Martedì 25 ottobre, in un documento sottoposto alle autorità britanniche di controllo delle banche la sede londinese di UBS ha ammesso le carenze dei suoi sistemi interni di controllo. Carenze che hanno reso possibile le operazioni non autorizzate da parte di un trader dell’Investment Banking, con la conseguente perdita di 2,3 miliardi di dollari..
La notizia viene riportata dal quotidiano inglese The Guardian. Le carenze a cui la banca fa riferimento sono state riscontrate nelle procedure di conferma delle controparti delle transazioni e nelle relazioni interne tra le varie divisioni di trading.
UBS starebbe valutando di chiedere ad alcuni dirigenti coinvolti nella truffa (scoperta a metà settembre) la restituzione di una parte dei bonus.
Nonostante l’impatto dello scandalo, i risultati di UBS nel terzo trimestre di quest’anno si sono rivelati migliori rispetto alle attese.
Gli utili complessivi hanno segnalato un calo del 39% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma si sono attestati a 1,02 miliardi di franchi, ben al di sopra dei 318 milioni previsti dagli analisti (276 milioni, secondo l’agenzia Reuters).
A risultare nettamente in perdita è stato l’Investment Banking, con un buco di 560 milioni di franchi.
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