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Storie di pupilli e di Repubblica delle banane – Donatello Poggi

E’ mai possibile che in questo Cantone ci siano ancora i “padreterni” della politica che pensano che il tempo si sia fermato e che loro possano ancora fare il bello e il brutto tempo (più brutto che bello), come fossero dei veri e propri sultani o “dittatori” da tipiche repubbliche delle banane?
Basta! Non se ne può più.

Come semplice cittadino di questo povero Cantone dell’iperbole che ne ha un po’ piene le scatole dell’arroganza di certi personaggi e di certi partiti (in questo caso il PLRT) prendo atto che nell’AET la fanno da padroni i liberali-radicali (a proposito di Brunett, qualcuno ne sa qualcosa?), che alla dirigenza dell’EOC hanno piazzato un altro liberale-radicale e che alla dirigenza della Banca dello Stato c’era un liberale-radicale, poi “silurato” e ora ce n’è già pronto un altro.

Scusate, gli altri sono tutti stupidi? Ma per piacere, smettetela di provocare perché alla fine qualcuno potrebbe anche perdere la pazienza, e con giusta ragione.
E ai “compagni” va bene così? Si vede che alla fine anche nei Comuni hanno il loro tornaconto.
Qualcuno si è forse reso conto in questo Cantone, sempre meno serio, che da anni a livello cantonale il PLRT è in caduta libera?
Qualcuno si è forse reso conto (anche in Consiglio di Stato) che l’avvocato Pelli è andato a Berna per soli 58 voti di scarto (?) su Giovanni Merlini? E allora!
Non percepite l’insofferenza montante dei cittadini di fronte a questi veri e propri abusi di potere, privilegi da tipica Casta?
Basta! Come giustamente scrive Gian Antonio Stella (riferendosi alla politica italiana) sul suo ultimo libro dal titolo: “Licenziare i padreterni”. Un’invettiva civile e saggia per una politica migliore, nella speranza di un riscatto.
E in Ticino pensate forse che la situazione sia molto diversa? Io penso proprio di no. Anzi se facessimo le dovute proporzioni, probabilmenteavremmo la peggio.
Pessimismo? No, realismo.

Donatello Poggi, Biasca

Redazione

View Comments

  • I compagni di merenda erano prevalentemente i plrt, ora rimasti prt.

    Poggi vede giusto, ma sono furbi e ce la fanno sempre e ... da sempre!

    :oops: :oops:

    • Eppure, Candide, a poco a poco... cedono terreno.
      E questo "mini-golpe Gendotti", finirà in un FLOP.
      Sentite anche alla radio le dichiarazioni del prode Grandini.
      Dev'essere terrorizzato.

      • Fortuna mia ho solo sentire tuonare per pochi attimi il prode "Quarto vicepresidente", era a proclamarsi paladino di tutti i liberali da Airolo a Chiasso, poi ho spento.

        Per me, si è già bruciato con il suo continuo inveire contro gli altri, che son poi ... la Lega. Se gli va la mosca al naso al Nano, avremo un'ottima prima pagina domenica prossima sul Mattino.

        Che diceva Grandini?

  • Donatello Poggi, che aveva pochi punti nelle mie preferenze, si catapulta con queste sue considerazioni, in zona "politicamente lontano, ma rispettabile".....

    Come dice Jack the Ripper: non male, progressi in corso. :wink: :-P

  • Okkei Donatello ma poi...
    Leggo anch'io delle caste. Non solo Stella ma anche Bocca hanno narrato di vicende kastiane che indignano. Ma, dacché mondo è mondo, si va da una casta... all'altra. Per sua natura, un contesto democratico è particolarmente esposto agli attacchi di chi lo vuole usare per raggiungere un solo scopo. Prendere il posto di chi c'era prima. I nemici della democrazia si sprecano: dagli integralismi di vario genere, minuti o giganti che siano, collusi con chi desidera la riconquista dello "scacchiere" e una rivincita sulle conquiste sociali, fino alle dottrine autoritarie mascherate da "mistica libertitudine" che reclamano a gran voce, astutamente, garanzie di libertà astratte. I lupi si vestono da agnelli. La democrazia è vulnerabile agli attacchi quotidiani di queste mutevoli entità. Offre spazio e garanzie che permettono ai suoi nemici di indebolirla, poi ridimensionarla e spesso sopprimerla. Nella più banale delle formule: finita la festa gabbato lo santo. Sedotto dai modelli indotti dagli "spin", minuti o giganti che siano, l’homo indoctus è disorientato di fronte a scelte di campo. Spesso gli si offre ciò che desidera: una bella immagine di se stesso, un ideale fasullo, un sogno rassicurante, oppure un nemico da combattere. Nel frattempo la cassetta delle lettere si riempie di propaganda. Quella dei venditori di opportunità.

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