che uno. Se il fabbricante guadagna per mezzo della protezione, farà guadagnare l’agricoltore. Se l’agricoltura prospera, aprirà degli sbocchi alle fabbriche. Ebbene, se voi ci conferite il monopolio della illuminazione durante il giorno, subito noi compreremo molto sego, molto carbone, olio, resina, cera, alcool, argento, ferro, bronzo, cristalli, per alitare la nostra industria; di più, noi ed i nostri numerosi fornitori, divenuti ricchi, noi consumeremo di più e spargeremo il benessere in tutti i campi del lavoro nazionale.
    Direte forse che la luce del sole è una cosa gratuita e che rigettare le cose gratuite sarebbe come rigettare la stessa ricchezza sotto il pretesto di incoraggiare i mezzi per acquisirla? Ma state attenti, perché conducete la morte nel cuore della vostra politica; state attenti perché fino ad oggi avete sempre respinto il prodotto straniero perché è quasi gratuito, e tanto più quanto più avvicina alla gratuità. Per soddisfare le esigenze degli altri monopolisti, voi non avevate che una mezza ragione; per accogliere la nostra domanda, voi avete una ragione completa; e respingere la nostra richiesta fondandosi proprio su questo, che essa è più fondata delle altre, sarebbe come porre l’equazione + x + = -; in altri termini, sarebbe accumulare assurdità su assurdità.
    Il lavoro e la natura concorrono in proporzioni differenti, secondo il paese ed il clima, alla creazione di un prodotto. La parte che ci mette la natura è sempre gratuita; è la parte del lavoro che la fa valere e che si paga. Se una arancia di Lisbona si vende a metà prezzo di una arancia di Parigi, ciò è dovuto ad un calore naturale, perciò gratuito, a disposizione dell’una, mentre l’altra impiega un calore artificiale, perciò costoso. Perciò, quando una arancia ci arriva dal Portogallo, si può dire che ci è data metà gratuitamente e metà onerosamente; o, in altri termini, a metà prezzo relativamente a Parigi.
    Ora, è precisamente su questa semi-gratuità (chiedo perdono per il termine) che argomentate per escludere quella arancia. Voi dite: come potrebbe il lavoro nazionale sostenere la concorrenza del lavoro straniero quando il primo deve fare tutto, ed il secondo solo la metà, perché il sole si incarica del resto? Ma se la semi-gratuità vi spinge a rigettare la concorrenza, come la gratuità intiera può spingervi ad ammettere la concorrenza? O non siete coerenti, o voi dovete, rigettando la semi-gratuità come nociva al nostro lavoro nazionale, rigettare a fortori e con doppio zelo la gratuità intiera.
    Ancora una volta, quando un prodotto, carbone, ferro, frumento o tessuto, ci viene dall’estero, dove noi possiamo acquistarlo con meno lavoro che se lo fabbricassimo noi, la differenza è un regalo che ci viene fatto. Questo dono è più o meno considerevole a seconda se la differenza è più o meno grande. E’ di un quarto, della metà, dei tre quarti del valore del prodotto, se lo straniero ci chiede i tre quarti, o la metà o un quarto del prezzo. E’ un regalo davvero totale, come quando chi lo fa, come fa il sole con la luce, non chiede nulla in cambio. La questione, noi la poniamo formalmente, è sapere se voi volete per la Francia il beneficio di un consumo gratuito o i pretesi vantaggi di una produzione costosa. Scegliete, ma siate coerenti; perché, nello stesso tempo nel quale rigettate, come fate, il carbone, il ferro, il frumento, i tessuti esteri, e li rigettate proporzionalmente a che il loro prezzo diminuisce, quale incoerenza non sarebbe quella di liberalizzare la luce del sole, il cui prezzo è zero, durante tutto il giorno?

    • ----- Tu hai BISOGNO di fare post lunghi un chilometro.
      ----- Quadri ha bisogno DI ESSERE ELETTO.

      La vedi la... divergenza?

      • Io desidero essere LETTO perché Quadri non sia ELETTO.

        E ce la sto mettendo tutta, perché il protezionismo di questo biondino dalla lunga chioma non sia premiato con il voto di tutti quei ticinesi che sono consapevoli di quale importanza rivesta il libero scambio per l'economia del Ticino e della Svizzera.

          • .... nel caso:

            PER FORTUNA CHE I FRATELLI CONFEDERATI NON HANNO MAI PRESO E MAI PRENDERANNO SUL SERIO LE SUE INSOPPORATBILI E OSSESSIVE LAGNE

          • Caro Dico, hai dimenticato di dire:

            MA CHI SI CREDE MAI DI ESSERE COSTUI CHE VUOLE IMPORRE AGLI ALTRI DI ANDARE A FARE LA SPESA DOVE VUOLE LUI?

            MA PORCA MISERIA, MA VI RENDETE CONTO IN CHE STATO DI SERVITÙ MENTALE VORREBBE CONFINARCI QUESTO COSINO?

          • senza contare che il nostro bel biondino ci inviterebbe a fare la spesa dai nostri duopolisti arancio con sede in svizzera interna o dai discounters germanici che impiegano (quasi) esclusivamente frontalieri (quelli che creano traffico quando vanno a lavorare e che fanno dumping)...

            e poi sostiene che difende i ticinesi e il ticino!! hahaha solo dei babbei possono credergli!!

          • A prescindere dal fatto che ognuno a casa propria è padrone e che perciò non ho assolutamente da dire sull'andare o meno all'estero a fare spesa.
            Le dichiarazioni del tapino sono totalmente prive di etica e serietà visto e considerato chi lo paga.
            Sono due cose ben distinte.
            Che poi tu riesca a giustificare tutto e tutti in nome del liberismo mi sembra un po' triste.

          • ma scusa, sei o non sei libero di comprare al prezzo più conveniente??

            e se gli svizzeri non aprono gli occhi e si fanno spennare dai gemelli arancio, penso si più che giusto che un funzionario federale ci apra gli occhi e ci consigli di utilizare l'economia di mercato a nostro personale beneficio.

            non capisco proprio perché scavìa si agita tanto:
            1. i gemelli aranci impiegano soprattutto frontalieri e stranieri o naturalizzati: non ho niente contro di loro, ma solo per mettere in evidenza che scavìa sta difendendo gli stranieri (non doveva difendere i ticinesi doc)
            2. ok i gemelli arancio pagano le tasse in svizzera...bene, ma scavìa e i suoi compagni di merenda si sono sempre detti contrari all'insediamento di aziende (per es italiane) in ticino che impiegano solo manodopera straniera perché considerano che l'indotto (avs, disocc, tasse, forniture, ...) non compensano i problemi di traffico causati dai frontalieri...bene è un opinione che non condivido ma che può essere sostenuta in assenza di studi specifici sul tema.

            quel che disturba è che lo scavìa ancora una volta applica due pesi e due misure: impiegati stranieri che lavorano per un'azienda italiana in ticino non vanno bene, ma gli stessi impiegati stranieri che lavorano per i gemelli arancio invece vanno benissino e devono anzi essere difesi in parlamento!! bella coerenza!! complimenti!!

            ma ormai, i babbei che lo votano, non sono in grado nemmeno di capire le sue contraddizioni anche se gli vengono sbattute in faccia!! ognuno ha i rappresentanti che si merita...

          • Ehm, ho scritto che ognuno è padrone di casa propria. Ne avresti, senza tanti sforzi, potuto dedurre che non ho assolutamente nulla contro coloro che vanno a far spesa in Italia. Ci mancherebbe altro.

            Ho scritto anche che le dichiarazioni rilasciare non sono etiche. E questo perché il tizio è pagato dallo Stato non da altri e perciò, a parte che ci prende tutti per dei rimbecilliti che abbiamo bisogno della sua approvazione per andare o non andare in Italia a fare la spesa, non sarebbe stato assolutamente male se avesse detto di sostenere l'economia locale o, meglio ancora, avesse taciuto. Ci sono cose che, anche se si è d'accordo, in determinate posizioni, è meglio non dire. Questo non lo ha fatto ed è questo che non va bene.

            I diversi cartelli degli importatori svizzeri dovrebbero per lo meno darsi una calmata e ridimensionare la percentuale di guadagno che si sono applicati ma non è sicuramente un'impiegato che glielo deve dire. Questa è l'unica "pressione" che riesce ad escogitare per far riflettere gli importatori?

            Piccolo appunto: guarda che se sei d'accordo con qualcuno non lo devi essere sempre.

          • da quando c'è la populega, credo che non ci sia più nessun limite di quello che viene detto dalle persone che occupano cariche importanti.

            potrei portarti l'esempio del nano che, come municipale di lugano, non vuole incontrare il presidente della confederazione...

          • La lega cominciò a dire, 20 anni fa, le cose che sino ad allora erano rimaste avvolte nella nebbia. Dobbiamo almeno darle atto di questo no?
            Perché continui a dire "populega"? Forse perché tutti i suoi esponenti non hanno limiti nel rivolgersi alle persone? Mi pare un atteggiamento un po' superficiale.

          • no. la populega ha iniziato 20 non per denunciare le presunte magagne della politica, ma solo perché il suo presidente-a-vita-padre-padrone non ha potuto gestire a suo favore alcuni affari : 1 gazzetta ticinese e 2 centro di calcolo scientifico di manno
            per il resto il padrone della populega si è arricchito cementificando il ticino e facendo comunella proprio con quel sistema che lui vuole fare credere che sia marcio.
            il padrone si serve del suo settimanale per fare pressione sui politici per mero vantaggio personale: vedi appalti pubblici ottenuti dalla città di lugano, università, ...

            il resto è solo fumo negl'occhi!

          • Non ho detto che non l'hai fatto.
            L'ultima frase mi ha fatto ridere però. Non vorrei che questo fumo ti fosse entrato negli occhi e che ora ti fossi perso. :wink:

          • "Che poi tu riesca a giustificare tutto e tutti in nome del liberismo mi sembra un po’ triste"

            A me sembra un po' triste che tu non abbia o non voglia capire che io guardo il mondo con il metro della libertà individuale: tutto ciò che rispetta i miei diritti di uomo LIBERO lo accetto, tutto ciò che li offende lo rigetto.

            E poiché l'esercizio della mia libertà non limita la libertà altrui né offende i pari diritti altrui, permettermi di dissentire, con il solo uso della parola o della scrittura, dunque in modo non violento, da chi usa la cosiddetta "democrazia" per farsi un baffo della mia LIBERTÀ.

            Più concretamente:

            1) ho sempre appoggiato e appoggio la LEGA e l'UDC nella decisione di non entrare nel Superstato chiamato Europa, ritenendo soffocante già questo tipo di Stato (figuriamoci gli altri e, peggio che mai, gli altri messi insieme)

            2) ho sempre avversato la Lega e l'UDC ogni volta che si sono schierate contro l'esercito e in particolare contro il rafforzamento dell'aviazione militare (ricordi la campagna del "nano" contro gli FA18?).

            3) sono sempre stato favorevole al libero scambio (senza tassi e balzelli doganali) con tutti, inclusi i paesi della UE, dissentendo apertamente in questo dalla LEGA e dall'UDC ticinese (la SVP è molto più illuminata in merito), perché bisogna essere proprio degli sprovveduti per non capire che barattare un mercato di 8-9 milione di anime con uno di qualche miliardo è conveniente per la Svizzera e per le imprese svizzere (in questo baratto non si può pretendere di non sacrificare qualche settore "non competitivo", per una e mille ragioni). Quindi: I BILATERALI SONO STATI UN AFFARE

            4) ho sempre reclamato una riforma del sistema monetario orientato verso il Gold Standard per impedire svalutazioni monetarie competitive e come base per un apitalismo "sano" (diversamente si prenderà anche le colpe che non ha).

            Tutte le mie prese di posizione sono sempre state argomentate attraverso considerazioni di tipo "pratico" e non in nome di una dottrina liberista aprioristica, come vuoi fare intendere.

            La mia esperienza imprenditoriale "sul o campo" collima con l'analisi economica della scuola austriaca e non con quella "di pancia" della scuola leghista.

          • "E ce la sto mettendo tutta, perché il protezionismo di questo biondino dalla lunga chioma non sia premiato con il voto di tutti quei ticinesi che sono consapevoli di quale importanza rivesta il libero scambio per l’economia del Ticino e della Svizzera."
            Vedi cosa intendo?

            Non entro in merito alla lunga tirata che hai postato per ultima perché dissento su una metà buona (la seconda per essere più chiari).

          • Non penserai mica che tutti i Ticinesi siano contro il libero scambio e gli accordi bilaterali? Prova a fare un indagine nel mondo delle imprese. Ma anche tra i cittadini! Non mi risulta infatti che Lega abbia la maggioranza assoluta, nonostante quei falsi liberali di Idealiberale che gli reggono la coda.

            Lo so che dissenti sul libero scambio: ma mi devi dimostrare che se io decido di far fare il parpetto di casa mia ad un carpentiere comasco attento alla tua libertà.
            Semplicemente opero una scelta di mercato: esattamente come quando decido di comprare un paio di scarpe Valleverde invece che Vögele.

          • Mai detto di essere contrario al libero scambio, a parità di condizioni però.
            E' una visione un po' più globale che intendo.
            Il carpentiere comasco non ha tutti i costi vivi (oneri sociali per fare un esempio) da pagare che ha un carpentiere svizzero.
            Ne risulta che non è possibile una concorrenza leale.
            E ne consegue che tu, abitando in Svizzera, approfitti dei servizi che altri hanno pagato anche per te che sei andato dal carpentiere comasco.

          • A parità di condizioni non scambieresti niente con nessuno:

            NON PUOI REPLICARE LA SVIZZERA IN OGNI PAESE DEL MONDO :-)

            Già la natura ha posto i popoli in condizioni di partenza diverse (hai letto il post dei venditori di candele nel quale si parla dei pomodori prodotti in Portogallo e di quelli prodotti in Francia?).

            L'unica cosa da regolamentare è l'onestà della "moneta" con cui vengono gli scambi, non il loro valore.

            Abbi fede nel mercato! Rispetterai integralmente la libertà individuale e favorirai una società libera dai regolamentatori, che fanno sempre guasti ben più gravi del mercato :-)

          • Ho seguito solo un aggiornamento delle previsioni: davano un seggio in più per la Lega e uno in più per l'UDC ticinese. Non so se ciò comporta un aumento di voti dei due schieramenti rispetto alle passate elezioni. In ogni caso non mi pare che da questo si possa dedurre che tutto il Ticino è d'accordo con le tesi di yago sul libero scambio.

            Agli Stati pare che Morisoli abbia avuto i voti totali messi insieme da Lega e UDC al nazionale.

            Di tutti gli altri pseudo liberali non radicali che avrebbero dovuto sostenere Morisoli pare non ci sia traccia da nessuna parte,

            Ciò, rebus sic stantibus, mi porta ad una conclusione:

            TUTTO IL TUO IMPEGNO È MIRATO ALLA SCOMPARSA DEI LIBERALI VERI A FAVORE DI LEGA E UDC?

            Dai Jack, ASCOLTAMI!!: dopo le elezioni dobbiamo fondare un partito liberale VEROOOOO!!

            Parlane con Madame e ... SCUOTILA!II :-D

          • Non ci riesco.
            Le ho fatto un filo pazzesco.
            NON CI RIESCO!
            NON COMBINO NIENTE.
            Forse il mio fascino... si è esaurito
            (probabilmente non è mai esistito).

          • No no, tu non hai chance.
            Lei è una tipa intellettale.
            Che ci farebbe con un buzzurro come te?

            Tornerò alla carica.

          • Buzzurro io?

            So come far ridere le donne(loro adorano ridere! :lol: ),vesto Armani,scarpe Paciotti,Porsche,un bel malloppo sotterrato...Non ti sembra che basti?Si innamorano tutte!
            Poi mi stufo ma è un'altra storia :cry: .

          • :wink: :wink: :wink:

            Se vuoi ti potrei presentare alcune mie amiche che sono stufe di me?

          • Sì, MA NON HAI CERVELLO.
            E poi, anch'io, non sono mica un pezzente.

            Sono un intellettuale. E un AVVOCATO! Come Abate.

          • Le due e 57. Caspita! Una notte d'inferno.
            Anch'io ho dormito poco: dall'una e mezza alle sette.

            Lady Ripper, come un angelo, alle dieci alle sei.

          • Allora la storia del Coniglio ladro è vera.
            Felice che il tuo campo di carote (ottimo alimento ricco di betacarotene per il tuo cavallo) sia salvo.

          • Scusa,non capisco :oops: .Sono un po' rintronato(ho giocato a carte fino ad ora e perso parecchio). :evil:

          • Dico, non era a parità di condizione lo scambio ma a parità di condizione la merce offerta.
            La mia preoccupazione non è che la Svizzera sia replicata (cosa peraltro assolutamente non negativa) ma che la Svizzera replichi Paesi messi decisamente peggio di noi.

          • Tu lascia che sia il mercato a decidere: non sbaglia mai!

            Te lo ripeto: FIDATI DEL MERCATO!

            Se provi a fare un'analisi di tutto ciò che accade di negativo e di cui si incolpa il mercato ti accorgerei che metà è invece colpa dei regolamentatori di Stato e l'altra metà dei monopolisti della moneta.

        • Tempo perso il tuo caro Dico, per il semplice motivo che Quadri sarà brillantemente eletto perché al contrario delle improponibili idee dei liberisti, su 100 argomenti ne azzecca 90 e le sue idee sono condivise dal 23% della popolazione. Quando imparerai che in una democrazia, anche se imperfetta, governa chi ha i numeri? Il libero scambio delle merci e delle persone non mi sembra funzionare tanto in Ticino e qualche paletto va pur posto.
          Nel caso specifico poi, come ho già postato, ognuno fa i conti con il proprio portamonete e la spesa la facciano dove meglio gli aggrada. I signori commercianti ticinesi e la grande distribuzione (Migros e Coop) facciano un serio esame di coscienza e restituiscano il maltolto.

          • Dico, tu non hai il potere di eleggere (rassegnati)
            e neppure quello di TROMBARE! (rassegnati)

          • Solo nell'unico senso che la tua mente di maialotto
            riesce a concepire.

            Sì, in questo senso specifico gli è concesso.

          • il problema con i tipi come scavìa e i suoi amichetti è che oggi ti chiedono di fare la spesa dai gemelli arancio, domani ti chiudono le frontiere per obbligarti a fare la spesa dai gemelli arancio e poi, ti impongono di fare le vacanze in svizzera...poi ti impongono di manifestare i piazza per sostenere il nano e infine ti prestampano le schede di voto con la crocetta sulla populega...e prima che te ne accorgi sei in corea del nord...paese idilliaco perché non ci sono frontalieri, non ci sono criminali stranieri (non ci sono stranieri), i posti di lavoro sono riservati ai locali (e chi altro li vorebbe), si fa la spesa (si fa per dire) dai distributori locali, ecc ecc...dimenticavo: hanno il muro alla frontiera...un vero paradiso da imitare!!

          • Guarda che ti stai confondendo con il PPD ed i suoi babbei (parole tue rispedite al mittente) che in schede di partito prestampate e nel fare votare anche i morti è il portabandiera.

  • PERCHÈ LE INTERROGAZIONI FILOPROTEZIONISTE DI LORENZO QUADRI SONO RIDICOLE (parte II)

    IL SIGNOR PROIBIZIONI (Replica)

    Il signor Proibizioni dedicava il suo tempo ed i suoi capitali a convertire in ferro il minerale delle sue terre. Poiché la natura era stata più prodiga verso i Belgi, essi davano il ferro ai Francesi a prezzo più conveniente del signor Proibizioni; il che significa che tutti i Francesi, o la Francia, potevano ottenere una quantità data di ferro con meno lavoro, comperandolo dagli onesti Fiamminghi.
Così, guidati dal loro interesse, non facevano errori, e tutti i giorni si vedeva una folla di chiodai, fabbri, carradori, meccanici, maniscalchi e contadini, andare di persona, o per mezzo di intermediari, a rifornirsi in Belgio.
Ciò dispiacque molto al signor Proibizioni. Inizialmente egli ebbe l’idea di fermare quell’abuso con le sue forze. Prenderò il mio fucile, si diceva, metterò quattro pistole alla cintura, riempirò la giberna, cingerò la spada e mi porterò così equipaggiato alla frontiera. Là, il primo fabbro, chiodaio, maniscalco, meccanico o fabbricante di serrature che si presenti, per fare i suoi affari e non i miei, lo ucciderò, per insegnargli a vivere. Al momento di partire, il signor Proibizioni fece alcune riflessioni che moderarono un pò il suo ardore bellicoso. Si disse: per prima cosa, non è poi impossibile che gli acquirenti di ferro, i miei compatrioti e nemici, prendano a male la cosa e, anziché lasciarsi uccidere, uccidano me. Poi, anche facendo andare tutti i miei domestici, non potrei sorvegliare tutti i passaggi. Da ultimo, il metodo mi costerà molto caro, più caro che non il risultato.Il signor Proibizioni andava tristemente rassegnandosi ad essere libero come tutti gli altri, quando un raggio di luce venne ad illuminare il suo cervello.
Si ricordò che a Parigi c’è una grande fabbrica di leggi. Cos’è una legge? si disse. È una misura alla quale, una volta decretata, buona o cattiva che sia, ciascuno è obbligato a conformarsi, per la cui esecuzione si organizza una forza pubblica, e, per costituire la quale, si attingono alla nazione uomini e denaro. 
Se ottenessi che esca dalla grande fabbrica parigina una piccola legge che dica: “il ferro belga è proibito”, raggiungerei i seguenti risultati: il governo farebbe sostituire i pochi domestici che volevo inviare alla frontiera da ventimila figli dei miei fabbri, fabbricanti di serrature, maniscalchi, artigiani, meccanici e contadini recalcitranti. Poi, per tenere in buona situazione di umore e di salute questi ventimila doganieri, distribuirebbe loro venticinque milioni di franchi presi a quegli stessi fabbri, chiodai, artigiani e contadini. La guardia sarebbe fatta meglio e non mi costerebbe nulla. Dunque il signor Proibizioni andò alla fabbrica di leggi. Un’altra volta forse racconterò la storia delle sue sordide mene.
Oggi voglio parlare soltanto dei suoi passi di fronte a tutti. Egli fece valere presso i signori legislatori questa considerazione: – Il ferro belga si vende in Francia a dieci franchi, cosa che mi obbliga a vendere il mio ferro allo stesso prezzo. Mi piacerebbe di più venderlo a quindici franchi e non posso farlo, a causa di questo ferro belga, che Dio lo maledica. Fabbricate una legge che dica: “il ferro belga non entrerà più in Francia”. Immediatamente alzerò il mio prezzo di cinque franchi, ed ecco le conseguenze: - Per ogni quintale di ferro che consegnerò al pubblico, anziché ricevere dieci franchi ne otterrò quindici, mi arricchirò più rapidamente, darò più ampiezza al mio sfruttamento minerario ed occuperò più lavoratori. I miei operai ed io faremo più spese, a grande vantaggio dei nostri fornitori per molte miglia attorno. Questi, avendo più sbocchi, faranno più ordini all’industria e sempre più l’attività guadagnerà tutto il paese. Questo fortunato pezzo di cento soldi, che voi farete cadere nella mia cassaforte, farà irradiare lontano un numero infinito di cerchi concentrici -. Affascinati da questo discorso, deliziati di apprendere che è così facile aumentare per legge la ricchezza di un popolo, i fabbricanti di leggi votarono la restrizione.Perché parlare di lavoro e di economia? dicevano. A che pro questi mezzi penosi per aumentare la ricchezza nazionale, quando un decreto è sufficiente? Ed infatti la legge ebbe tutte le conseguenze annunciate dal signor Proibizioni. Ma ne ebbe anche altre, perché, rendiamogli giustizia, non aveva fatto un ragionamento falso, ma un ragionamento incompleto. Richiedendo un privilegio, aveva segnalato gli effetti che si vedono, lasciando nell’ombra quelli che non si vedono. Sì, lo scudo deviato per legge verso la cassaforte del signor Proibizioni costituisce un vantaggio per lui e per quelli di cui deve incoraggiare il lavoro. E se il decreto avesse fatto scendere quel denaro dalla luna, questi buoni effetti non sarebbero controbilanciati da cattivi effetti compensativi.
Purtroppo non è dalla luna che esce il denaro misterioso, ma dalle tasche di un fabbro, un chiodaio, un carradore, un maniscalco, un contadino, un produttore; in una parola, dalle tasche di Pinco Pallino, che paga oggi il ferro, senza ricevere un milligrammo in più, quindici franchi, anziché dieci.
Dunque il profitto di Proibizioni è compensato dalla perdita di Pinco Pallino e qualunque cosa che Proibizioni potrà fare di quello scudo per l’incoraggiamento del lavoro nazionale, Pinco Pallino lo avrebbe fatto lui stesso. La pietra è stata gettata in un punto del lago soltanto perché è stato vietato, per legge, di gettarla in un altro punto.
Perciò ciò che si vede compensa ciò che non si vede, e dunque rimane, come avanzo dell’operazione, un’ingiustizia, e, cosa deplorevole, un’ingiustizia perpetrata per legge. Ma Pinco Pallino subisce anche un altro danno, che si traduce per lui in una perdita secca di guadagno: è la sua caduta di concorrenzialità sul mercato extra-nazionale, quando cerca di vendere all’estero i suoi lavori in ferro battuto. Ed è questo suo mancato guadagno, che si traduce in una sua minore possibilità di spesa e di investimento sul mercato interno, che comporta anche per il lavoro nazionale una perdita secca. La violenza che Proibizioni esercita da solo alla frontiera o quella che fa esercitare dalla legge possono essere giudicate molto diversamente dal punto di vista morale. C’è gente che pensa che la spoliazione perda tutta la sua immoralità quando sia legale. Quanto a me non potrei immaginare una circostanza più aggravante. Prendete pure la cosa come volete, ma se avrete un occhio sagace, vedrete che non esce nulla di buono dalla spoliazione legale o illegale: esercitare la violenza non è produrre, è distruggere.

    COMMENTO: 

Alle nostre latitudini i signori Proibizioni si chiamano lobbies e cartelli. Ce ne sono di vari generi e tipi, che operano all’interno delle istituzioni, facendo valere gli stessi argomenti sbagliati (e interessati) del signor Proibizioni. Probabilmente non si limitano ai soli “argomenti”, ma operano anche con sistemi più seducenti, quelli a cui accenna, molto signorilmente l’autore della “parabola” (Frédéric Bastiat), quando, a proposito delle pressioni esercitare nella “fabbrica di leggi” dal signor Proibizioni, dice “Un’altra volta forse racconterò la storia delle sue sordide mene”. È stupefacente come la cosiddetta destra sociale e nazional-popolare riesca ancora a cavalcare gli argomenti del signor Proibizioni con tanto successo; e ciò, nonostante che il decennio terribile a crescita zero (o sotto lo zero) dell’economia elvetica, antecedente agli accordi di libero scambio con l’UE, sia lì a dimostrare quanto funesti possano essere gli effetti delle “violenze” del signor Proibizioni.

  • PERCHÈ LE INTERROGAZIONI FILOPROTEZIONISTE DI LORENZO QUADRI SONO RIDICOLE (parte II)

    IL SIGNOR PROIBIZIONI (Replica)

    Il signor Proibizioni dedicava il suo tempo ed i suoi capitali a convertire in ferro il minerale delle sue terre. Poiché la natura era stata più prodiga verso i Belgi, essi davano il ferro ai Francesi a prezzo più conveniente del signor Proibizioni; il che significa che tutti i Francesi, o la Francia, potevano ottenere una quantità data di ferro con meno lavoro, comperandolo dagli onesti Fiamminghi.
Così, guidati dal loro interesse, non facevano errori, e tutti i giorni si vedeva una folla di chiodai, fabbri, carradori, meccanici, maniscalchi e contadini, andare di persona, o per mezzo di intermediari, a rifornirsi in Belgio.
Ciò dispiacque molto al signor Proibizioni. Inizialmente egli ebbe l’idea di fermare quell’abuso con le sue forze. Prenderò il mio fucile, si diceva, metterò quattro pistole alla cintura, riempirò la giberna, cingerò la spada e mi porterò così equipaggiato alla frontiera. Là, il primo fabbro, chiodaio, maniscalco, meccanico o fabbricante di serrature che si presenti, per fare i suoi affari e non i miei, lo ucciderò, per insegnargli a vivere. Al momento di partire, il signor Proibizioni fece alcune riflessioni che moderarono un pò il suo ardore bellicoso. Si disse: per prima cosa, non è poi impossibile che gli acquirenti di ferro, i miei compatrioti e nemici, prendano a male la cosa e, anziché lasciarsi uccidere, uccidano me. Poi, anche facendo andare tutti i miei domestici, non potrei sorvegliare tutti i passaggi. Da ultimo, il metodo mi costerà molto caro, più caro che non il risultato.Il signor Proibizioni andava tristemente rassegnandosi ad essere libero come tutti gli altri, quando un raggio di luce venne ad illuminare il suo cervello.
Si ricordò che a Parigi c’è una grande fabbrica di leggi. Cos’è una legge? si disse. È una misura alla quale, una volta decretata, buona o cattiva che sia, ciascuno è obbligato a conformarsi, per la cui esecuzione si organizza una forza pubblica, e, per costituire la quale, si attingono alla nazione uomini e denaro. 
Se ottenessi che esca dalla grande fabbrica parigina una piccola legge che dica: “il ferro belga è proibito”, raggiungerei i seguenti risultati: il governo farebbe sostituire i pochi domestici che volevo inviare alla frontiera da ventimila figli dei miei fabbri, fabbricanti di serrature, maniscalchi, artigiani, meccanici e contadini recalcitranti. Poi, per tenere in buona situazione di umore e di salute questi ventimila doganieri, distribuirebbe loro venticinque milioni di franchi presi a quegli stessi fabbri, chiodai, artigiani e contadini. La guardia sarebbe fatta meglio e non mi costerebbe nulla. Dunque il signor Proibizioni andò alla fabbrica di leggi. Un’altra volta forse racconterò la storia delle sue sordide mene.
Oggi voglio parlare soltanto dei suoi passi di fronte a tutti. Egli fece valere presso i signori legislatori questa considerazione: – Il ferro belga si vende in Francia a dieci franchi, cosa che mi obbliga a vendere il mio ferro allo stesso prezzo. Mi piacerebbe di più venderlo a quindici franchi e non posso farlo, a causa di questo ferro belga, che Dio lo maledica. Fabbricate una legge che dica: “il ferro belga non entrerà più in Francia”. Immediatamente alzerò il mio prezzo di cinque franchi, ed ecco le conseguenze: - Per ogni quintale di ferro che consegnerò al pubblico, anziché ricevere dieci franchi ne otterrò quindici, mi arricchirò più rapidamente, darò più ampiezza al mio sfruttamento minerario ed occuperò più lavoratori. I miei operai ed io faremo più spese, a grande vantaggio dei nostri fornitori per molte miglia attorno. Questi, avendo più sbocchi, faranno più ordini all’industria e sempre più l’attività guadagnerà tutto il paese. Questo fortunato pezzo di cento soldi, che voi farete cadere nella mia cassaforte, farà irradiare lontano un numero infinito di cerchi concentrici -. Affascinati da questo discorso, deliziati di apprendere che è così facile aumentare per legge la ricchezza di un popolo, i fabbricanti di leggi votarono la restrizione.Perché parlare di lavoro e di economia? dicevano. A che pro questi mezzi penosi per aumentare la ricchezza nazionale, quando un decreto è sufficiente? Ed infatti la legge ebbe tutte le conseguenze annunciate dal signor Proibizioni. Ma ne ebbe anche altre, perché, rendiamogli giustizia, non aveva fatto un ragionamento falso, ma un ragionamento incompleto. Richiedendo un privilegio, aveva segnalato gli effetti che si vedono, lasciando nell’ombra quelli che non si vedono. Sì, lo scudo deviato per legge verso la cassaforte del signor Proibizioni costituisce un vantaggio per lui e per quelli di cui deve incoraggiare il lavoro. E se il decreto avesse fatto scendere quel denaro dalla luna, questi buoni effetti non sarebbero controbilanciati da cattivi effetti compensativi.
Purtroppo non è dalla luna che esce il denaro misterioso, ma dalle tasche di un fabbro, un chiodaio, un carradore, un maniscalco, un contadino, un produttore; in una parola, dalle tasche di Pinco Pallino, che paga oggi il ferro, senza ricevere un milligrammo in più, quindici franchi, anziché dieci.
Dunque il profitto di Proibizioni è compensato dalla perdita di Pinco Pallino e qualunque cosa che Proibizioni potrà fare di quello scudo per l’incoraggiamento del lavoro nazionale, Pinco Pallino lo avrebbe fatto lui stesso. La pietra è stata gettata in un punto del lago soltanto perché è stato vietato, per legge, di gettarla in un altro punto.
Perciò ciò che si vede compensa ciò che non si vede, e dunque rimane, come avanzo dell’operazione, un’ingiustizia, e, cosa deplorevole, un’ingiustizia perpetrata per legge. Ma Pinco Pallino subisce anche un altro danno, che si traduce per lui in una perdita secca di guadagno: è la sua caduta di concorrenzialità sul mercato extra-nazionale, quando cerca di vendere all’estero i suoi lavori in ferro battuto. Ed è questo suo mancato guadagno, che si traduce in una sua minore possibilità di spesa e di investimento sul mercato interno, che comporta anche per il lavoro nazionale una perdita secca. La violenza che Proibizioni esercita da solo alla frontiera o quella che fa esercitare dalla legge possono essere giudicate molto diversamente dal punto di vista morale. C’è gente che pensa che la spoliazione perda tutta la sua immoralità quando sia legale. Quanto a me non potrei immaginare una circostanza più aggravante. Prendete pure la cosa come volete, ma se avrete un occhio sagace, vedrete che non esce nulla di buono dalla spoliazione legale o illegale: esercitare la violenza non è produrre, è distruggere.

    COMMENTO: 

Alle nostre latitudini i signori Proibizioni si chiamano lobbies e cartelli. Ce ne sono di vari generi e tipi, che operano all’interno delle istituzioni, facendo valere gli stessi argomenti sbagliati (e interessati) del signor Proibizioni. Probabilmente non si limitano ai soli “argomenti”, ma operano anche con sistemi più seducenti, quelli a cui accenna, molto signorilmente l’autore della “parabola” (Frédéric Bastiat), quando, a proposito delle pressioni esercitare nella “fabbrica di leggi” dal signor Proibizioni, dice “Un’altra volta forse racconterò la storia delle sue sordide mene”. È stupefacente come la cosiddetta destra sociale e nazional-popolare riesca ancora a cavalcare gli argomenti del signor Proibizioni con tanto successo; e ciò, nonostante che il decennio terribile a crescita zero (o sotto lo zero) dell’economia elvetica, antecedente agli accordi di libero scambio con l’UE, sia lì a dimostrare quanto funesti possano essere gli effetti delle “violenze” del signor Proibizioni.

  • Dico, Dico, tu lo sai trovo Bastiat assolutamente geniale. La petizione dei fabbricanti di candele è tra i suoi testi migliori. E' favolosa.

  • Dico, Dico, tu lo sai trovo Bastiat assolutamente geniale. La petizione dei fabbricanti di candele è tra i suoi testi migliori. E' favolosa.

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